giovedì 29 aprile 2021

The Who Sell Out - Super Deluxe Edition (2021) Recensione


Ho già parlato di questo album degli Who, il loro terzo, precedentemente, quindi se volete leggere una recensione a riguardo vi invito a cliccare qui. In questa occasione invece vorrei concentrarmi sulla recente Super Deluxe Edition, uscita il 24 Aprile scorso, curiosamente non coincidente con alcun anniversario particolare dell'album in questione. Si tratta di un sostanzioso cofanetto contenente cinque CD, due singoli in vinile, poster e memorabilia vari ed un interessante libro con molte informazioni a riguardo. Insomma è evidente che l'intenzione sia di offrire la più completa panoramica su quello che è THE WHO SELL OUT. Missione compiuta? Lo vedremo...

L'album in questione è già stato ripubblicato in diverse versioni precedentemente, dall'interessante remix del 1995 alla Deluxe Edition del 2009, entrambe con pregi e difetti, e di fatto questa nuova edizione ulteriormente espansa dovrebbe rendere obsolete le due precedenti, ma non è proprio così. Lo è per la versione del 2009, che su due CD raccoglieva i mix mono e stereo dell'album e svariate tracce bonus, mentre il remix del 1995 aveva delle caratteristiche peculiari che, a fronte di un ovvio revisionismo che non tutti accettano, miglioravano l'esperienza di ascolto andando a correggere le imperfezioni dell'originale (l'orribile taglio all'inizio di Rael, i mancati jingle nella seconda metà dell'album, l'organizzazione delle tracce bonus con ulteriori jingle per simulare un album esteso senza stacchi....). Diciamo quindi che l'esclusione del remix del 1995 da questa Super Deluxe Edition, viste le sue peculiarità, è un po' una grande mancanza, oltre che probabilmente l'unico "difetto" che mi viene in mente. A parte questo, andiamo a vedere cosa contengono i 5 CD.


I primi due dischi offrono, rispettivamente, i mix mono e stereo dell'album, entrambi con una miriade di tracce bonus, spesso diverse da quelle dell'edizione 2009 (rispetto a cui, tra l'altro, vanta anche un lavoro di rimasterizzazione migliore). Nel primo CD troviamo quindi singoli come Pictures Of Lily, le cover dei Rolling Stones The Last Time e Under My Thumb, Doctor Doctor, Magic Bus, e tante versioni alternative, sia come take che come mix. Discorso simile per il secondo CD, le cui bonus sono però più simili alla versione del 2009 (Sodding About, In The Hall Of The Mountain King, Summertime Blues, i jingle per la Coca Cola e così via...). Dal terzo CD le cose si fanno veramente interessanti, in quanto qui iniziamo a trovare tutta una serie di outtake in studio dove si può ascoltare la band al lavoro nella realizzazione dell'album. Tra versioni primordiali, false partenze, chiacchiericcio in studio, basi strumentali, arrangiamenti diversi, ci troviamo di fronte ad un tesoro per i fan, ai quali sembrerà di essere proprio in studio mentre gli Who provano. Inutile scendere nei dettagli delle singole canzoni, in quanto tutto merita l'ascolto.
Il quarto CD, più breve, è chiamato The Road to Tommy, e raccoglie i brani realizzati dopo SELL OUT, nel 1968, per un possibile album mai realizzato (pare si sarebbe dovuto chiamare WHO'S FOR TENNIS), in un nuovo, ottimo remix realizzato nel 2018. Ecco quindi Glow Girl, Little Billy, Dogs, Melancholia, alcune riproposte anche nei loro mix originali in coda al CD (altri mix originali di alcune di queste tracce sono presenti nei primi due CD). Ultimo ma non ultimo, il quinto CD raccoglie una interessantissima selezione di demo di Pete Townshend di brani dell'epoca. Townshend fu uno dei primi musicisti ad avere uno studio casalingo, ed i suoi demo sono leggendari, tanto da averlo spinto a realizzare, a partire dagli anni '80, la serie di uscite SCOOP, che raccolgono demo da tutta la sua carriera. Qui troviamo brani dell'album come I Can See For Miles, Relax, Mary Ann With The Shaky Hand, Odorono, insieme ad altri come Melancholia, Glow Girl, Pictures Of Lily, ed alcuni inediti come Kids! Do You Want Kids e Inside Outside. Un affascinante e fondamentale ascolto, forse la punta di diamante del cofanetto, con solamente una mancanza che mi sento di segnalare: il demo di Rael, più lungo della versione poi finita nell'album (sui 9 minuti) e disponibile solamente in bootleg. 

In definitiva, vale la pena acquistarlo? A mio parere sì, in quanto nonostante la mancanza di qualche brano qua e là e del remix del 1995 (comunque tutt'ora facilmente reperibile a basso prezzo), migliora e amplia l'edizione del 2009, mostrando probabilmente la più esaustiva rappresentazione di THE WHO SELL OUT possibile. E se non altro riporta in auge un album troppo spesso bistrattato ed ignorato nella eclettica discografia degli Who, spesso in favore dei lavori successivi, ed il che non può che essere un bene. 

                                             

mercoledì 21 aprile 2021

Circulatory System - Signal Morning (2009) Recensione

Dopo l'esordio-capolavoro nel 2001 passarono ben 8 anni prima di vedere un seguito. Will Hart ha nel frattempo iniziato a soffrire di sclerosi multipla, ed il che ha ovviamente condizionato il suo ritmo di lavoro, non impedendogli comunque di tirare fuori un'infinità di piccole idee e frammenti in quel periodo. Tra idee individuali dalle registrazioni casalinghe e brani provati e registrati con gli altri membri della band (alcuni già presenti nelle scalette dei concerti ad inizio anni 2000), la quantità di materiale da cui pescare per realizzare un secondo album era particolarmente sostanziosa. 

Fu così che, ad un certo punto, Hart diede una enorme quantità di cassette a Charlie Johnson e Nesey Gallons, già membri della band, in modo che potessero selezionare, combinare ed organizzare l'enorme quantità di frammenti ed idee realizzati da lui da solo o con la band. Il risultato sono circa 45 minuti divisi in due lati, densi di idee e suoni come raramente si è potuto ascoltare altrove. Se nell'album di esordio c'erano vari brani in grado di stare in piedi da soli, qui, partendo da materiale certamente più frammentario, si ha la sensazione che la musica scorra in modo più "continuo", ed i singoli frammenti funzionino decisamente meglio se inseriti nel loro contesto, piuttosto che isolati. Ciò non significa che le idee non siano degne di esser prese a sé, ma piuttosto che il loro valore si mostri in modo ancora più evidente grazie a ciò che sta loro intorno. La consueta densità sonora data dalle decine di tracce audio mixate insieme è presente anche qui, ed è anzi forse ancora più in evidenza rispetto all'album precedente. Ovviamente, come in gran parte degli album usciti dall'Elephant 6, anche in questo caso la lista di musicisti coinvolti nelle registrazioni è piuttosto lunga, e va dagli effettivi componenti della band (chi, insomma, suona anche nei concerti) John Fernandes, Peter Erchick, Heather McIntosh, Hannah Jonees, fino ai vecchi amici Jeff Mangum, Bill Doss e Julian Koster. Per l'elenco completo vi rimando al loro Bandcamp.

Se all'inizio l'impatto è quasi traumatico, ed i muri di fuzz di Woodpecker Greeting Work Ant (realizzata con Bill Doss) sembrano un inizio piuttosto bizzarro, specie se messi a confronto con Yesterday's World (che apriva l'album precedente), è tuttavia incredibile la naturalezza con cui il tutto sembra incastrarsi e scorrere magnificamente via via che i minuti passano. Le melodie non sono così ovvie ed evidenti ad un primo ascolto, tanto che sono nascoste tra le pieghe del suono, ma già dal secondo ascolto non se ne andranno via tanto facilmente dalla vostra testa. Ben presto ecco This Morning (We Remember Everything), che tra start e stop, violoncello a la Roy Wood, bizzarri gorgoglii elettronici e tanto altro tira fuori melodie che sembrano arrivare da REVOLVER, così come Overjoyed, che dopo un inizio con archi barocchi pesantemente effettati sembra sfoderare un riff degno dei migliori Hawkwind di inizio anni '70, prima di sfociare nel puro caos sul finale.

