lunedì 16 dicembre 2019

Top 10 Album - 2019

Come ogni anno si arriva in questo periodo a tirare le somme dell'anno trascorso in termini di uscite discografiche. La temuta top 10 del 2019 è arrivata, e come al solito devo specificare che è ovviamente basata su quelli che sono i gusti personali di chi scrive, e come tale va presa. Essendo questo 2019 anche l'anno che chiude questo decennio, seguirà tra qualche giorno un'altra classifica (è ancora da vedere se sarà una top 10 o conterrà più titoli) dedicata a questi ultimi 10 anni.
Mi preme specificare che l'ordine di questi album è continuamente variabile, ed il solo fatto di averli inseriti significa che sono perlomeno stati degni della mia attenzione.

10 - Alan Parsons - The Secret



Vittima forse di una campagna promozionale che portava gli ascoltatori più distratti a confondere Alan Parsons con l'Alan Parsons Project, di fatto creando aspettative intorno all'album come se fosse un "ritorno" che effettivamente non è, The Secret si è dimostrato comunque un album più che godibile. Palese sembra essere il tentativo di Parsons di arruffianarsi i vecchi fan del Project con un album colmo di ballate e arrangiamenti orchestrali, con giusto la strizzata d'occhio al prog nell'apertura di The Sorcerer's Apprentice (perchè diciamocelo, di sti tempi il suddetto genere va di moda), ma ciò non impedisce alle canzoni di rimanere in testa e di farsi apprezzare anche grazie ai bravi cantanti coinvolti.
Brano consigliato: As Light Falls


9 - The Crazy World Of Arthur Brown - Gypsy Voodoo



Totalmente a sorpresa, visto che Zim Zam Zim avrebbe dovuto essere il suo ultimo album, l'arzillo vecchietto comunemente conosciuto come il Dio de fuoco infernale ritorna con un nuovo lavoro. Non siamo di fronte ad un capolavoro, e anzi il già citato album precedente fu certamente più riuscito, ma risentire quella grande voce su brani belli spinti come quelli qui presenti è sempre un piacere. Certo, il riarrangiamento della Fire Suite dal suo primissimo album è forse un pelo ridondante, ma ci sono abbastanza differenze da accettare questa decisione.
Brano Consigliato: Love And Peace In China (anche se qui sotto trovate la title track, principalmente per il video).


8 - Whitesnake - Flesh And Blood



Anche per i Whitesnake c'è stato un grande ritorno in questo 2019, pur con un cuore compositivo leggermente diverso visto l'abbandono di Doug Aldrich. Reb Beach si affianca a Coverdale nella scrittura e non mancano i contributi degli altri membri, in un album che riacquista un po' di varietà se confrontato ai due pur ottimi lavori precedenti (per quanta varietà possa esserci in un album dei Whitesnake) e che, nonostante l'ormai calante voce di Coverdale, si fa ascoltare con gran piacere.
Brano consigliato: Heart Of Stone


7 - Toto - Old Is New



Un album letteralmente ucciso dalla decisione di renderlo disponibile solamente all'interno del dispendioso cofanetto All In, contenente l'intero catalogo Sony dei Toto rimasterizzato. Certo, tecnicamente non è un album formato interamente da brani nuovi, in quanto gran parte dei pezzi sono scarti anche di decenni fa, alcuni con ancora i fratelli Porcaro presenti, ultimati dalla formazione attuale, ma si tratta comunque di gran belle canzoni! Non siamo ai livelli dell'ottimo Toto XIV ma, se si esclude l'orrida traccia finale in collaborazione con What So Not, siamo di fronte all'ennesimo esempio della forza di questa magnifica lineup dei Toto, che speriamo ora sia solo in pausa.
Brano consigliato: Devil's Tower


6 - The Claypool Lennon Delirium - South Of Reality



Che dire poi di questo piccolo gioiellino? Diciamo che un po' di psichedelia colorata in questi anni grigi e piatti non può che fare bene, e che se qualcuno lamenta un approccio più "pop" se confrontato al loro album precedente, per chi scrive invece non è altro che un ulteriore pregio. Musica tecnicamente anche complessa senza che ciò sia il fine, quanto piuttosto il mezzo per raggiungere quello che senza dubbio è un suono decisamente peculiare e che ben mescola le migliori caratteristiche sia di Lennon che di Claypool.
Brano consigliato: Little Fishes


