Nel 2007 avevo una scelta: fare un viaggione fino a Roma per vedere i Genesis gratis al Circo Massimo o affrontare un paio d'ore di macchina e spendere qualche euro in più per vedere Peter Gabriel a Locarno. Una volta analizzata la fattibilità puramente logistica, oltre alla sicurezza che un evento sarebbe stato ben documentato (i Genesis) e l'altro no, scelsi il signor Gabriel. Quell'anno Peter si era imbarcato nel Warm Up Tour, e la data svizzera era parte del consueto Moon And Stars Festival, nella piazza principale di Locarno. Non avendo la minima idea di come funzionassero le cose in questi casi, andai là fin dalla mattina, passando quindi una giornata infinitamente noiosa d'attesa. Certo, Locarno è una bellissima cittadina, ma non è che ci sia poi così tanto da visitare... Il lato positivo dell'esser arrivato presto è stata la possibilità di aver potuto assistere al soundcheck, che sono praticamente sicuro di aver ripreso almeno parzialmente, se solo sapessi dove è finita la registrazione... E già dal soundcheck rimasi letteralmente a bocca aperta per due motivi: il volume che faceva tremare le transenne a metà piazza e i brani provati. Si, perchè la mia esperienza del Gabriel live in tempi (allora) recenti, era il DVD Growing Up Live, composto in gran parte da brani nuovi corredati dalle hit. E lui in quel soundcheck provò cose come The Rhythm Of The Heat, No Self Control, Washing Of The Water (che non suonerà in concerto quella sera), Lovetown (dalla colonna sonora di Philadelphia) e sicuramente altri che ora mi sfuggono. Insomma l'errore di esser arrivati prima fu ben ripagato da quei 10-15 minuti!
Poco dopo scoprimmo che non si poteva stare a zonzo in piazza come effettivamente stavamo facendo, ma che bisognava andare a fare la coda in fondo alla suddetta, annullando di fatto l'utilità dell'esser arrivati prima. Maledetti racconti di Woodstock e Wight e di hippie con le tende! Per fortuna ce la cavammo con poca coda, salvo poi perder tempo per via della videocamera che volevano ritirarci all'entrata (ma dico io, scrivetelo sul biglietto che è vietato! Uno lo legge mentre è in coda ed è fregato! Poi vai a riprenderla dopo la videocamera se ci riesci...). Per fortuna siamo riusciti a cavarcela evitando di fare riprese durante il concerto. Ed in questo caso posso capire la "filosofia" del divieto che ho più volte criticato, perchè i concerti li registra e pubblica tutti, quindi non ci si può lamentare. Solo che allora non potevo certo saperlo. Dopo esser riusciti a guadagnarci una posizione tutto sommato più che buona, ci godiamo l'ulteriore attesa interrotta solamente da una band in apertura (di tale Charlie Winston) di cui non ho memoria a parte un leggero senso di irritazione. Finalmente inizia il concerto, con una devastante The Rhythm Of The Heat dove il memorabile finale percussivo è dominato da Ged Lynch che, pur essendo da solo e dietro una batteria tradizionale, ricordo ancora "l'effetto terremoto" che ha causato. Gran bella versione. Peter è in ottima forma, ricordo di aver pensato che avesse buttato pure giù qualche chilo, prontamente ripreso negli ultimi anni, ma potrei anche essermi fatto fregare dai vestiti. La band è la stessa di Growing Up Live, a parte la presenza di Angie Pollock alle tastiere, che fa la sua parte egregiamente. Come se non fosse bastato il colpo iniziale, seguono On The Air e Intruder. Ai tempi non conoscevo tutti i suoi album, quindi alcuni pezzi suonati quella sera mi rimasero particolarmente impressi in quanto nuovi per me, come ad esempio Intruder. Belle versioni cariche di brani, ammetto, totalmente inaspettati. Ed infatti Peter non perde tempo e spiega che i brani sono stati in pratica scelti dal pubblico online, come risultato di una sua richiesta su quali pezzi avrebbero voluto sentire nel prossimo tour. Ovviamente le scelte sono ricadute su tanti brani dai primi 4 album, assenti dalle sue scalette da decenni. "Per togliere la