E se un brano come Round Again spicca innegabilmente nella sua natura multiforme tra Beatles e Who, ad introdurlo ci sono gli appena 23 secondi di News From The Heavenly Loom, con una melodia che nessuno sano di mente "butterebbe via" in così poco tempo, e invece qui... Insomma molto spesso non si fa tempo a capire da dove un'idea arrivi e dove voglia andare a parare che altre due o tre ci vengono buttate in faccia, e ad ogni ascolto altri strati vengono rivelati, in una densità impossibile da descrivere a parole. Blasting Through e Gold Will Stay ci portano in territori più sperimentali ed ossessivi, con la prima che è sostanzialmente un mantra e la seconda che sembra affiorare lentamente da un mare di suoni e nastri al contrario, mentre in mezzo c'è Particle Parades, un altro dei brani più solidi insieme a Round Again, di nuovo composto da più sezioni e con un uso incredibilmente riuscito ed affascinante di archi, fiati e distorsioni a corredare altre melodie che definire contagiose sarebbe riduttivo. A chiudere c'è la title track, un degno finale positivo, aperto, memorabile, con un testo perfettamente in linea con la filosofia tipica dei progetti di Hart: 

"To be and to say and to know the way and to have some fun, this is all we want to do".

E come testi rimaniamo effettivamente su argomenti familiari per chi segue i Circulatory System, dai parallelismi tra grande e piccolo, al tempo circolare, all'elevazione di noi stessi tramite gioia e divertimento... Non si può non sentirsi meglio una volta ascoltato questo album, così come tutti gli altri di questa band. La pura ispirazione, l'istinto mostrato in registrazioni anche "alla buona", e proprio per questo uniche ed irripetibili, l'azzardo nella combinazione di suoni ed idee melodiche; solamente nelle SMILE SESSIONS dei Beach Boys si raggiungono tali vette, e d'altronde si sente quanto quelle registrazioni siano sempre di grande ispirazione per Hart. L'irrepetibilità della musica qui presente è proprio uno dei punti di forza dell'album, che fa delle "imperfezioni" un tratto distintivo, e di fatto in concerto la band è costretta a ovvi riarrangiamenti e modifiche, che rende l'esperienza di ascolto totalmente diversa e unica a sua volta. Con buona pace dei sostenitori della tesi secondo cui se una band non sa riprodurre fedelmente dal vivo la musica fatta in studio non è valida, di fatto portando ad un appiattimento irreversibile di essa ed una degradazione dell'importanza del processo di creazione e registrazione non strettamente intesa come semplice documento di una band che suona, ma come essenza vitale a sé stante, come combinazione di suoni spesso anche modificati, processati. E se molta della musica non riproducibile dal vivo oggi è tale per via della sua artificiosa perfezione, qui si va totalmente nel senso opposto. Questo album, il precedente ed il successivo saranno in grado di aprirvi la mente come pochi altri, se solo lo permetterete. 

Doveroso citare l'esistenza di SIDE 3, album uscito poco dopo SIGNAL MORNING contenente versioni alternative di alcuni brani dell'album, per un interessante ulteriore punto di vista. 



sabato 17 aprile 2021

Led Zeppelin - Le cinque serate ad Earl's Court nel 1975

Uno dei poster più ricercati dai collezionisti nella storia del rock, realizzato per pubblicizzare gli ultimi tre concerti (gli unici tre organizzati all'inizio) a Earls Court nel 1975

Non è un mistero che nel corso della loro carriera i Led Zeppelin abbiano reso l'America la loro seconda casa, e la maggior parte dei loro enormi tour si sono svolti lì. Di conseguenza, nel 1975, l'annuncio del loro ritorno in Inghilterra per alcuni concerti a Earl's Court fu un evento a dir poco unico, e di enorme importanza. L'ultima volta che suonarono nel Regno Unito fu a Gennaio 1973, e nel frattempo sono usciti ben due nuovi album! Molte cose sono cambiate in quei due anni, ed un paio di tour molto importanti si sono svolti negli Stati Uniti. Ma partiamo dall'inizio ...

Tour del Nord America

Dopo il lunghissimo e complesso processo di lavorazione necessario per completare Physical Graffiti, con l'album in questione ancora inedito a causa di vari ritardi, nel Gennaio 1975 i Led Zeppelin intrapresero un altro tour negli Stati Uniti. I loro ultimi concerti risalgono al 1973, quindi era passato un bel po' di tempo. Nel frattempo, nel 1974, Robert Plant ha subìto un'operazione alle corde vocali, e invece di riposare la voce come consigliatogli, si è quasi subito dedicato alla registrazione del nuovo album. Quindi, dato che praticamente erano tutti un po' arrugginiti, si decise di organizzare un paio di spettacoli in Europa per riscaldarsi, a Rotterdam e Bruxelles. Questi concerti erano ben lungi dall'essere perfetti e, mentre era tutto pronto per andare in America, Jimmy Page si ruppe l'anulare sinistro nella porta di un treno. Inoltre, a causa dell'inverno molto freddo, Plant si prese una pessima influenza che danneggiò la sua voce per il resto dell'anno, e John Bonham dovette combattere alcuni seri problemi di stomaco durante il tour.

La scaletta di questi primi concerti includeva canzoni come The Wanton Song, When The Levee Breaks e How Many More Times (temporaneamente al posto di Dazed And Confused), tutti brani nuovi, suonati raramente o assenti da tempo dalle scalette, per venire incontro all'infortunio al dito di Page. Queste canzoni furono poi scartate dopo poche date, e le scalette divennero molto simili a quelle del 1973, con solo poche nuove canzoni aggiunte.

La scaletta tipica del tour Americano del 1975, iniziato il 18 Gennaio a Bloomington, in Minnesota, e conclusosi il 27 Marzo a Inglewood, California, fu la seguente:

  • Rock and Roll
  • Sick Again
  • Over the Hills and Far Away
  • When the Levee Breaks (scartata dopo il 21 Gennaio)
  • In My Time of Dying
  • Since I've Been Loving You (suonata solamente il 14 Febbraio, il 21 ed il 27 Marzo)
  • The Song Remains the Same
  • The Rain Song
  • Kashmir
  • The Wanton Song (scartata dopo il 25 Febbraio)
  • No Quarter
  • Trampled Under Foot
  • Moby Dick
  • How Many More Times (suonata dal 18 Gennaio al 2 Febbraio) / Dazed and Confused (suonata dal 3 Febbraio al 27 Marzo)
  • Stairway to Heaven
Bis:
  • Whole Lotta Love (spesso in medley con The Crunge)
  • Black Dog
Ulteriori bis, suonati solo alcune sere:
  • Heartbreaker
  • Communication Breakdown
Il tour, nonostante l'inizio altalenante, ha vantato delle performance molto buone man mano che è andato avanti, con alcuni concerti eccezionali tra Febbraio e Marzo (come Uniondale 14/2, Long Beach 12/3, Vancouver 19/3 e Seattle 21/3). Il tour terminò con tre date all'LA Forum di Inglewood tra il 24 e il 27 Marzo.

Il ritorno in Inghilterra

Dopo la fine del tour negli Stati Uniti, l'idea era di portare il loro grande spettacolo in Inghilterra, in quella che all'epoca era la più grande sala da concerti: l'Earl's Court Exhibition Centre, un edificio polifunzionale sede di concerti e convegni situata a Londra, tra il Distretto di Kensington e Chelsea e quello di Hammersmith e Fulham, poi demolito nel 2017. Il grande palco che avevano in quel momento, le luci, i laser, il sistema di amplificazione, tutto ciò era incredibilmente costoso da portare in giro per il Regno Unito, o anche per l'Europa, per un tour vero e proprio, quindi si decise di organizzare tre date lì: il 23, il 24 e il 25 Maggio. Così facendo avrebbero potuto suonare per un gran numero di persone, essere pagati e poi andarsene di nuovo in tutta fretta prima di dover fare i conti con le tasse elevate dell'Inghilterra (che erano uno dei motivi principali per cui rimasero all'estero per la maggior parte del tempo in quegli anni).
A causa della forte richiesta (pare che tutti i biglietti per le tre date siano stati venduti in circa quattro ore), si decise di aggiungere altre due date, il 17 e il 18 maggio.
I poster di questi spettacoli (che potete osservare all'inizio dell'articolo) divennero leggendari e il treno disegnato su di essi (chiamato Zeppelin Express) era un modo per dire che, nonostante tutti questi concerti fossero in un unico luogo, tutti potevano arrivarci facilmente in treno.
Da sinistra a destra, John Paul Jones al mandolino, Robert Plant alla voce
e tamburello, e Jimmy Page alla chitarra durante il set acustico, probabilmente
alle prese con That's The Way. Earl's Court, 1975, giorno ignoto.
I Led Zeppelin arrivarono ​​in Inghilterra il 10 maggio, e subito iniziarono le prove agli Shepperton Studios. Nonostante alcuni problemi tecnici con luci e laser a causa delle differenze nel voltaggio elettrico tra Inghilterra e Stati Uniti, la band era di ottimo umore, e decise di aggiungere un set acustico nel bel mezzo del concerto. Il set acustico faceva già parte della scaletta tra il 1970 e l'inizio del 1973, con diverse canzoni al suo interno. In questo caso specifico sono state scelti Going To California, That's The Way e Bron-Y-Aur-Stomp. Si decise poi di introdurre questa sezione della scaletta con una new entry: una versione elettrica di Tangerine, con il ritornello cantato da tutti loro in un'armonia a quattro parti sorprendentemente riuscita. Questa canzone era stata suonata piuttosto raramente, in un arrangiamento completamente acustico, tra la fine del 1971 e la maggior parte del 1972, e non verrà mai più suonata se non in questi cinque concerti del 1975.