5 - Mikayel Abazyan - Westerlies



Secondo album dell'armeno Mikayel Abazyan, il cui predecessore, Something More, raggiunse il primo posto nella top 10 dello scorso anno! Ciò non significa che questo Westerlies sia meno valido, ma piuttosto che il 2019 sia stato indubbiamente più generoso in termini di uscite degne di nota.
Ed è per questo ben difficile, da questo punto in poi in particolare, dare un ordine ben preciso al tutto. L'album in questione si propone di raccontare una storia attraverso le opere di poeti e scrittori inglesi musicate ed intermezzi recitati, combinando il tutto in modo tanto coraggioso quanto riuscito.
Brano consigliato: The Divine Image
https://mikayelabazyan.bandcamp.com/track/the-divine-image

4 - The Darkness - Easter Is Cancelled



I Darkness, dopo il primo scioglimento intorno al 2006 e la reunion del 2012, stanno piano piano riaffermandosi con album sempre molto validi. Già nella recensione non ho fatto mistero del fatto che il precedente Pinewood Smile mi colpì di più, ma è anche vero che sarebbe come dire che preferisco il cioccolato fondente a quello al latte: sempre cioccolato è, quindi datemene che va bene! Easter Is Cancelled sembra lasciarsi alle spalle un po' della follia tipica della band, cercando di concentrarsi su brani in uncerto senso più semplici e confinando le stranezze solamente ad alcuni, comunque ottimi, brani. Forse un modo per tornare idealmente verso il loro ultra-celebrato esordio?
Brano consigliato: Easter Is Cancelled


3 - Jeff Lynne's ELO - From Out Of Nowhere



A quattro anni dal predecessore Alone In The Universe i nuovi ELO, che poi si tratta del solo Jeff Lynne, sfornano un nuovo, magnifico, gioiellino pop. Poco più di mezz'ora e 10 canzoni una più bella dell'altra, di quelle che già al primo ascolto ti si stampano in testa per giorni interi. Lynne sembra non invecchiare mai, e la pura gioia di alcuni di questi pezzi porta From Out Of Nowhere, a parere di chi scrive, a superare il suo predecessore.
Brano consigliato: Losing You


2 - The Who - Who



Ne ho parlato proprio recentemente vista la sua recente uscita, e con un colpo di coda da maestri i 2 superstiti degli storici Who riescono addirittura a trovare posto nella top 3. Sarà che non mi aspettavo molto visto il precedente Endless Wire, sarà che finalmente è tornato il sound "da band" anche in un album in studio, sarà la ritrovata forma vocale di Daltrey o l'inaspettata vena compositiva di un Townshend che da molti anni non sorprendeva più molto, fatto sta che questo Who si conferma senza dubbio come il loro miglior lavoro da dopo la morte dell'inarrivabile Keith Moon. 
Brano consigliato: All This Music Must Fade


1 - Devin Townsend - Empath




Il primo posto non poteva non aggiudicarselo l'ultima uscita di Devin Townsend. Un lavoro molto difficile da descrivere e/o definire, tanto spazia tra generi diversissimi fra loro. Quel che è certo è che la sua natura cangiante e l'ottimo lavoro fatto sia in sede di composizione che di esecuzione, di produzione ed arrangiamento rendono Empath un ascolto imprescindibile indipendentemente dai propri gusti. E diciamocelo, quando si riesce ad avere un disco bonus della durata e della qualità di un album vero e proprio pur essendo composto da scarti e demo, qualcosa vorrà pur dire. 
Brano consigliato: Why