ruggine", dice lui in un ottimo italiano subito seguito da un altrettanto ottimo tedesco (siamo pur sempre in Svizzera). Una bellissima sorpresa dunque. Proseguendo questo approccio arriva un'altra sorpresa con DIY, una bella versione di Steam (con un Gabriel comprensibilmente cauto sui falsetti), Blood Of Eden con l'importante contributo della figlia Melanie (che non sarà Paula Cole, ma non capirò mai le critiche che le sono arrivate nel periodo in cui era in tour con il padre; a me è sempre piaciuta). Segue un'ottima versione di Lovetown, nettamente superiore all'originale a mio parere, più "piena" e meno "rarefatta". No Self Control è stata un'altra bella sorpresa, per un motivo che all'epoca non sapevo, in realtà. Si, perchè io non conoscevo altri suoi concerti oltre al Growing Up Live, come anticipato, e quindi non potevo immaginare che No Self Control dal lontano 1982 fino a quando è poi rimasta in scaletta era sempre stata proposta con un arrangiamento diverso, più "funk". In questo tour Gabriel e band riportano questo magnifico brano al suo arrangiamento originale, quello del terzo album, con risultati a dir poco impressionanti! Altro gran lavoro di Ged Lynch alla batteria che qui si ritrovava ad indossare le scarpe di un certo Phil Collins.
Questo pezzo fu poi riproposto nel suddetto ri-arrangiamento nel successivo tour Back To Front, quindi ragione in più per citare questa occasione unica. Segue la canonica Solsbury Hill con consueto, divertente, "trenino" con David Rhodes, Tony Levin e Richard Evans. Tra l'altro tanti complimenti a Richard Evans che, tra la miriade di strumenti tra chitarre e flauti vari, ha anche riproposto le parti di xilofono in No Self Control e in un altro pezzo a cui arriverò più avanti. Un'altra sorpresa fu Mother Of Violence cantata da Melanie, con l'aiuto di Angie Pollock alla seconda voce e piano. Ok, non sarà stata una performance stratosferica, però a me è piaciuta. E poi Family Snapshot. Mi piace pensare che l'averla scelta in questo tour abbia portato ad una rivalutazione di questo brano da parte di Gabriel, tanto da riproporlo anche in tour successivi; è sempre stato uno dei miei preferiti, e qui lo ascoltai per la prima volta. L'altro pezzo in cui troviamo Richard Evans allo xilofono è Lay Your Hands On Me, altro brano che allora non conoscevo. E no, Gabriel non si è buttato sul pubblico, purtroppo o per fortuna! L'ultimo ripescaggio interessante è Big Time, in un arrangiamento che riproporrà, anche se in tonalità più bassa, nel tour Back To Front. Almeno questa ai tempi la conoscevo. Il set principale si chiude con una potente versione di Signal To Noise (ricordo chiaramente il "gracchiare" dell'impianto, che faceva fatica a reggere l'intero gruppo più la registrazione dell'orchestra e di Nusrat a quei volumi) e Secret World, proprio nel momento in cui si scatenò un'abbondante pioggia; che per tanto irritante, ammetto che aggiunse un bellissimo effetto visivo con le consuete luci lampeggianti veloci in Secret World. Sempre sotto la pioggia torrenziale, l'intera band ha poi concluso il concerto con un bis che più classico non si può: Sledgehammer, In Your Eyes e Biko.
In definitiva quindi la scaletta fu:
The Rhythm of the Heat
On the Air
Intruder
D.I.Y.
Steam
Blood of Eden
Lovetown
No Self Control
Solsbury Hill
Mother of Violence
Family Snapshot
Lay Your Hands on Me
Big Time
Signal to Noise
Secret World
Encore:
Sledgehammer
In Your Eyes
Biko
Insomma, attesa e pioggia a parte, un bellissimo primo concerto per me! Tanto da convincermi a tornare a rivederlo qualche anno dopo, nel 2013, per il Back To Front Tour, di cui parlerò più avanti.
Purtroppo, come anticipato, non ho testimonianze mie di questo concerto, ma qui vi linko la pagina del blog di Tony Levin sul concerto in questione, con anche le sue foto, ovviamente. E qui sotto un video che fa bene il suo lavoro di "riassunto" della serata.
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