Un'altra caratteristica molto importante per questi concerti fu la presenza di un grande schermo sopra al palco. Potrebbe essere una cosa comune ora, ma allora era la prima volta che qualcosa del genere veniva fatto in Inghilterra. Questo è il motivo per cui abbiamo i video di un paio di questi concerti, ma di questo parleremo più avanti.

Qui potete trovare il programma ufficiale dei concerti all'Earl's Court, direttamente dal sito ufficiale dei Led Zeppelin.

Una rara foto del palco ad Earl's Court visto da lontano, in cui si può osservare la tenda che verrà tirata via per rivelare la scritta illuminata "Led Zeppelin" a fine concerto, e l'enorme schermo dove venivano proiettati i video (quelli del 24 e del 25 Maggio sono effettivamente arrivati a noi). Data della foto ignota.


Sabato 17 Maggio 1975


John Bonham durante il suo assolo in Moby Dick, Earl's Court 1975, data ignota
La prima serata è un buon inizio, ma sebbene il loro entusiasmo sia palpabile, la potenza selvaggia delle ultime date Americane di Marzo ha lasciato spazio ad una performance complessivamente più organizzata e disciplinata, un po' meno avventurosa. Il nuovo set acustico avrebbe forse avuto bisogno di un po' più di prove, e funzionerà molto meglio nelle serate successive, ma nel complesso è comunque un buon concerto. Per qualche ragione, nonostante abbia avuto quasi due mesi di pausa, la voce di Robert Plant regala di nuovo stecche continue, probabilmente perché, influenza o no, doveva ancora trovare un nuovo modo di cantare dopo la sua operazione nel '74, ed effettivamente ci riuscirà egregiamente solo nel 1977.

La scaletta di stasera, come sarà per tutte le sere 
tranne l'ultima, è la seguente:
I Led Zeppelin in posa nel backstage prima di uno
dei concerti ad Earl's Court, Maggio 1975,
giorno non specificato.
  • Rock And Roll
  • Sick Again
  • Over The Hills And Far Away
  • In My Time Of Dying
  • The Song Remains The Same
  • The Rain Song
  • Kashmir
  • No Quarter
  • Tangerine
  • Going To California
  • That's The Way
  • Bron-Yr-Aur Stomp
  • Trampled Underfoot
  • Moby Dick
  • Dazed And Confused
  • Stairway To Heaven
  • Whole Lotta Love
  • Black Dog
Abbiamo una registrazione dal pubblico di questo concerto che non è perfetta e, come molte registrazioni simili fatte nello stesso luogo, è molto rimbombante e distante. Tuttavia, è comunque ascoltabile. Stasera li presenta il DJ Bob Harris.

Domenica 18 Maggio 1975


I Led Zeppelin sul palco ad Earl's Court il 18 Maggio 1975, alle prese con Tangerine
Uno spettacolo molto più solido, e probabilmente il migliore dei cinque. La band sembra più rilassata, la scaletta scorre meglio e la maggior parte delle canzoni sono tra le migliori versioni suonate non solo in questi concerti di Maggio, ma anche degne di rivaleggiare con certe performance del tour Americano. Una di questi è certamente No Quarter, seguita a ruota dall'intero set acustico, in cui possiamo sentire chiaramente le bellissime armonie di Tangerine e una meravigliosa performance vocale di Plant in That's The Way. Per qualche ragione Jimmy Page ha deciso di usare la sua Fender Stratocaster blu in Over The Hills And Far Away, con ottimi risultati.

Ancora una volta, tutto ciò che abbiamo è una registrazione dal pubblico, ma probabilmente è la migliore tra quelle disponibili, di nuovo un po' rimbombante ma che coglie bene l'atmosfera del concerto, e allo stesso tempo è abbastanza chiara. Il DJ Johnny Walker li presenta stasera.

Venerdì 23 Maggio 1975

Jimmy Page con la Fender Stratocaster blu, probabilmente durante No Quarter. Earl's Court, 23 Maggio 1975.
Un altro spettacolo molto solido, forse giusto un gradino sotto al precedente. Certamente è una buona serata vocalmente per Robert Plant, e l'intera band è decisamente in forma. Page tira fuori di nuovo la Stratocaster blu, non solo per Over The Hills And Far Away, ma anche per un'incredibile versione di No Quarter. La Stratocaster funziona molto bene in queste due canzoni, e ci si può chiedere perché non l'abbia usata più spesso (visto che la usò effettivamente molto in studio). Dovremo aspettare fino al 1979 per vederla suonare di nuovo sul palco, anche se solo in In The Evening. Un altro momento clou di questa sera è una delle versioni più pesanti di Kashmir, suonata più lenta del solito per farla sembrare ancora più grandiosa ed epica, anche se forse manca di un po' di energia.

Un'altra registrazione del pubblico documenta questo spettacolo, con una qualità del suono simile a quella delle altre serate. Il DJ Kid Jensen li presenta stasera.

Sabato 24 Maggio 1975

I Led Zeppelin sul palco ad Earl's Court, data ignota, Maggio 1975.
Questo è il primo spettacolo di cui abbiamo una registrazione dal mixer e un video completo, e per questo motivo è uno dei concerti più famosi dei Led Zeppelin, insieme al successivo. Tuttavia, sebbene l'atmosfera sia positiva, e sia fantastico vederli e ascoltarli finalmente con una tale qualità, la performance sembra un po' troppo rilassata qua e là. Bonham in particolare sembra essere spesso dietro agli altri (e probabilmente il fatto che la batteria sia piuttosto bassa nel mix non aiuta), e ci vuole loro un po' per riscaldarsi. Detto questo, la parte centrale dello spettacolo è stellare, con una bellissima No Quarter, una potente Trampled Underfoot ed una delle migliori versioni di Dazed And Confused, in cui tutti gli elementi aggiunti negli ultimi anni sembrano fluire perfettamente, con una sezione particolarmente inquietante di Woodstock al posto della classica San Francisco, ed un'atmosfera oscura che permane in tutti i suoi 35 minuti che è difficile da esprimere a parole. Assolutamente da ascoltare.

Come detto sopra, di questo concerto abbiamo sia una registrazione completa del mixer che un ottimo video. Ovviamente il tutto in bootleg, non pubblicato ufficialmente. Il DJ Nicky Horne li presenta stasera.

Domenica 25 Maggio 1975

Jimmy Page che fa un ultimo inchino dopo quasi quattro ore di concerto. Earl's Court, 25 Maggio 1975. Una delle svariate foto in cui si può osservare la scritta illuminata "Led Zeppelin" che appariva a fine concerto.
Con una durata di circa 3 ore e 45 minuti, è uno dei concerti più lunghi mai suonati dai Led Zeppelin. C'è più energia nell'esibizione di stasera, anche se la voce di Plant sembra ormai stanca. Page sembra dare tutto quello che ha, e Bonham è tornato in piena forma, mentre Jones, beh, è ​​sempre una roccia infallibile. Ci sono punti in cui la serata precedente è stata migliore, soprattutto in Dazed And Confused (che, per inciso, fu suonata per l'ultima volta in assoluto proprio in questo concerto), ma ciò che dà a questo concerto una marcia in più sono i bis. Dopo 3 ore e mezza, i Led Zeppelin tornano sul palco per una ottima versione di Heartbreaker, ed una divertente Communication Breakdown con un interludio reggae. Uno concerto spettacolare, pur con i suoi difetti.