martedì 10 dicembre 2019

The Who - Who (2019) Recensione

Dopo ben 13 anni da Endless Wire (comunque pochi in confronto ai 24 tra il suddetto ed il precedente It's Hard), gli Who, o più precisamente Pete Townshend e Roger Daltrey, tornano con un nuovo album. Inutile dire che le aspettative sono piuttosto alte, specialmente da quando, già prima dell'uscita, si definiva questo lavoro come il loro migliore dai tempi di Quadrophenia. E se non è un mistero il generale calo di qualità da quel punto della loro carriera in poi, non è che The Who By Numbers e Who Are You fossero poi così brutti... A dire il vero per chi scrive sarebbe bastato qualcosa di un pelo meglio del precedente Endless Wire, che aveva certamente i suoi punti forti in qualche brano sparso e nella mini-opera Wire and Glass, ma soffriva dal punto di vista vocale (Daltrey aveva seri problemi in quegli anni) e a tratti pareva un lavoro un po' frettoloso, con brani che sembrava essere dei demo appena un po' abbelliti.
Da questo punto di vista si può tranquillamente dire che questi due signori si sono superati, tra Daltrey che sembra ringiovanito di vent'anni e Townshend che sembra voler uscire dai suoi soliti schemi compositivi stabiliti ai tempi di Who's Next e tentare di sorprendere.
Togliamoci subito di mezzo quello che forse è, per chi scrive, l'unico vero punto negativo di questo lavoro: l'autotune. Lo so benissimo che ormai è irrinunciabile, e potrei scrivere libri interi su quanto ciò sia sbagliato (specie se si considera il modo in cui viene normalmente usato), ma quello che mi rende perplesso è il fatto che né Daltrey né Townshend ne avrebbero bisogno! Basta andare su YouTube e cercare qualche video dai loro tour più recenti; non si notano grossi problemi vocali, soprattutto di intonazione, quindi perchè ricorrere all'autotune? Spero non sia una decisione frutto del tentativo di stare al passo con i tempi, come per la Fuh You di Paul McCartney, brano tanto orrido quanto dimenticabile ed, infatti, dimenticato. Oltretutto se non lo si è usato nel 2006 quando Daltrey faceva venir voglia di schiarirsi la voce pure a chi ascoltava, perchè tirarlo fuori ora?
Ma se si tralascia questo aspetto, non si può non lasciarsi andare ad un beato sorriso durante l'ascolto di questo album, specie se si segue questa band da qualche annetto. C'è freschezza, varietà sia compositiva che di arrangiamenti, ci sono i cari vecchi Who che ruggiscono in Ball And Chain e Street Song, quelli più pop tipici dell'epoca post-Moon in I Don't Wanna Get Wise e All This Music Must Fade. Ci sono poi uscite più particolari come la ballad Beads On One String o il Townshend solitario di I'll Be Back, oltre all'unica composizione ad opera di Simon Townshend: la coinvolgente ed allegra Break The News, forse quella che più di ogni altra sembra stare al passo con i tempi, e per questo stupisce vederla sepolta nell'album e non come singolo. Degna di menzione anche la bella Detour (tra l'altro questo fu anche il primo nome dei giovanissimi Who), in bilico tra le atmosfere di fine anni '60 e Join Together con tanto di armonica bassa, o il bel rock sinfonico di Hero Ground Zero e Rockin' In Rage. Tutti brani che letteralmente sotterrano gran parte di Endless Wire. E se il finale di She Rocked My World è forse un pelo sottotono, le tre bonus track della versione deluxe, seppure sostanzialmente opera del solo Townshend, sono una notevole aggiunta (in particolare il vecchio demo Got Nothing To Prove).
Il migliore da Quadrophenia? Sarà forse che chi scrive adora Who By Numbers e trova svariati punti di interesse nel comunque inferiore Who Are You, ma personalmente non mi sbilancerei così tanto. Diciamo che alla fine il livello è all'incirca quello, e sicuramente è superiore a tutti i loro lavori successivi alla morte di Moon; e se si considera l'età dei due unici superstiti, non si può dire che sia poco. Oltretutto i musicisti coinvolti, nonostante ovviamente non possano arrivare ai livelli sovrumani dei rimpianti Moon ed Entwistle, contribuiscono egregiamente nel creare un suono solido e potente; questo sì forse il più vicino ai tanto rimpianti anni '70, nonostante le incursioni inevitabilmente più moderne.
Davvero bella poi la copertina, ovvio riferimento a quella di Face Dances nello stile, ed infatti opera anch'essa di Peter Blake. Solo che all'epoca di Face Dances la copertina era la cosa più bella dell'album, qui per fortuna non è così.
Se solo non si fosse caduti anche qui nelle insidie dei mastering moderni...


giovedì 5 dicembre 2019

Pink Floyd - I Migliori Bootleg (1967-1977)

Quindi, dopo i Queen e i Led Zeppelin, è arrivato il momento di un'altra delle mie band preferite. Ancora una volta, ho selezionato alcune registrazioni che trovo particolarmente piacevoli o interessanti e le ho elencate cronologicamente. Rispetto agli altri due articoli di questo tipo che ho scritto precedentemente, questa volta è stato più difficile trovare registrazioni di buona qualità, quindi alcune di queste potrebbero non essere facilmente ascoltabili da chiunque non abbia molta esperienza con i bootleg.

