lunedì 10 dicembre 2018

Peter Hammill - X/Ten (2018) Recensione

Un'uscita particolare questo X/Ten di Peter Hammill, in quanto si tratta sostanzialmente di una versione live del suo ultimo album, From The Trees. Idealmente ciò chiude un cerchio iniziato con l'EP disponibile un paio di anni fa solamente in Giappone dal titolo V, contenente 5 di questi nuovi brani suonati dal vivo prima ancora di registrarli in studio. Ovviamente in X si nota un approccio diverso da V che, seppur non immune alle consuete imprecisioni e vulnerabilità tipiche di Hammill in sede live, è frutto questa volta di un riarrangiamento basato sulle versioni dell'album e non un qualcosa di più spontaneo e primordiale come era in V. 
I vari brani sono stati registrati nell'arco di poco meno di un anno, tra la fine del 2017 nelle date italiane ed il 2018 in varie altre date europee. Si tratta forse della prima volta in cui Hammill propone un suo intero album dal vivo (ovviamente suonandone solo una manciata di brani a sera, intervallati da altri di epoche diverse), e questo forse spiega la decisione di pubblicare questo disco.
Inutile negare che se non vi è piaciuto From The Trees, X/Ten difficilmente susciterà reazioni diverse in voi. I brani erano già volutamente molto scheletrici nell'album, abbelliti solamente da qualche sovraincisione strumentale e un gran lavoro ai cori: tutti elementi che per forza di cose spariscono dal vivo. Ciò che ne guadagna è quel senso di nuda e sincera umanità che caratterizza i suoi concerti da solista, con però qualche guizzo vocale frutto dell'impulsività e dell'ispirazione del momento: un elemento questo per forza di cose un po' smorzato negli album, dove la ricerca di una pulizia e (quasi) perfezione è anche comprensibile. 
La sensazione è di ascoltare una valida alternativa al lavoro in studio, nonostante le inconsistenze sonore che danno quel senso di "bootleg ufficializzato" che magari farà storcere il naso ad alcuni, rendendo felici altri (come me). Certo però che in alcuni casi una punta di equalizzazione e un'aggiustatina ai volumi non avrebbe guastato (come in On Deaf Ears da Napoli, che ok che in una chiesa la resa sonora è diversa, ma una tale differenza in un album può lasciare perplessi). E gli errori beh, gli errori ci sono, ma chi ancora se la prende per questo genere di cose probabilmente non conosce molto bene Hammill. Così come la voce che mostra ovvi segni dell'età, pur permettendogli, a mio parere, di superare a tratti le performance in studio, sempre per quell'istintività di cui parlavo poco fa. Tutti elementi questi che chi continua a seguire Hammill dovrebbe conoscere bene, e proprio ai fan più assidui è indirizzato questo X/Ten. Poi ho visto anche gente chiedersi l'utilità di questa uscita, ma mi sfugge come si possa usare il termine "utilità" in musica, in generale. 
Personalmente ho apprezzato più o meno tutte le performance, con alcuni casi che superano le corrispettive versioni in studio (Milked) e altre che ahimè si avvicinano soltanto (The Descent), ma mi piace l'idea di avere un diverso punto di vista su questi brani.
Ovviamente permane la speranza di ascoltare altre registrazioni di un tour decisamente migliore di quello da cui fu tratto il boxset PNO GTR VOX qualche anno fa, sia come scalette che come performance. Nel frattempo, questo è un discreto lavoro dedicato strettamente a coloro che hanno amato From The Trees. Avendolo visto in concerto proprio in questo tour è difficile dare un voto totalmente distaccato (nonostante non ci siano tracce da Milano, data in cui ero presente grrr), ma credo che si meriti un 7.
Per chi vuole ascoltarlo, lo trova su Spotify.

1 commento:

  1. In effetti, questo album dal vivo insieme allo studio dà un altro aspetto del lavoro finale. Alla fine, otteniamo sia i lati abilmente arrangiati (studio) che quelli intensamente eseguiti (dal vivo) di "From the Trees".

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