mercoledì 18 marzo 2020

Led Zeppelin - Live In Osaka 928 - (Bootleg - 2020) Recensione

Come ormai da qualche anno a questa parte, l'etichetta giapponese Empress Valley, che per comodità da ora in poi chiameremo con la sigla EVSD, si occupa di pubblicare e ripubblicare bootleg dei Led Zeppelin. Più che per ogni altra band, l'interesse per i bootleg del dirigibile è più che mai vivo, alimentato da un pressoché costante flusso di nuove uscite, siano esse versioni alternative, spesso migliori, di concerti già noti, o nastri effettivamente inediti fino a quel momento. Saranno le tendenze all'improvvisazione, l'imprevedibilità, il fatto che anche due concerti di giorni consecutivi hanno inevitabilmente differenze tra di loro, il fatto è che non è così difficile cadere nel tunnel dei live dei Led Zeppelin e finire per volerne sempre di più.
Il tour giapponese del 1971 è spesso considerato come uno dei picchi live di questa band, in procinto di pubblicare il loro quarto album, con già svariati pezzi che faranno parte suddetto in scaletta, ed in piena ascesa in termini di fama. Da una parte abbiamo un gruppo strumentalmente impeccabile, che ancora non soffre delle tendenze altalenanti del post '73, unito ad un Plant che se già mostra qualche segno di stanchezza vocale è ancora più che solido, dall'altra è palpabile l'eccitazione di essere in tour in posti nuovi, ed il che porta a performance particolarmente audaci ed estese.
Spesso si ricordano questi concerti per il lungo set acustico e l'infinito medley di cover nel mezzo di Whole Lotta Love, e di fatto proprio in queste parti di concerto si palesa l'approccio di cui sopra.
Ma andiamo nel dettaglio: a Febbraio 2020 la EVSD pubblica un soundboard parziale della penultima data del tour, quella ad Osaka del 28 Settembre 1971. Già lo scorso anno abbiamo potuto godere di un soundboard parziale dell'ultima data, quella del 29, forse la più celebrata e nota, ma pochi si aspettavano il 28. Questo perchè il concerto del 29 era già presente in buona qualità, con una registrazione di cui non si è mai ben capito quale fosse la fonte, ma comunque non la classica registrazione dal pubblico, che invece caratterizzava il 28.
Quello che abbiamo oggi tra le mani, nel boxset titolato Please Please Me (contenente anche la vecchia versione del concerto registrata dal pubblico, ed il cui titolo deriva dall'accenno del suddetto pezzo dei Beatles, insieme a From Me To You, accennato prima di Celebration Day) è di fatto un soundboard di circa due ore, che va dalla seconda metà di Heartbreaker (quindi niente Immigrant Song) a Moby Dick compresa, lasciando fuori tutta l'infinita Whole Lotta Love e i bis.
La qualità audio è più che buona, anche se non quanto quella del 29, e ci permette finalmente di ascoltare buona parte del concerto in modo chiaro e piacevole.
Il concerto è allo stesso tempo frenetico e rilassato, la perfetta rappresentazione dell'aggettivo "tight but loose" spesso affibbiato ai Led Zeppelin. Ciò è rappresentato come non mai dall'alternanza di una infiammata Celebration Day ed il set acustico che la segue, che ci può far addirittura dubitare del fatto che sia la stessa band a suonare quelle cose a distanza di pochi minuti.
Ed è proprio il set acustico l'highlight di questo bootleg, con la primissima performance di Bron-Y-Aur-Stomp, più veloce e senza l'apporto di Bonham, che sfuma senza pausa nelle estremamente rallentate ed estese That's The Way e Going To California, entrambe con un magnifico accompagnamento di Jones al mandolino. Poi, dopo una improvvisata We Shall Overcome, ecco una sinuosa Tangerine, forse nella sua migliore versione live, che lascia presto spazio alla divertentissima improvvisazione di Down By The Riverside, con uno scatenato John Paul Jones che passa all'Hammond. What Is And What Should Never Be ci porta fuori dalla sezione acustica, ed una spettacolare versione di Moby Dick, a parere di chi scrive una delle migliori, chiude la registrazione. Facendo un passo indietro, prima di Celebration Day possiamo goderci ottime versioni di Since I've Been Loving You, della nuovissima Black Dog e, soprattutto, dell'altrettanto fresca Stairway To Heaven, non ancora accolta da scroscianti applausi e con uno spettacolare e concitato assolo di Page sul finale. Nel mezzo abbiamo una consueta versione estesa di Dazed And Confused, che come al solito ci porta in territori ignoti e sembra anticipare l'inclusione della cover di Pennies From Heaven nella seconda metà, che si realizzerà però solamente nella serata successiva, con grande effetto.
La speranza è, un giorno, di poter ascoltare l'intera registrazione soundboard di questa serata e della successiva, se esistono. E diciamo che gli indizi dell'esistenza ci sarebbero anche, e sono dati dall'aggiunta di una traccia bonus in questo cofanetto, che è la Twist And Shout del 29 suonata nell'infinito medley di Whole Lotta Love, non presente nei bootleg pubblicati finora in soundboard. E diciamocelo, pare strano che nel caso esista solamente quel frammento...
Poi certo ci saranno ragioni economiche e di marketing che spingono la EVSD a pubblicare concerti parziali a prezzi esorbitanti, a mungere il tutto il più possibile; e spesso è per via dei prezzi alti dei nastri che acquisiscono dai collezionisti e dai limiti imposti dalla legge sui numeri di copie vendibili di bootleg in Giappone, che di fatto costringe a ricorrere al metodo "edizione limitata a prezzi assurdi", che è l'unico modo per loro di rientrare nelle spese, anche se poi, per nostra fortuna, inevitabilmente il tutto viene scambiato gratis su internet. Di fatto, però, non si può negare l'ottimo lavoro fatto dai giapponesi nella diffusione di nastri di valore storico che diversamente non vedremmo mai pubblicati in altri modi, in quanto difficilmente Page finirà per seguire l'approccio di un Rober Fripp con il repertorio live della sua band, e ciò è un gran peccato.
A tutti i fan dei Led Zeppelin, ascoltatevi questo concerto, non ve ne pentirete!
Qui sotto vi allego la registrazione integrale del concerto, con le parti mancanti nel soundboard sostituite dalla registrazione dal pubblico, nello specifico ad inizio e fine concerto.