domenica 23 dicembre 2018

Top 10 album 2018

Ok, ammetto che rispetto all'anno scorso questo è stato un anno decisamente meno "pieno" di uscite che hanno destato il mio interesse, ed è quindi stato difficile trovarne ben 10. Per raggiungere questo numero ho infatti dovuto fare uno strappo alla regola ed includere cofanetti, riedizioni e via dicendo, quindi anche materiale di 50 anni fa, ed il che la dice lunga. Ovviamente si tratta di gusti miei personali, e sono sicuro che in tantissimi abbiano trovato decine di album del 2018 che adorano, ma per me non è così. Detto questo, c'è da dire che comunque varie uscite interessanti ci sono state, quindi non perdiamo altro tempo e cominciamo dalla numero 10!

10 - Jean Michel Jarre - Equinoxe Infinity 


Ok, ammetto di aver avuto aspettative piuttosto alte nei confronti di questo album, causate soprattutto dall'ottimo Oxygene 3 di un paio di anni fa. Il risultato è comunque buono ed in linea con altri lavori di Jarre, quello che mi lascia perplesso però è la quasi totale assenza di richiami stilistici al primo Equinoxe (paradossalmente una Robots Don't Cry sembra uscire da Oxygene) e la faciloneria di pezzi come Infinity, al livello delle cose che passano oggi per radio. Per fortuna, una volta superati questi due ostacoli, ci si trova di fronte ad un altro degno capitolo della lunga carriera di Jarre.

9 - Steven Wilson - Home Invasion: In Concert At The Royal Albert Hall


Non un'uscita imprescindibile, ma a mio parere ora come ora si tratta del miglior live di Steven Wilson da solista. Non ho mai amato Get All You Deserve, e trovo che la scaletta funzioni molto meglio in questo Home Invasion, riuscendo ad essere coinvolgente dall'inizio alla fine, nonostante le ben due ore e mezza di durata. Se ci aggiungiamo un'ottima band dietro ed una regia azzeccatissima, si può capire la sua presenza in questa top 10. Ne ho parlato qui.

8 - Procol Harum - Still There'll Be More


Un interessante cofanetto celebrativo che, se non fosse per i ben tre CD su cinque relegati al ruolo di meri "best of", rasenterebbe la perfezione. Il resto infatti sono due CD live, uno con orchestra del 1973 ed uno del 1976, e ben tre DVD con bei filmati d'epoca. Certo, se il contenuto fosse stato solo live, magari portando il prezzo a livelli più "popolari", forse sarebbe anche salito in classifica, ma non si può aver tutto... Per maggiori dettagli, vi rimando alla mia recensione.

7 - King Crimson - Meltdown


Si, un altro live dei King Crimson, wow la novità. Scherzi a parte, ne ho parlato nel dettaglio qui, ma riassumendo credo che si tratti della miglior rappresentazione live di questa formazione. La sezione audio è ottimamente mixata ed ha una scaletta molto estesa, mentre la sezione video è decisamente più curata e godibile del precedente Radical Action. Se doveste scegliere un solo album live di questa formazione io consiglierei questo, senza dubbio.

6 - Paul McCartney - Egypt Station


Un album di cui ho parlato piuttosto bene qui, nonostante ci siano brani che mi hanno lasciato un po' perplesso. Tutto sommato si tratta di un ottimo album, soprattutto tenendo conto dell'età di Sir Paul; ma il motivo per cui non raggiunge la top 5 è l'aver notato come il mio interesse nei confronti dell'album sia scemato nel tempo. Insomma, riconosco la sua validità, ma è come venuta a mancarmi la voglia di tornarci abitualmente, e qualcosa vorrà pur dire. Certo, destino comune con praticamente ogni suo album successivo a Chaos And Creation In The Backyard, però...

5 - The Who - Live At The Fillmore East 1968


Da anni si trattava un po' del Santo Graal per i fan degli Who, e nonostante i primi due brani in scaletta continuino a rimanere inediti a causa di problemi di registrazione, la restante ora e mezza è un trionfo della loro tipica anarchia live. Mancano certe finezze negli arrangiamenti che si noteranno all'entrata di Tommy in scaletta, spostando l'equilibrio verso l'improvvisazione più pura e free, ben rappresentata dai quasi 10 minuti di Relax ed i ben 33 di My Generation. Essenziale per i fan degli Who. Ne ho parlato qui.

4 - Uriah Heep - Living The Dream


Questo album devo ammettere che mi ha sorpreso. Inutile negare che i loro migliori lavori risalgano agli anni '70, con una formazione quasi interamente diversa, e che gli Uriah Heep di Living The Dream siano proprio un'altra cosa. Se a questo aggiungiamo l'alto grado di dimenticabilità dei loro ultimi lavori, si può ben capire quale può esser stato il mio approccio a questo album (vista anche la qualità media delle uscite sotto Frontiers). Invece sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla qualità dei brani, dall'energia, e da quanto certi episodi riescano ad essere memorabili come poche altre loro cose degli ultimi 40 anni. Un ottimo album di puro e semplice hard rock, come ce ne dovrebbero essere di più oggi. Ne ho parlato qui.

3 - The Beatles - White Album Deluxe


Dopo il riuscito esperimento dello scorso anno con il remix di Sgt. Pepper ad opera di Giles Martin, tutti aspettavano di vedere cosa sarebbe successo al White Album. E a mio parere Giles non ha deluso, regalandoci una nuova versione di questo leggendario album che ci permette di cogliere tanti particolari e dettagli nuovi. Se a questo aggiungiamo gli interessanti Esher Demos e la gran quantità di tracce in studio su altri ben tre CD, siamo di fronte ad un'uscita che se non arriva alla perfezione poco ci manca. Ovviamente l'album originale rimane insostituibile, ma ora abbiamo un'ottima alternativa. Qui ho parlato della versione a 3 CD.

2 - The Beach Boys - Wake The World: The Friends Sessions - I Can Hear Music: The 20/20 Sessions


Ne ho parlato recentemente qui. Si tratta semplicemente di due raccolte di outtake, versioni alternative, a cappella, strumentali, e chi più ne ha più ne metta risalenti al 1968. Un periodo piuttosto particolare ed oscuro nella carriera dei Beach Boys, tra il lento distacco di Brian Wilson dopo il fallimento dei suo Smile, il controverso coinvolgimento di Charles Manson (di cui prevedibilmente non ci sono tracce in questo set) e la tendenza alla sperimentazione che pian piano sparirà dalla loro musica. Quasi tre ore di ascolto che ben completano ed ampliano le Pet Sounds e Smile Sessions e i set dello scorso anno dedicati al 1967, Sunshine Tomorrow. Consigliatissimo a chi voglia approfondire la conoscenza di questa sottovalutatissima band.

1 - Mikayel Abazyan - Something More


Senza dubbio l'album che più ho apprezzato quest'anno. Con il suo mix in bilico tra lo stile di Peter Hammill e virate pop alla Beatles con tanto altro nel mezzo, si tratta di un album di difficile catalogazione, e a mio parere è proprio questo il suo bello. Ottimi brani, interessanti arrangiamenti, gran bei testi, ne ho parlato nel dettaglio qui. Si merita ampiamente il primo posto in questa classifica.



Nessun commento:

Posta un commento