sabato 11 marzo 2023

Perché Strawberry Fields Forever dei Beatles è un capolavoro di produzione musicale


Strawberry Fields Forever è una delle canzoni più celebri dei Beatles, nonché uno dei migliori esempi della loro fase psichedelica, sia per il suo sound che per il testo, che affronta la nostalgia dell'infanzia e si pone domande sull'identità e sull'ego, argomenti sicuramente ispirati dall'uso di LSD.
Fu scritta da John Lennon nel 1966, dopo aver già scritto canzoni su questi argomenti nel precedente album REVOLVER (She Said She Said, Tomorrow Never Knows), e quindi, di conseguenza, questa canzone è una perfetta continuazione.
Ciò che distingue questa canzone, tuttavia, è, senza dubbio, il suo suono molto particolare, risultato di alcune scelte di produzione molto intelligenti e, all'epoca, originali. Andiamo ad analizzare il processo che ha portato alla versione definitiva di Strawberry Fields Forever così come tutti la conosciamo.

I demo casalinghi

John Lennon ha registrato alcune versioni di questa canzone a casa sua durante la seconda metà del 1966, e la maggior parte di esse sono sostanzialmente acustiche. Possiamo già sentire gli accordi e le melodie che caratterizzeranno la canzone finale, ma, ovviamente, qui Lennon prova tempi e approcci diversi alla canzone, ed è affascinante da ascoltare.

Potete ascoltare qui un montaggio con i primi due demo.

Take 1


È qui che le cose iniziarono a farsi serie, quando Lennon presentò la nuova canzone agli altri Beatles, e iniziarono a registrarla in studio, il 24 novembre 1966.
Qui possiamo sentire Lennon che suona gli accordi con la sua chitarra elettrica, Harrison anch'esso alla chitarra elettrica che suona delle linee di basso, Ringo alla batteria e McCartney che si inserisce al Mellotron, suonando una linea melodica intorno agli accordi di Lennon, inizialmente con l'iconico suono"3 violins", più tardi con il suono "brass". È interessante notare che in questa versione possiamo anche ascoltare alcune armonie vocali a tre parti che sono state successivamente scartate, così come un'altra parte di Mellotron con il suono "guitar", suonato da Harrison, che imita una parte di chitarra slide (questa parte sarà inclusa almeno fino alla take 7). Inoltre, a questo punto la canzone, proprio come i primi demo, inizia ancora con la strofa, senza l'intro del "flauto" del Mellotron e il successivo ritornello, che si trova invece più avanti nella canzone.

Questo arrangiamento fu presto abbandonato.


Take 4 e 7


I Beatles continuarono a lavorare sulla canzone nei giorni successivi, e quando arrivarono alla Take 4 il 28 novembre, decisero che poteva essere abbastanza buona da tenerla per aggiungerci alcune sovraincisioni. Questa versione ha l'iconica introduzione del "flauto" del Mellotron proprio come il pezzo finale, le parti del Mellotron percussive in "codice morse", le maracas, McCartney al basso, Harrison che suona la chitarra arpeggiata, ed è in realtà abbastanza vicina alla versione finale. Tuttavia, per qualche ragione, decisero di fare un altro tentativo, e quando arrivarono alla Take 7 il giorno successivo, ancora abbastanza simile alla Take 4, registrarono la traccia vocale di Lennon con il nastro di base accelerato, così che quando mixata, la voce di Lennon suonasse più bassa e più lenta.

La Take 7 fu ritenuta abbastanza buona da mantenere come possibile versione definitiva, e in parte lo sarà, ma poi le cose si sono complicate un po'.

Qui potete ascoltare la Take 4 e la Take 7.