Come per il 24, abbiamo sia una registrazione del mixer che un ottimo un video, con solo un breve taglio nel mezzo, tra No Quarter ed il set acustico (riempito dalla registrazione dal pubblico nella maggior parte delle versioni). Di nuovo, ovviamente, il tutto è in bootleg, non pubblicato ufficialmente. Il DJ Alan Freeman li presenta stasera.

Cosa è stato ufficialmente pubblicato


Led Zeppelin DVD, 2003
Nel 2003, quando uscì il DVD dei Led Zeppelin, fu un grande evento. Per la prima volta alcuni filmati della band, ripuliti e rimasterizzati, potevano essere visti da tutti. La maggior parte dello spettacolo della Royal Albert Hall del 1970 è lì, un sacco di apparizioni televisive dal 1969, alcune outtakes dal Madison Square Garden nel 1973 (concerto dal quale fu tratto il film e l'album live The Song Remains The Same nel 1976) e quasi un'ora ciascuno da Earl's Court 1975 e Knebworth 1979. Questi ultimi due in particolare sono stati creati assemblando riprese tratte da varie serate, come per l'audio, ma concentriamoci in particolare su Earl's Court.

Il video dura 45 minuti e 46 secondi e contiene Going To California, That's The Way, Bron-Y-Aur-Stomp, In My Time Of Dying, Trampled Underfoot e Stairway To Heaven. Essendo riprese destinate al grande schermo sopra al palco durante i concerti, questi video consistono principalmente in primi piani della band, quindi non c'era intenzione di pubblicarli come un vero e proprio film (anche se, ironia della sorte, a volte sono effettivamente più soddisfacenti da guardare della maggior parte di The Song Remains The Same).

Vediamo da dove sono state tratte queste canzoni:
  • Going To California è quasi completamente dal 25, con solo poche parti vocali prese dal 24.
  • That's The Way è di nuovo quasi completamente dal 25.
  • Bron-Y-Aur-Stomp è di nuovo del 25, con alcune parti vocali modificate ed un'altra presa dal 23.
  • In My Time Of Dying: dal 24, con alcune parti leggermente modificate.
  • Trampled Underfoot: principalmente dal 25, con un sacco di modifiche apportate alla voce, prendendo pezzi dal 24 o dal 23.
  • Stairway To Heaven: sempre dal 25, con una piccola correzione alla fine dell'assolo di chitarra (quella sera Jimmy ha dovuto suonare le note finali un'ottava più bassa a causa di una corda rotta, ma su questo DVD quella sezione suona alta come al solito, anche se il video non corrisponde, e l'audio è sicuramente preso da un'altra serata), e la parte finale con solo Robert che canta tratta dal 24.
Questi due DVD sono pieni di piccoli frammenti di video e audio in tutti i vari menù. Un esempio è il sottomenu della sezione di Earl's Court sul secondo DVD, che presenta, oltre a un video di Belfast 1971, l'audio di Bron-Y-Aur-Stomp del 24/05/1975. Un altro esempio è nel menu delle opzioni audio, sempre sul secondo DVD, che presenta un video di Seattle del 21/03/1975, durante la sezione centrale di Whole Lotta Love, ma l'audio è tratto dalla stessa sezione dell'esibizione di Earl's Court del 25. 

Se volete saperne di più a riguardo, vi rimando a questo interessantissimo sito in inglese, dove si analizzano tutti i live video e audio ufficiali dei Led Zeppelin, e si va a cercare la fonte di ogni frammento utilizzato. 

Quindi, a giudicare da ciò che possiamo vedere e sentire, è ovvio che Page abbia entrambe le serate finali, il 24 ed il 25, in video e audio multitraccia, tuttavia alcuni frammenti di audio sembrano essere presi dal 23, il che ci può far pensare che ci sia anche una registrazione multitraccia di quella sera, o magari anche un video. Se è così, essendo il 23 un ottimo concerto nel complesso, è un po' un peccato lasciarlo inedito, per non parlare di una possibile compilation creata usando le tre serate disponibili, ma stavolta a coprire l'intera scaletta! Ma forse si chiede troppo.

Un'altra bella foto in cui si può osservare la scritta "Led Zeppelin" che appariva a fine concerto. Earl's Court, Maggio 1975, giorno non specificato.

E dopo?

Led Zeppelin, 1976, foto promozionale
Mentre erano in Inghilterra, Page e Plant sono stati sottoposti a varie vaccinazioni, poiché volevano andare in Marocco appena dopo aver finito i concerti all'Earl's Court, per fare ricerche per il prossimo album. Successivamente, è stato organizzato un altro tour negli Stati Uniti a partire da fine Agosto, e c'erano programmi per altri concerti in Asia, forse in Sud America, e chissà dove altro. I Led Zeppelin erano sulla cresta dell'onda in quel momento.

Prima di tutto ciò, Robert e Jimmy, insieme alle loro famiglie, sono andati in vacanza in Grecia, sull'isola di Rodi. Un giorno, Jimmy decise di andare in Sicilia, a visitare la casa di Aleister Crowley, lasciando sua figlia a Plant e alla moglie Maureen. Purtroppo quel giornotutti e tre furono vittime di un incidente d'auto, e mentre la figlia di Page stava bene, sia Robert che sua moglie rimasero gravemente feriti. Plant si ruppe una caviglia ed un gomito, e questo ha causato una lunga pausa forzata per la band. In quel periodo, con Plant in sedia a rotelle, furono scritte le canzoni per Presence, e la band non suonerà dal vivo prima di Aprile 1977, in un nuovo lungo tour Americano, quasi due anni dopo Earl's Court.

mercoledì 14 aprile 2021

Jan & Dean - Discografia


Un duo che è tra i più riconoscibili simboli della musica surf della prima metà degli anni '60, insieme ai Beach Boys, con anche con svariati punti d'incontro con questi ultimi, come vedremo. C'è chi ama e c'è chi odia questo "genere" spesso ripetitivo e prevedibile, ma nessuno può negarne il fascino. A differenza dei Beach Boys, Jan & Dean non godono oggi di altrettanta fama, la loro immagine non si è mai allontanata dallo stereotipo surf (e vedremo poi anche perché), ma il loro modo di fare più sfrontato ha fatto guadagnare loro gran rispetto da parte dei futuri artisti punk, genere, tra l'altro, che dal surf prende anche svariati elementi. Qui vedremo la loro discografia nel dettaglio, dagli inizi a fine anni '50 fino alla fine degli anni '60, per dare un po' di luce ad un catalogo musicale che merita di essere esplorato.

Jan Berry e Dean Torrence, originari di Los Angeles, si conobbero a scuola, alla Emerson Junior High School, e nel 1957 facevano parte della stessa squadra di football. Negli spogliatoi avevano armadietti vicini, ed iniziarono per divertimento ad armonizzare tra loro nelle docce, anche insieme ad altri componenti della squadra. Per entrare in un contest organizzato dalla University High School, entrambi entrarono in un gruppo doo-wop chiamato The Barons, insieme a William Steele, Arnold P. Ginsburg, Wallas S. Yagi e John Seligman, oltre a Sandy Nelson alla batteria ed il futuro Beach Boy Bruce Johnston al piano. Dean si occupava delle parti in falsetto, mentre Jan di quelle basse. I Barons suonarono svariate cover ma durarono poco, lasciando Berry e Torrence da soli a tentare di scrivere qualche nuova canzone. 

La prima che tentarono di registrare fu Jennie Lee, ma proprio in quel momento Dean fu chiamato nell'esercito, lasciando Jan a realizzare il brano insieme a Ginsburg, formando quindi il duo Jan & Arnie. Realizzarono un acetato del brano, registrato nel garage di Jan, che attirò l'attenzione di Joe Lubin, vice presidente della Arwin Records, che si offrì di produrre e distribuire la loro musica. Ci fu quindi un periodo in cui Jan & Arnie registrarono una manciata di singoli di ispirazione doo-wop, ma con già elementi che anticipano il sound surf. In particolare il "pa-pa-pa" di Jan, che diventerà un marchio di fabbrica. Gas Money fu un altro singolo, ed il 24 Agosto 1958 il duo cantò nel primo spettacolo rock and roll all'Hollywood Bowl, presentato da Dick Clark con svariati altri cantanti ospiti davanti a ben 12000 persone. Dopo un terzo ed ultimo singolo, The Beat That Can't Be Beat, Dean terminò il suo periodo nell'esercito, proprio in corrispondenza dei primi segni di disillusione di Arnie nei confronti del music business. Fu così che Dean prese il posto di Arnie e Jan & Dean diedero inizio, nel 1959, alla loro carriera. 