Ho deciso di concentrarmi su un periodo di 10 anni, dal 1967 al 1977, sostanzialmente perché fu la fase più interessante per quanto riguarda le esibizioni dal vivo dei Pink Floyd. A poco a poco, infatti, sostanzialmente smisero di improvvisare, ma lo fecero ancora qua e là nel almeno fino al 1977. Successivamente, con The Wall e i tour "post-Waters", i concerti furono ben diversi: eventi grandi e spettacolari, che per via della loro natura finivano per essere organizzati nel minimo dettaglio, non lasciando spazio a differenze di sera in sera. Inoltre, abbiamo a disposizione pubblicazioni ufficiali per tutti quei tour, quindi non ci sono molti motivi per andare a cercare bootleg, a meno che non si amino quei tour e se ne desideri di più.

PREMESSA


Per anni, se non decenni, alcune registrazioni bootleg molto famose sarebbero inevitabilmente state nominate ogni qual volta si avesse avuto la necessità di parlare dei Pink Floyd dal vivo: cose come le BBC Sessions '67 -'71, Wembley '74, Amsterdam '69 ... Ma dall'uscita del cofanetto "The Early Years 1965 - 1972" molte di quelle registrazioni sono state ufficialmente pubblicate (Wembley '74 faceva parte delle versioni 2011 di Dark Side e Wish You Were Here, diviso in due parti, e il bis è in The Early Years), quindi qui non parlerò di quelli, e cercherò alternative. Tuttavia, ci sono state discussioni sulla qualità sonora di quelle versioni ufficiali (specialmente le registrazioni alla BBC), e sembrano esserci alcune versioni bootleg che suonano meglio; quindi potrebbe valere la pena fare una ricerca. Inoltre, alcune outtake in studio su The Early Years sono state remixate (in particolare Vegetable Man e Scream Thy Last Scream), quindi se volete ascoltare il mix originale, i bootleg sono ancora la scelta migliore.


Rotterdam, 13/11/1967



Iniziamo con l'unica registrazione con Syd Barrett che ho scelto di includere. Il concerto di Stoccolma su The Early Years è senza dubbio la migliore rappresentazione di questa formazione dal vivo (insieme alle sessioni alla BBC), ma se si vuole ascoltare di più, nonostante la qualità del suono appena accettabile, si potrebbe prendere in considerazione questo. La setlist è più o meno la stessa di Stoccolma, ed in entrambe queste registrazioni le voci sono appena udibili. Quindi immagino che non sia stato un problema tecnico sporadico a causare ciò: in realtà suonavano proprio così, e non è dato sapere se si tratti di una scelta o il risultato di un'amplificazione inadeguata. Consigliato ai completisti. Inoltre, è interessante ascoltare Set The Controls For The Heart Of The Sun con Syd Barrett.


Paradiso, Amsterdam 23/05/1968


Ancora una volta, non la migliore qualità sonora qui, ma uno dei migliori documenti dei primi Pink Floyd con David Gilmour, a parte le BBC session. La maggior parte delle versioni bootleg di questa data contengono due spettacoli dello stesso giorno, di circa 50 minuti ciascuno. Si possono ascoltare nuove canzoni che trovano posto nella setlist: come Let There Be More Light, A Saucerful Of Secrets, Keep Smiling People (una versione primordiale di Careful With That Axe Eugene), insieme a cose più vecchie come Interstellar Overdrive e Flaming.

Royal Albert Hall, London 26/06/1969



Grazie all'uscita ufficiale del concerto di Amsterdam del 1969 in The Early Years, ora abbiamo la migliore versione di The Man & The Journey esistente a livello sonoro; quindi ho pensato che sarebbe stato interessante cercare un'altra registrazione di quell'epoca. Questa è tristemente incompleta (inizia con Afternoon / Biding My Time) e non suona certo bene come Amsterdam, ma è comunque molto interessante da ascoltare. Probabilmente il più grande punto di interesse è The End Of The Beginning, dove Richard Wright si siede all'organo a canne della Royal Albert Hall e la Royal Philarmonic Orchestra con il coro Ealing Central Amateur si uniscono in seguito, creando un climax incredibile, oltre che i primi segni cosa sarebbe successo un anno dopo (Atom Heart Mother).