Take 26


Mentre veniva ultimato il processo di mixaggio della Take 7, Lennon si rese conto che mancava ancora qualcosa, e chiese a George Martin di scrivere una partitura orchestrale, il quale ne scrisse una per quattro trombe e tre violoncelli. Successivamente, la band iniziò a lavorare su una traccia di percussioni più pesanti, con tom, piatti e un charleston registrato al contrario, su cui hanno poi aggiunto timpani, bonghi e innumerevoli altre percussioni suonate da chiunque fosse disponibile in studio. Il 9 dicembre, parti di queste take sono state mixate insieme nella Take 24, che comprende tutte le percussioni, una coda strumentale (inclusa una parte di chitarra solista suonata da McCartney e una parte di flauto Mellotron al contrario), mentre il 15 dicembre Martin ha registrato la sua partitura orchestrale (che ha sostituito le parti del Mellotron).

Le ultime sovraincisioni furono la voce di Lennon, l'iconica parte arpeggiata dello swarmandal (un'arpa indiana) tra strofe e ritornelli, e un'ulteriore parte di rullante, su quella che allora venne chiamata Take 26, che, alla fine, suonava molto più pesante, più veloce, e di tonalità più alta rispetto alle versioni precedenti di questa canzone.

Qui potete ascoltare la Take 26.

La versione finale

Quando Lennon ascoltò entrambe le versioni finali della canzone (take 7 e 26), si rese conto che gli piacevano entrambe e chiese a Martin di trovare un modo per combinarle, sapendo che sarebbe stato in grado di farlo. C'è da considerare il fatto che all'epoca si lavorava con i nastri, quindi unirne due diversi significava tagliarli con le forbici e riattaccarli con il nastro adesivo, quindi non era certo facile come lo è oggi grazie alla tecnologia digitale. Il problema principale era che, ovviamente, la Take 7 era molto più lenta della Take 26, (la prima era intorno ai 90 bpm e la seconda intorno ai 111 bpm), ed erano anche su tonalità diversi (la prima era intorno a un La maggiore un po' crescente, dovuto alla manipolazione del nastro, e la seconda in Do maggiore). Quindi, utilizzando la tecnologia vari-speed, Martin e l'ingegnere del suono Geoff Emerick riuscirono a rallentare la Take 26 fino a circa 99 bpm e ad avvicinarla alla tonalità di Si bemolle, velocizzando anche la Take 7 fino a 91 bpm e avvicinando anch'essa un po' di più al Si bemolle). Ovviamente c'era ancora una differenza di velocità, come si può notare sopra confrontando i bpm di entrambe le versioni, e di intonazione (entrambe a quel punto erano attorno alla tonalità di Si bemolle, ma la Take 7 è ancora leggermente più calante della Take 26, quasi un quarto di semitono, ed entrambe alla fine sono calanti di pochi centesimi rispetto al Si bemolle), ma la decisione di inserire il taglio a circa 1 minuto dall'inizio, dove la maggior parte della musica si interrompe, ha reso l'operazione quasi impercettibile anche allo stesso Lennon, che rimase estasiato quando sentì il risultato finale.

Quindi, se ascolti la versione finale, si presti molta attenzione a circa 58 secondi dall'inizio, quando Lennon canta "let me take you down 'cause I'm going to...": la Take 7 la si può ascoltare dall'inizio della canzone fino a "...'cause I'm", mentre Take 26 entra esattamente sulla parola "going", conferendo al suono un ché di "ondeggiante", e continua fino alla fine.

La Coda

A parte la leggenda, legata alla questione della presunta morte di Paul McCartney, secondo cui sul finale Lennon dice "I buried Paul" ("Ho seppellito Paul"), che in realtà non è vera perché dice "cranberry sauce" ("salsa di mirtilli"), ciò che è peculiare nella coda finale di Strawberry Fields Forever è la dissolvenza in chiusura e dissolvenza in entrata proprio prima della fine. Il motivo per cui ciò è accaduto è abbastanza chiaro se si ascolta la Take 26, dove non c'è dissolvenza alla fine, e possiamo sentire gli strumenti andare fuori tempo l'uno con l'altro per un po', esattamente dove il suono sfuma nella versione finale. Sicuramente Martin voleva mantenere la parte subito dopo, quindi è per questo che il suono ritorna dopo un po'.