  • Marzo 1960 - The Jan & Dean Sound

Clementine
Judy
My Heart Sings
Rosi Lane
Oh Julie
Baby Talk
You're On My Mind
There's A Girl
Jeanette
Cindy
Don't Fly Away
White Tennis Sneakers




Una volta riunito il duo, con l'aiuto dei produttori Herp Albert e Lou Adler, registrarono il loro primo singolo, Baby Talk. Inizialmente erroneamente accreditata a Jan & Arnie e registrata, ancora una volta, nel garage di Jan, il singolo uscì nel 1959 e passò 12 settimane nella classifica Billboard Hot 100, arrivando al numero 10.  Questo brano, fortemente doo-wop nello stile ma già con i primi segni del futuro stile surf (come ad esempio la chiusura in falsetto), garantì al duo una bella spinta iniziale, che portò alla realizzazione, nel 1960, del loro primo vero e proprio album. Da notare che Jan & Dean, a differenza di praticamente tutti i loro colleghi musicisti coetanei, all'epoca non si dedicarono a tempo pieno alla musica, proseguendo con i loro studi anche nei momenti di maggior successo degli anni successivi. Questo permise loro di non cadere "vittime" di certe logiche di mercato e ricatti tipici dell'ambiente, e di continuare a fare sostanzialmente quello che volevano (perché tanto se fossero stati scaricati avrebbero avuto le loro altre carriere di cui occuparsi). Questo fu in un certo senso rivoluzionario, e senza dubbio portò ad una loro certa sfrontatezza poi ammirata anche dai musicisti punk anni dopo. THE JAN & DEAN SOUND raccoglieva, oltre a Baby Talk, anche il loro altro successo Clementine, cover del celeberrimo brano tradizionale di fine '800, mentre lo stile generale è ancora fortemente e comprensibilmente debitore verso gli anni '50. Un grazioso album tipico dei tempi, che però all'epoca non entrò in classifica, forse anche perchè pubblicato dalla piccola etichetta Dorè, interessante da ascoltare in luce di quello che sarà. 


  • Agosto 1962 - Jan & Dean's Golden Hits


Baby Talk
We Go Together
Palisades Park
In A Turkish Town
Who Put The Bomb
Heart And Soul
Barbara Ann
Poor Little Puppet
Tennessee
Queen Of My Heart
A Sunday Kind Of Love
Jennie Lee




Dopo l'uscita del loro album d'esordio, Jan & Dean passarono sotto la Liberty, con cui rimasero per gran parte della loro carriera, e trascorsero il 1961 a pubblicare principalmente singoli, poi raccolti in questo JAN & DEAN'S GOLDEN HITS del 1962. Dal titolo sembra una normale raccolta di successi (e di fatto lo è), ma siccome molti di questi brani non sono presenti in altri album, si può quasi considerare come parte integrante della loro discografia. Se escludiamo la riproposizione di Baby Talk, infatti, il resto ci regala una serie di bei brani che ben rappresentano una prima transizione dal doo-wop al surf, seppur trattandosi principalmente di cover. Spicca subito il classico Barbara Ann, brano di Fred Fassert del 1961 reso poi famoso dai Beach Boys nel 1965. Jan & Dean proprio in questo periodo incontrano effettivamente la band dei fratelli Wilson suonando in giro, ed i collegamenti tra le due band saranno molteplici, come vedremo. Ad esempio, rimanendo su Barbara Ann, quando i Beach Boys decideranno di interpretarla a loro volta, lo stesso Dean canterà la parte in falsetto, non Brian Wilson (tra l'altro è piuttosto interessante la storia a riguardo, ma ci torno fra poco). Rispetto al loro primo album qui i brani si fanno più vari, interessanti e godibili, dalle divertenti Tennessee e A Sunday Kind Of Love, ancora fortemente doo-wop, alla ri-registrazione della vecchia Jennie Lee, fino alla bellissima Palisades Park di Freddie Cannon e ad uno dei maggiori successi di Jan & Dean di questa prima fase, il classico Heart And Soul. Qui il sound di Jan & Dean incomincia a prendere forma.   

La storia della versione dei Beach Boys di Barbara Ann

Facciamo temporaneamente un salto avanti a Settembre 1965, i Beach Boys, o meglio Brian Wilson, stanno lavorando a quello che sarà PET SOUNDS, ma la Capitol esige un album, e in fretta. Ovviamente ci vorrà ancora qualche mese per ultimare l'album in questione, e quindi si decide di registrare un album live in studio nel frattempo, con arrangiamenti acustici "alla buona" di svariati brani, spesso improvvisati come a simulare una festa, che appunto diventerà l'album THE BEACH BOYS PARTY!. Ci sono brani dei Beatles, di Dylan e altri, e Jan & Dean erano intenzionati a partecipare alle registrazioni, ma la loro etichetta, la Liberty, impose loro di firmare un contratto che prevedesse, in caso di una loro partecipazione in un album dei Beach Boys, che nel prossimo lavoro di Jan & Dean questi ultimi ricambiassero il favore, partecipando al loro. Il duo rifiutò, definendo ridicolo tutto ciò, sia perchè lo stesso Brian Wilson aveva già scritto varie canzoni per loro senza mai volere nulla in cambio, e sia perchè da amici preferivano prendere accordi a voce, e non su carta. Fu quindi impedito loro di partecipare in alcun modo. Caso volle che mentre i Beach Boys registravano PARTY!, Jan & Dean fossero in uno studio quasi adiacente, e in una pausa nelle registrazioni Dean andò a visitarli, dopo aver ricevuto di nuovo la raccomandazione di non cantare. Una volta lì, preso dall'atmosfera festaiola, fu trascinato e spinto a cantare almeno un pezzo. Avendo a disposizione solo pochi minuti prima di far insospettire qualcuno, Dean propose di suonare Barbara Ann, sia perchè già fatta insieme a Jan pochi anni prima, sia perchè era conosciuta da tutti. E fu così che si iniziò a fare una serie di take del brano, con Dean ad occuparsi della parte in falsetto, e dopo pochi tentativi ecco che la versione di Barba Ann che tutti conosciamo ancora oggi prese forma. Nell'album, a differenza della versione singolo, ci sono anche die divertenti falsi finali ed un eloquente "thanks Dean" pronunciato da qualcuno alla fine, ma di fatto all'epoca questa sua partecipazione fu tenuta segreta, a partire da lui stesso quando, ritornato da Jan, assicurò di non aver cantato nulla. Per uno scherzo del destino, Barbara Ann diventerà uno dei singoli più celebri dei Beach Boys, specialmente in Italia, finendo per caratterizzare la loro immagine ben più di quanto si potesse immaginare. 

  • Aprile 1963 - Jan & Dean Take Linda Surfin'


Linda
Walk Like A Man
Surfin'
Let's Turkey Trot
Rhythm Of The Rain
Mr. Bass Man
Walk Right In
The Best Friend I Ever Had
The Gypsy Cried
My Foolish Heart
When I Learn How To Cry
Surfin' Safari




Aperto da un altro grande successo per il duo, Linda, con il falsetto di Dean ben in evidenza, è senza dubbio l'album della svolta, quello che ci fa entrare a pieno titolo negli anni '60. Il surf si fa largo principalmente nei brani Surfin' e Surfin' Safari, entrambi dei Beach Boys, mentre Jan incomincia ad imporsi sia come compositore che come produttore/arrangiatore (anche per altri artisti). Il loro stile classico qui prende piede definitivamente, e le ormai conclamate influenze doo-wop si mescolano nel modo più naturale possibile con la nascente moda surf, e brani come la spassosa Mr. Bass Man convivono pacificamente con le due già citate cover dei Beach Boys, oltre che con le belle ballate Rhythm Of The Rain, The Gypsy Cried (di nuovo con un falsetto di Dean spettacolare) e The Best Friend I Ever Had. Ci sono dei begli arrangiamenti orchestrali qua e là che rendono il tutto particolarmente piacevole anche dopo quasi sessant'anni, basti ascoltare My Foolish Heart ad esempio. Certamente il primo album veramente solido di Jan & Dean, ed il primo ad entrare nella top 100 di Billboard. 