9 ° National Jazz Pop Ballads & Blues Festival, Race Tracks, Plumpton 08/08/1969


Un altro documento interessante del 1969, con una scaletta che è una via di mezzo tra The Man & The Journey e quella più comune, che finirà poi su Ummagumma. Quindi ci sono cose come The Narrow Way pt. III e The Pink Jungle, ma anche Set The Controls, Interstellar Overdrive e così via ... Il suono non è molto buono, ma è comunque ascoltabile.
Se si volesse sapere di più sul festival in questione, vi rimando ad un mio articolo a riguardo:
https://musicalitosi.blogspot.com/2019/11/9th-national-jazz-blues-festival.html


Festival Actuel, Amougies, Belgio 25/10/1969


Il suono qui è forse anche peggio del precedente, ma se riuscite a sopportare ciò e più o meno la solita scaletta di quei tempi, ci si guadagna la presenza unica di Frank Zappa su Interstellar Overdrive! Ovviamente ora ne abbiamo un video in The Early Years, ma l'intero concerto non è lì, quindi ...


Fillmore West, San Francisco 29/04/1970


Qui le cose iniziano a diventare molto interessanti. Il suono è eccezionale, il migliore senza dubbio fino a questo punto, la setlist è lunga e molto buona (insieme alle solite canzoni del 1969, si aggiungono la versione "solo band" di Atom Heart Mother ed Embryo). È probabilmente uno dei migliori bootleg in generale, insieme ad alcune ottime alternative che vedremo tra poco.

Civic Auditorium, Santa Monica 01/05/1970


Solo due giorni dopo e con la stessa scaletta, quindi perché lo includo? Beh, perché il suono è forse anche migliore, e gli spettacoli del 1970 non sono mai abbastanza! Questo in particolare purtroppo non è completo, quindi ci sono alcuni inserti di altri spettacoli per offrire un'esperienza di concerto completa. Caldamente raccomandato!



Civic Auditorium, Santa Monica 23/10/1970


Ancora a Santa Monica, ma pochi mesi dopo. La scaletta è la stessa, ma su Atom Heart Mother abbiamo finalmente orchestra e coro! Oltretutto con una qualità sonora di nuovo ottima! È interessante vedere che Fat Old Sun, rispetto alla registrazione della BBC del 1970, ha già ottenuto un arrangiamento più lungo che rimarrà fino al 1971.


Casino, Montreux 21-22 / 11/1970


Questi due concerti consecutivi sono sicuramente alcuni dei migliori bootleg Pink Floyd di sempre. La setlist è molto simile (ci sono due tracce blues improvvisate alla fine del primo e Interstellar Overdrive alla fine del secondo), e la versione "solo band" di Atom Heart Mother in The Early Years è stata presa dal 21. Entrambi hanno dei "buchi" sparsi nei nastri, che sono stati riempiti con altre registrazioni, purtroppo di qualità minore. Si tratta però di brevi sezioni, e ciò non toglie che si tratti di un gran bel paio di concerti che non posso che consigliare.


Taft Auditorium, Cincinnati 20/11/1971


La BBC session del 1971 è probabilmente il miglior documento di quell'anno, insieme ad alcuni concerti giapponesi probabilmente. Ma ho scelto questo perché, nonostante non sembri così buono come qualità, ha la Embryo più lunga mai suonata: circa 26 minuti, con molte improvvisazioni atte a far passare il tempo necessario alla risoluzione di alcuni problemi tecnici alle tastiere. La cosa interessante qui è notare alcune citazioni a canzoni future come Obscured By Clouds e Childhood's End. Inoltre, ovviamente, Echoes ha ormai trovato il suo posto nella setlist. È anche l'ultima volta che Embryo e Cymbaline vengono suonate, essendo l'ultima data del tour.

Rainbow Theatre, London 20/02/1972


Questa è probabilmente la migliore versione, come qualità sonora, del primordiale Dark Side Of The Moon, quando era ancora chiamato Eclipse. I Pink Floyd suonarono l'intero album per tutto il 1972 e tutto è andato gradualmente al suo posto. La cosa interessante è ascoltare The Travel Sequence, una jam funky al posto di On The Run, The Mortality Sequence, un pezzo di organo con voci registrate al posto di The Great Gig In The Sky, ed altre differenze generali come una Time più lenta cantata in armonia da Gilmour e Wright. E ovviamente, non ci sono ancora coriste e sax aggiunti. La seconda metà del concerto non suona altrettanto bene tristemente, ma vale comunque la pena anche solo per Eclipse.

Hollywood Bowl, LA 22/09/1972


Un altro concerto con la stessa setlist, interessante se volete sentire come si è sviluppato Eclipse / Dark Side con l'avanzare del tour. Questo ha anche una seconda metà dal suono molto migliore rispetto a quella del Rainbow. Un ottimo concerto.

