Qui fanno un buon lavoro davvero, e l'assolo di Blackmore è devastante. Lady Double Dealer invece, a parte l'inizio zoppicante, si conferma come discreto brano come tanti altri, ma fa la sua figura in scaletta. L'assolo di Blackmore in You Fool No One come al solito è disumano, anche se forse a tratti preferisco la versione un po' più "ordinata" del tour di Burn. Ovviamente prima dell'inizio del suddetto brano possiamo goderci il consueto assolo di Lord sempre in bilico tra classicismi e rumorismi con la sua consueta classe insuperabile. Space Truckin non riuscirò mai ad apprezzarla appieno cantata da Coverdale (come in sostanza tutte le cose di Gillan), però si sa che l'attrazione principale, anche qui, sono le improvvisazioni: e se apprezzate cose come Also Sprach Zarathustra, quasi 20 minuti di Lord e Hughes che si lasciano andare completamente e citazioni estemporanee e Child In Time, allora adorerete questa versione. La sorpresa di questo live però sono i bis, in gran parte improvvisati. E se Going Down di Don Nix è una costante sia nella mark 3 che nella mark 4, Highway Star decisamente no. Ok, oggettivamente è un po' una versione "stuprata" di Highway Star, con Coverdale e Hughes assolutamente non paragonabili a Gillan qui (ma d'altronde non è un loro pezzo, quindi li si può perdonare, hanno fatto di molto peggio altrove), però a metà succede l'inaspettato: Blackmore praticamente "ruba" l'assolo a Lord e....non si ferma! Va avanti per 5 minuti buoni tra libera improvvisazione e quello che sembra il consueto rituale di distruzione chitarristica. Cacofonia? Certo! Ma che cacofonia!
Un live che consiglio assolutamente ai fan e che, pur con le dovute differenze, ho sempre visto come "il Made In Japan della Mark 3". E poi, sarà perchè già sapeva che da lì a poco avrebbe lasciato la band (anzi, pare che l'abbia comunicato agli altri prima di questo concerto) ma Blackmore è inarrestabile per tutto il concerto, perfettamente in bilico tra le follie degli anni precedenti e le derive più melodiche dei prossimi Rainbow. Un voto? Si merita un 8,5 direi. Anche perchè ci sono tante imperfezioni, specialmente da parte di Hughes e Coverdale, che certo, non si fanno troppo sentire vista la "carica" di tutta la band, però se ci si fa caso... Ah, non ho citato Ian Paice? Ma perchè lui è una macchina da guerra sempre, è implicita la sua performance disumana, qui come altrove!
Se volete di più di quest'epoca, è uscito in tempi recenti anche il live a Graz, anch'esso parte del citato Made In Europe e registrato pochi giorni prima. Se invece volete solo un assaggio, il Made In Europe è perfetto.
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