  • Luglio 1963 - Surf City (and Other Swingin' Cities)


Surf City
Memphis
Detroit City
Manhattan
Philadelphia, PA
Way Down Yonder in New Orleans
Honolulu Lulu
Kansas City
I Left My Heart In San Francisco
You Came a Long Way From St. Louis
Tallahassee Lassie
Soul City






In un certo senso l'inizio dell'epoca d'oro di Jan & Dean, quella caratterizzata dalle collaborazioni con Brian Wilson e dei grandi successi tra surf e automobili. E proprio grazie a Brian Wilson il duo sfodera uno dei loro maggiori successi non solo per loro, ma anche dell'intero genere, Surf City. In questo caso non si tratta di una cover di un brano già pubblicato dai Beach Boys, ma proprio di uno composto apposta per loro, mandando su tutte le furie Murry Wilson, padre di Brian, Dennis e Carl, in quanto l'enorme successo del brano avrebbero potuto aggiudicarselo i Beach Boys stessi se Brian non avesse "dato via" il brano in questione. Tutti gli ingredienti del genere sono presenti, dalle armonie vocali, al falsetto, alla struttura di ispirazione rock and roll. Honolulu Lulu, questa ad opera di Jan, non è da meno, e anzi ne è un degno seguito condividendone le caratteristiche. Curiosa poi l'idea di aggiungere, nel titolo dell'album, "and Other Swingin' Cities" a Surf City, in modo da poter riempire l'album di brani con titoli e/o riferimenti a città degli USA, sia nuovi che cover, in una sorta di concept album ante litteram. Si tratta senza dubbio di uno dei migliori album di Jan & Dean, oltre che uno dei più rappresentativi e celebri.
  • Novembre 1963 - Drag City 


Drag City
I Gotta Drive
Drag Strip Girl
Surfin' Hearse
Dead Man's Curve
Schlock Rod (Part 1)
Schlock Rod (Part 2)
Pospicle Truck
Surf Route 101
Sting Ray
Little Deuce Coupe
Hot Stocker





Come prevedibile, seguendo un percorso artistico in un certo senso analogo ai Beach Boys, dopo aver affrontato il surf, ora tocca alle automobili. E se i Beach Boys pubblicano ad Ottobre 1963 LITTLE DEUCE COUPE, Jan & Dean rispondono un mese dopo con DRAG CITY, tra l'altro coverizzando a loro volta il brano Little Deuce Coupe. Via quindi al tipico immaginario legato alle hot rod, le auto sportive americane tipiche di quegli anni, e alle competizioni su strada. Drag City, composta di nuovo da Jan e Brian Wilson, è il seguito di Surf City, ed un altro grande successo per il duo, seguito a ruota dal classico Dead Man's Curve
"Dead Man's Curve -
Sunset Boulevard"
Quest'ultimo è un brano un po' più oscuro della media, in quanto prende il nome da una curva pericolosa su Sunset Boulevard, in fondo ad un rettilineo e con poca visibilità, famosa per i numerosi incidenti lì accaduti. Ed infatti il brano è raccontato dal punto di vista di una vittima di un incidente in quella curva, che poco prima era stato sfidato in una corsa ed ora racconta il tutto ad un dottore. Il brano diventerà uno dei maggiori successi della carriera di Jan & Dean, e verrà riproposto, come vedremo, in altre versioni negli anni successivi. In aggiunta, quasi come in una inquietante premonizione, nel 1966 Jan avrà un gravissimo incidente proprio vicino a quella curva, come vedremo più avanti. 
Il resto dell'album si lascia ascoltare con piacere, e si fanno notare la bella Pospicle Truck, riproposizione con titolo diverso di Pospicle, già pubblicata nel 1961 come singolo, e le due parti di Schlock Rod, divertenti brani su base blues che paiono anticipare le tendenze comiche del duo che prenderanno piede di lì a qualche anno.
  • Aprile 1964 - Dead Man's Curve / The New Girl In School

CAR SIDE
Dead Man's Curve
Three Window Coupe
Bucket "T"
Rockin' Little Roadster
"B" Gas Rickshaw
My Mighty G.T.O.

SCHOOL SIDE
The New Girl In School
Linda
Barons, West L.A.
School Day
It's Easy As 1, 2, 3
Hey Little Freshman



Per capitalizzare sul successo del brano Dead Man's Curve, ecco che nel 1964 esce un album da cui ne prende (per metà) il titolo. Sì, perchè di fatto in questo caso ognuno dei due lati dell'album ha un titolo a sé, con la già citata Dead Man's Curve a capeggiare nel primo lato, di nuovo dedicato alle automobili, mentre il secondo, che invece è dedicato a brani dall'immaginario "scolastico", prende il titolo dal brano The New Girl In School, pubblicato anche come lato B del singolo Dead Man's Curve
Quest'ultima viene qui riproposta con un nuovo arrangiamento più orchestrale, ed affiancata da un'altra serie di brani "automobilistici", tra cui spicca la divertente e frenetica Bucket "T", con una sezione strumentale presa pari pari dal vecchio brano Jennie Lee. Gli Who ne faranno una cover nel loro EP READY, STEADY, WHO del 1966, su insistenza di Keith Moon, grande fan della musica surf, il quale si occupa anche della voce solista in quella versione. 
The New Girl In School è un altro bel brano scritto con Brian Wilson, mentre si fa notare il bel strumentale Barons, West L.A., tra blues e jazz. Altrove ci sono cover apprezzabili come School Day e la riproposizione di Linda, oltre a bei brani come Hey Little Freshman. In generale in tutti i brani (o perlomeno quelli nuovi) si notano arrangiamenti sempre più grandiosi e complessi, tendenza che continueremo a notare anche nei lavori successivi.
  • Agosto 1964 - Ride The Wild Surf


Ride The Wild Surf
Tell 'em I'm Surfin'
Waimea Bay
She's My Summer Girl
The Restless Surfer
Skateboarding - Part 1
Sidewalk Surfin'
Surfin' Wild
Down At Malibu Beach
A Surfer's Dream
Walk On The Wet Side
The Submarine Races





Un album fortemente trainato dalla title track, che di fatto prende il titolo dall'omonimo film sul surf, in cui effettivamente appare. Jan & Dean avrebbero dovuto apparire come attori, ma la loro amicizia con Barry Keenan, coinvolto nel rapimento di Frank Sinatra Jr., lo impedì. Il film Ride The Wild Surf si differenzia dagli altri tipici film sul surf, non essendo una commedia, mentre l'album in questione mostra maggiori segni di maturità artistica, di nuovo quasi a pari passo con i Beach Boys del magnifico ALL SUMMER LONG. C'è ancora la spensieratezza tipica di inizio anni '60, ma già si tinge qua e là di malinconia, forse come conseguenza dell'assassinio di J.F. Kennedy, evento che scosse l'America come pochi altri. Di fatto RIDE THE WILD SURF è uno degli album più solidi del duo, questa volta senza ripescaggi da album precedenti, con di nuovo due magnifiche collaborazioni con Brian Wilson: la magnificamente orchestrata title track e Sidewalk Surfin', quest'ultima un'ode allo skateboard che in sostanza è Catch A Wave dei Beach Boys con testo diverso. E lo skateboard ritorna anche nella strumentale Skateboarding - Part 1, anche se si rivela poco più che un divertente riempitivo, mentre si fanno certamente notare brani ottimamente scritti ed arrangiati come Waimea Bay, The Restless Surfer, e la ballata A Surfer's Dream (quasi la Surfer Girl di Jan & Dean). 
  • Settembre 1964 - The Little Old Lady From Pasadena


The Little Old Lady From Pasadena
Memphis
When It's Over
Horace, The Swingin' School-Bus Driver
Old Ladies Seldom Power Shift
Sidewalk Surfin'
The Anaheim, Azusa & Cucamonga Sewing Cricle, Book Review and Timing Association
Summer Means Fun
It's As Easy As 1,2,3
Move Out Little Mustang
Skateboarding - Part II
One-Piece Topless Bathing Suit




