giovedì 17 marzo 2022

Del Shannon - The Further Adventures of Charles Westover (1968) Recensione


Del Shannon è un nome solitamente legato alla musica dei primi anni '60, periodo in cui raggiunse il successo con la leggendaria Runaway, oltre ad altri brani come Little Town Flirt e Hats Off To Larry, dove oltre alla sua potente voce da rocker metteva bene in mostra anche il suo leggendario falsetto. Affermatosi sulla scia di figure come Roy Orbison, dopo il primo periodo di successo passò attraverso una fase di crisi d'identità verso metà anni '60, periodo in cui si alternarono album di cover, tra cui brani di Orbison, tributi al country di Hank Williams, e via discorrendo, fino al fatidico giro di boa della seconda metà dei '60, il periodo in cui prese piede la psichedelia. Se Orbison decise di ignorare queste tendenze, lo stesso non fece Shannon, che già nel 1967 registrò un album intitolato HOME AND AWAY, ma a fronte di una tiepida accoglienza dei singoli pubblicati (tra cui una nuova versione di Runaway rallentata, intitolata Runaway '67), all'epoca non vide la luce; bisognerà attendere il 1978 per ascoltarlo, seppure in versione remixata con il titolo AND THE MUSIC PLAYS ON, e solo nel 2006 vedrà la luce nel suo formato originale. 
A quanto pare, però, all'epoca Shannon non si perse d'animo, e l'anno dopo ci ritentò con un altro album, intitolato THE FURTHER ADVENTURES OF CHARLES WESTOVER (il vero nome di Shannon è, appunto, Charles Weedon Westover). 

L'album in questione è una delle perle dimenticate del pop psichedelico, una delle tante di un genere oggi molto poco considerato, complice, probabilmente, anche l'immagine di Shannon più legata, appunto, ad un periodo storico precedente. Doveroso notare che, a differenza di molti artisti affermatisi nei primi anni '60, Shannon componeva gran parte delle sue canzoni, e quest'album non fa eccezione, rivelandosi una perfetta dimostrazione della versatilità di un artista che meriterebbe molto più rispetto. Nell'album non mancano tipici brani a marcetta come l'introduttiva Thinkin' It Over, con un bell'arrangiamento di fiati, o la magnifica Gemini, con intensi archi a creare un avvolgente letto strumentale su cui si regge il brano. Shannon a tratti abbandona le sue tipiche interpretazioni da rocker e abbraccia uno stile vocale più sussurrato tipico del periodo, sulla scia di Chad & Jeremy. Altrove si fanno largo ispirazioni inaspettate, come nel caso di Silver Birch, uno dei brani migliori del disco, che sembra prendere molto dai Love di FOREVER CHANGES, e si collega senza pausa alla stranamente inquietante I Think I Love You (che non è quella della Partridge Family), in cui si fanno notare un consueto, per l'epoca, sitar, ed un bellissimo ed incalzante intervento di graffianti violoncelli ritmici. Colour Flashing Hair è un altro bellissimo brano pop di natura sinfonica, mentre Magical Musical Box ci immerge totalmente in sonorità barocche, che a quanto pare non erano esclusiva dell'Europa, come invece molti critici revisionisti affermano oggi (ebbene sì, in America non c'era solo blues e country, sebbene questa narrazione faccia comodo quando si vuole elevare la musica europea). Non mancano poi brani più canonici come Runnin' On Back e Conquer, mentre le tinte r'n'b di Been So Long con il suo ritornello discendente in minore sembrano anticipare certe cose dei Procol Harum anni '70. 

L'album, ovviamente, fu un flop commerciale, a riprova del fatto che confondere il genere pop con il concetto di musica commerciale è una castroneria partorita dalla mente di qualche snob, e la carriera di Shannon intraprese una inarrestabile parabola discendente. Questa fase fu interrotta solamente dalle collaborazioni dapprima con Tom Petty nel 1981, da cui ne uscì l'album DROP DOWN AND GET ME, e poi con Jeff Lynne a fine anni '80, poco prima della sua morte nel 1990, anno in cui uscì, postumo, il frutto della loro collaborazione, l'album ROCK ON!. 
THE FURTHER ADVENTURES OF CHARLES WESTOVER, insieme al precedente, e, come visto, ai tempi inedito, HOME AND AWAY, rappresenta un riuscitissimo tentativo da parte di Shannon di accodarsi alle tendenze dell'epoca senza risultare fuori posto, ma anzi partorendo un lavoro che ben poco ha da invidiare ad altri illustri esempi del genere, e di conseguenza meriterebbe di essere (ri)scoperto da qualunque appassionato di musica.