Hallenstadion, Zurigo, 9/12/1972


Questa è una delle ultime date del tour, quindi Eclipse / Dark Side è quasi completamente sviluppato, ma ciò che è interessante qui è la rara ed estesa performance di Childhood's End. Ne vale davvero la pena anche solo per quella canzone, di gran lunga superiore alla sua controparte in studio. Un'ottima alternativa a questa, sempre con Childhood's End nel set, è Bruxelles, 5/12/1972.

Radio City Music Hall, New York 17/03/1973


Un'ottima registrazione del tour di supporto a The Dark Side Of The Moon. Qui l'album viene riprodotto nella sua versione finale, molto vicina all'album (a parte un po 'di improvvisazione in Money e Any Color You Like), quindi niente di veramente interessante o unico qui, soprattutto perché possiamo ascoltare una versione live di Dark side del 1974 in qualità molto migliore (il già citato concerto di fine '74 a Wembley), quindi perché sto suggerendo questo concerto? Beh, principalmente per la prima metà del concerto, che si apre con Obscured By Clouds e When You're In, in versioni più lunghe e improvvisate. Il resto della setlist comprende Set The Controls, Careful, Echoes e One Of These Days, quindi niente di nuovo qui. Vale la pena soprattutto per la coppia di canzoni in apertura. Una buona alternativa è Music Hall, Boston 14/03/1973.


Earls Court, London 19/05/1973


Stessa setlist ma un'altra ottima registrazione. Vale la pena dare un ascolto se si apprezza questo tour e si vuole di più, in quanto è sicuramente un'ottima alternativa a quello di New York.

The Palace Theatre, Manchester 09/12/1974


Ovviamente la registrazione di Wembley pubblicata nelle edizioni Experience di The Dark Side Of The Moon e Wish You Were Here è la prima scelta per questo tour, ma se se ne vuole un altro, probabilmente questo è una scelta obbligata. Il suono ovviamente non è altrettanto buono, essendo una registrazione del pubblico, ma trovo che sia almeno accettabile. Il principale punto di interesse è ovviamente tutta la sezione comprendente Raving And Drooling, You Gotta Be Crazy (Sheep e Dogs) e Shine On You Crazy Diamond nella loro forma iniziale. L'intero Dark Side poi è suonato qui come anche in tutti i concerti del 1975.

Sports Arena, LA 26/04/1975


Probabilmente uno dei migliori bootleg del 1975 in termini di qualità del suono. La setlist è leggermente diversa da quelle del 1974: Raving And Drooling e You Gotta Be Crazy (questa seconda in particolare) sono più vicine alle loro versioni che finiranno su Animals un paio di anni dopo, e Shine On You Crazy Diamond è divisa in due metà, come la versione in studio, interrotta però solo da Have A Cigar. Ammetto di avere ancora un po 'di problemi con Echoes suonata con coriste e sax, ma diciamo che è perlomeno interessante.


Boston Garden, Boston 18/06/1975


Semplicemente una valida alternativa al concerto di Los Angeles se si vuole di più. Buona qualità del suono, anche se forse non altrettanto buona del precedente.

Alameda Coliseum Oakland del 09/05/1977


Il miglior bootleg del 1977, con una qualità del suono eccezionale ed una scaletta spettacolare. Sia Animals che Wish You Were Here sono suonati nella loro interezza (l'ordine delle canzoni di Animals è un po 'diverso: Sheep, Pigs On The Wing 1, Dogs, Pigs On The Wing 2, Pigs) molto vicino alle versioni in studio. Tuttavia, ci sono delle belle improvvisazioni sul finale di Pigs e su Shine On pts. 6-9, portando quei due brani ben oltre la loro versione dell'album. Money and Us And Them sono i primi bis. Stranamente, solo in questa data, chiudono lo spettacolo con Careful With That Axe Eugene, una canzone che non suonavano dal 1973 e non suoneranno mai più dopo questo concerto.

Olyimpic Stadium, Montreal, 06/07/1977


Stessa setlist, peggiore qualità del suono, ma uno dei concerti storicamente più importanti per i Pink Floyd. Questa è la famosa notte in cui Roger Waters avrebbe sputato su di un fan in prima fila. Ovviamente non possiamo sentirlo, ma è chiaro che qualcosa stia succedendo durante l'improvvisazione alla fine di Pigs, dove Waters urla cose come "Come on, boy, all is forgiven!", portando il pezzo ad un climax incredibile come in nessun'altra versione. Possiamo anche sentirlo lamentarsi per i petardi durante Pigs On The Wing. Uno spettacolo molto interessante, da non perdere.