Un album pubblicato in tutta fretta, a solo un mese dal precedente, per capitalizzare sia, in generale, sul successo del duo in quel periodo, ma anche e soprattutto su quello del singolo The Little Old Lady From Pasadena. Certamente uno dei loro brani più celebri e divertenti, ispirato da uno spot della Dodge in cui appariva una donna anziana alla guida, si tratta anche del loro ultimo singolo ad entrare nella top 10. L'album, comprensibilmente, è quasi più una raccolta di brani già editi altrove, almeno in gran parte. Ritroviamo quindi Memphis, Sidewalk Surfin', It's As Easy as 1,2,3, e così via. Vale comunque la pena dargli un ascolto sia per la title track, ma anche per una manciata di altri brani difficilmente reperibili altrove, in quanto spesso usati come lati B di singoli. La divertente The Anaheim, Azusa & Cucamonga Sewing Cricle, Book Review and Timing Association spicca particolarmente, insieme alla malinconica ballata orchestrata When It's Over, tra i brani migliori del periodo.
A questo punto Jan & Dean sono al picco della loro popolarità, segnata anche dalla partecipazione al T.A.M.I. Show, un film concerto leggendario, con nomi come Rolling Stone, Beach Boys, Chuck Berry, James Brown, Marvin Gaye, le Supremes e molti altri. Lì suonarono The Little Old Lady From Pasadena e Sidewalk Surfin'
  • Gennaio 1965 - Command Performance

Surf City
Little Honda
Dead Man's Curve
I Get Around
All I Have To Do Is Dream
Theme From The T.A.M.I. Show (Here They Come From All Over The World)
Rock And Roll Music
The Little Old Lady From Pasadena
Do Wha Diddy Diddy
I Should Have Known Better
Sidewalk Surfin'
Louie, Louie





Il primo album live di Jan & Dean, che però, come praticamente tutti gli album del genere dell'epoca, non ci è dato sapere quanto effettivamente sia dal vivo e quanto suonato in studio ex-novo (visti anche gli effetti sonori del pubblico posticci identici all'album IN CONCERT dei Beach Boys). Il duo è accompagnato da vari membri della Wrecking Crew e da una ingombrante sezione fiati che riempie il sound, ed in copertina dice di contenere le performance al T.A.M.I Show, ma se così effettivamente fosse, di certo sono state aggiustate parecchio in studio, in quanto decisamente troppo "perfette" se confrontate con il video dello show. Oltre alle loro hit trovano posto anche un paio di brani degli amici Beach Boys, Little Honda e I Get Around (gli stessi Beach Boys nello stesso periodo suonarono The Little Old Lady From Pasadena in concerto), oltre alla beatlesiana I Should Have Known Better ed una manciata di altre cover di varia provenienza. Non un album essenziale, ed oggi molto raro, ma un ascolto piacevole che ben rappresenta il picco di fama di Jan & Dean.
  • Maggio 1965 - Jan & Dean's Pop Symphony No. 1 (in 12 Hit Movements)



The Little Old Lady From Pasadena
Baby Talk
Honolulu Lulu
Dead Man's Curve
Surf City
It's A Shame To Say Goodbye
Drag City
You Really Know How To Hurt A Guy
Sidewalk Surfin'
Heart And Soul
The New Girl In School
Linda





Un interessante esperimento, piuttosto originale per l'epoca (poi diventato la norma nei decenni successivi), in cui un'orchestra, la Bel-Aire Pop Orchestra, suona riarrangiamenti strumentali di varie hit di Jan & Dean. Jan Berry e George Tipton arrangiano e dirigono il tutto, selezionando dodici singoli di successo del duo, tra cui l'ultima You Really Know How To Hurt A Guy, di cui parleremo nel prossimo album. Ci sono arrangiamenti piuttosto particolari ed audaci, come The Little Old Lady From Pasadena, e altri decisamente più fedeli, come Dead Man's Curve, ma in generale il tutto si lascia ascoltare con piacere, pur non essendo un'uscita essenziale. Comprensibilmente all'epoca fu quasi totalmente ignorato dal pubblico, in quanto molto diverso dai tipici album di Jan & Dean. George Tipton andrà a lavorare con Harry Nilsson nei suoi album tra il 1967 ed il 1968. 
  • Agosto 1965 - Jan & Dean's Golden Hits Vol.2


Linda
Surf City
Honolulu Lulu
Drag City
Dead Man's Curve
The New Girl In School
The Little Old Lady From Pasadena
The Anaheim, Azusa & Cucamonga Sewing Circle, Book Review & Timing Association
Ride The Wild Surf
Sidewalk Surfin'
From All Over The World
You Really Know How To Hurt A Guy




A differenza dell'omonimo primo volume del 1962, questo GOLDEN HITS è effettivamente una raccolta di successi già presenti in altri album, e probabilmente una delle più riuscite. L'unico motivo di interesse è la presenza di uno degli ultimi brani di Jan & Dean ad entrare in classifica, You Really Know How To Hurt A Guy, non presente in altri album (se si esclude la versione orchestrale in POP SYMPHONY). Si tratta di un brano che mostra tendenze non lontane a quelle contemporanee dei Beach Boys (si pensi al secondo lato di TODAY), essendo una bel brano disteso dall'arrangiamento ambizioso, tra i migliori in assoluto del duo. Se però la band di Brian Wilson proseguirà su questa via verso PET SOUNDS, lo stesso non si può dire per Jan & Dean, che invece di lì a poco entreranno in una sorta di crisi d'identità.

  • Novembre 1965 - Folk 'n Roll


I Found A Girl
Hang On Sloopy
I Can't Wait To Love You
Eve Of Destruction
It's A Shame To Say Goodbye
Where Were You When I Needed You
A Beginning From An End
Yesterday
The Universal Coward
It Ain't Me Babe
Folk City
Turn, Turn, Turn





A questo punto è evidente che Jan & Dean vogliano allontanarsi dall'immagine surf quanto più possibile, in quanto è evidente il fatto che la musica in generale sia ormai andata oltre. E così decisero di accodarsi al movimento folk, perlomeno nel titolo dell'album, perchè in realtà di folk ce n'è pochino all'interno. Tolte Turn, Turn, Turn dei Byrds, Eve Of Destruction di Barry McGuire e poco altro, il resto è un mix di cover di brani nella top 10 in quel periodo ed una manciata di canzoni nuove, dai risultati piuttosto altalenanti, specie nei testi. A Beginning From An End ad esempio parla della morte della compagna del protagonista mentre dà alla luce sua figlia, ma è forse la migliore tra i nuovi brani, nonostante la palese riproposizione di una sezione recitata analoga a quella di Dead Man's Curve. Discorso diverso per The Universal Coward, parodia di The Universal Soldier di Donovan con un testo piuttosto discutibile che va contro i pacifisti ed è a favore della guerra. Non ci è dato sapere se si tratti di satira o meno, ma se così fosse, non è certo delle più riuscite. Altrove c'è Folk City, palese riscrittura di Surf City, mentre altre cover come Yesterday e It Ain't Me Babe sono piuttosto fedeli. Insomma è evidente che al di fuori dei territori noti Jan & Dean a questo punto inizino ad arrancare, ed infatti la "fase folk" dura appena lo spazio dell'album in questione. 
  • Marzo 1966 - Jan & Dean Meet Batman


Batman
The Origin Of Captain Jan And Dean The Boy Blunder
Robin The Boy Wonder
A Vit-A-Min A Day
Mr. Freeze
The Doctor's Dilemma
A Stench In Time
Batman's Theme
A Hank Of Hair And A Banana Peel
The Fireman's Flaming Flourish
The Joker Is Wild
Tiger, Tiger, Burning
Flight Of The Batmobile
A Hot Time In The Old Town Tonight



In un ulteriore tentativo di reinventarsi, Jan & Dean tentano la strada dell'album comico. Approfittando del successo della serie TV di Batman uscita ad inizio 1966, in questo album il duo è protagonista di una divertente avventura in cui loro stessi diventano supereroi alle prese con i criminali di turno, e ad un certo punto incontrano proprio Batman e Robin che si uniscono a loro. L'umorismo è un po' forzato a volte, e ascoltare un album in cui il 70% sono parti parlate non è per tutti, ma all'indubbio particolare fascino dell'album si aggiungono le quattro (o cinque se vogliamo) effettive canzoni, che da sole meritano l'ascolto. Batman è una perfetta evoluzione del classico sound di Jan & Dean, così come Robin The Boy Wonder, mentre The Joker Is Wild è semplicemente, e comprensibilmente, folle, seguita a ruota da Flight Of The Batmobile, scritta da George Tipton. Questi ultimi due brani in particolare sono tra le cose migliori del duo in questo periodo e non solo. In aggiunta troviamo anche una cover della classica sigla di Batman, senza grosse differenze. Un album senza dubbio curioso, che merita perlomeno un ascolto. Inutile dire che a questo punto la musica di Jan & Dean se ne stava ben fuori dalle classifiche, e anzi il duo non sembrava far molto per invertire la tendenza. 
  • Aprile 1966 - Filet Of Soul - A "Live" One


Norwegian Wood
1-2-3
Lightnin' Strikes
You've got To Hide Your Love Away
Let's Hang On
Hang On Sloopy
Honolulu Lulu
Gonna Hustle You
Dead Man's Curve
Michelle
I Found A Girl
Everybody Loves A Clown





Con Jan in copertina con la gamba ingessata per via di un incidente sul set del film Easy Come Easy Go (che non fu mai ultimato), FILET OF SOUL è un album che inizialmente avrebbe dovuto essere molto diverso. Di fatto alla base ci sono delle registrazioni di brani "dal vivo" (ovviamente rivisti in studio quando non direttamente suonati lì, vedasi Dead Man's Curve, semplice remix della seconda versione del 1964), che però non furono ritenuti abbastanza validi dal duo per farne un album. Si pensò così di creare uno strano mix tra brani dal vivo e sketch comici, come se fossero recitati sul palco tra una canzone e l'altra, corredati da invadenti effetti sonori. Oltre a ciò, alcuni brani vennero resi inascoltabili, come Dead Man's Curve su cui si simularono errori nel nastro, o Let's Hang On, che dopo infinite false partenze neanche viene suonata per intero. Comprensibilmente i discografici rifiutarono l'album in questione, ed assemblarono un più "normale" album live. Comprendente ben tre cover dei Beatles, di fatto è un godibile successore di COMMAND PERFORMANCE, vista anche la tracklist quasi interamente diversa, e gli arrangiamenti con ingombranti fiati sono perlomeno particolari, specialmente in Norwegian Wood. L'album come originariamente inteso da Jan & Dean, con gli sketch integrali, vide poi la luce nel 2017, con il titolo FILET OF SOUL REDUX - THE REJECTED MASTER RECORDINGS. 
  • Novembre 1966 - Save For A Rainy Day



Yellow Balloon
Here Comes The Rain
Pocket Full Of Rainbows
When Sunny Gets Blue
Like A Summer Rain
Raindrops
Rain On The Roof
Cryin' In The Rain
Taste Of Rain
Save For A Rainy Day Theme






Di questo album e del prossimo ne ho parlato in dettaglio qui, ma per farla breve...
Il 12 Aprile 1966 Jan Berry ebbe un tragico incidente automobilistico proprio nella vicinanze della Dead Man's Curve su Sunset Boulevard che ispirò l'omonima canzone. Jan si schiantò contro un camion parcheggiato, e rimase in coma per un mese. Mentre si riprendeva lentamente dall'incidente, che lo lasciò con non pochi problemi di movimento e comunicazione, Dean Torrence decise di tentare di portare avanti il nome del duo. Dapprima curando la pubblicazione di POPSICLE, raccolta che riportò in classifica il vecchio omonimo brano, e poi lavorando a nuova musica. La scintilla che spinse Dean a lavorare ad un nuovo progetto fu una canzone del suo amico compositore Gary Zekley, intitolata Yellow Balloon. Il riferimento ad un pomeriggio piovoso nel testo suggerì a Dean l'idea di realizzare un album di canzoni con come tema la pioggia. Fino a quel punto però era stato Jan a comporre le canzoni, così Dean chiese aiuto a vari amici compositori e musicisti per scrivere e suonare nuove canzoni, che vennero registrate in gran parte in un garage, con apparecchiature molto alla buona. E fu così che presero vita una manciata di canzoni dai toni malinconici, con arrangiamenti ispirati a PET SOUNDS dei Beach Boys, ma realizzate con una produzione lo-fi in totale contrasto. Dean si occupò di tutte le parti vocali, ed i brani furono intervallati dal suono della pioggia. 
Jan, che ovviamente non partecipò in alcun modo alla lavorazione, non apprezzò il risultato, e la Screen Gems, associazione che gestiva la musica del duo, impedì alla Columbia di procedere alla pubblicazione di quello che si sarebbe chiamato SAVE FOR A RAINY DAY, in quanto contrattualmente nulla sarebbe potuto uscire a nome Jan & Dean senza il coinvolgimento di Jan. Fece appena in tempo ad uscire il singolo Yellow Balloon con Taste Of Rain come lato B, ma l'album fu bloccato definitivamente, in quanto Dean rifiutò le condizioni propostegli in un nuovo contratto. Il singolo in questione fu sostanzialmente ignorato dal pubblico, ma trovò miglior fortuna nella versione della band del compositore Zekley, chiamata a sua volta Yellow Balloon. Curiosamente le due versioni di questo brano condividevano la medesima base strumentale. 
Dean, amareggiato nel veder naufragare un lavoro a cui teneva molto, decise di sfruttare l'etichetta indipendente di recente creazione, la J&D Records Co., per pubblicare 1500 copie del suo album, ovviamente diventate negli anni pezzi da collezione. Bisognerà attendere il 1996 per vedere una vera e propria pubblicazione ufficiale, grazie alla Sundazed. 
  • 2010 - Carnival Of Sound

Girl, You're Blowing My Mind
Mulholland
Fan Tan
Carnival OF Sound
Laurel And Hardy
I Know My Mind
Love and Hate
Tijuana
Hawaii
Lousiana Man
Stay
Only A Boy
In The Still Of The Night
Yakety Yak




In un certo senso lo SMILE di Jan & Dean (con le dovute differenze stilistiche), essendo un lavoro mai veramente ultimato e pubblicato ufficialmente decenni dopo. Jan Berry già a Marzo del 1966 iniziò a lavorare a qualche brano nuovo, Only a Boy, ultima sua registrazione vocale prima dell'incidente, e la cover di Louisiana Man, ma la tragedia del 12 Aprile interruppe il tutto. Lentamente Jan si riprese fisicamente, pur mantenendo grandi difficoltà nei movimenti e nella comunicazione, e un anno dopo, ad Aprile 1967, tornò in studio. Servendosi di svariati altri cantanti e musicisti, tra cui il fedele Roger Christian per i testi e Glenn Campbell, Jan diresse le session e compose brani dai toni più psichedelici del solito. Largo spazio quindi a sitar, cori lisergici e strane melodie, il tutto senza il minimo coinvolgimento di Dean. Tra il 1967 ed il 1968 uscirono svariati singoli con brani da queste session, frutto di un nuovo contratto stipulato dalla Screen Gems con la Warner, ma le condizioni di Jan, afflitto oltretutto da un disturbo del controllo degli impulsi, rendevano alquanto complicato il lavoro. Per questo motivo le session continuarono per più di un anno, facendo lievitare di conseguenza anche le spese, tanto da portare prima la Screen Gems, e poi poco dopo la Warner, a recidere il contratto stipulato con Jan e ad impedire il completamento di CARNIVAL OF SOUND. 
Dopo decenni di bootleg tratti da acetati, nel 2010 finalmente una versione dell'album viene pubblicata ufficialmente, con la copertina disegnata da Dean (come per SAVE FOR A RAINY DAY, in quanto proprio a fine anni '60 Dean si occupò proprio di disegnare copertine, anche per altri artisti, e per questo fu molto apprezzato e richiesto) ed una tracklist che dà la precedenza ai brani post incidente, lasciando in coda quelli iniziati prima. Brani come Mulholland, la title track e Love and Hate, per citarne alcuni, avrebbero potuto rilanciare Jan & Dean nel pieno del periodo psichedelico, ma di fatto ciò non avvenne, relegando il duo alla perpetua immagine di surf rocker, e cristallizzando definitivamente questa loro immagine nella storia.
Negli anni '70 uscirono svariate raccolte antologiche, ed il duo si riunì per fare concerti verso il 1978, continuando fino al 2004, anno della morte di Jan Berry.