giovedì 16 maggio 2019

King Crimson - Live in Newcastle [December 8, 1972] (2019) Recensione

Un altro live dei King Crimson? Me ce n'era veramente bisogno?
L'ultima di una lunga serie di uscite per il Collectors' Club, la quarantottesima per la precisione, in realtà si rivela essere una delle più interessanti di questa serie, se non addirittura essenziale.
Registrato l'8 Dicembre 1972 a Newcastle, si tratta in sostanza di una delle poche testimonianze della formazione con Fripp, Weton, Bruford, Cross e Muir, oltre che l'unica, se escludiamo quella al Beat Club di Bremen dell'Ottobre 1972, di buona qualità sonora. Si tratta infatti di una registrazione soundboard mono quasi integrale (manca il finale di Lark's Tongues In Aspic Part Two, che si interrompe circa a metà, poi non ci è dato sapere se fu suonato un encore, nel caso molto probabilmente sarebbe stato 21st Century Schizoid Man), che di certo non può vantare una qualità eccellente, ma sicuramente risulta più ascoltabile degli altri live di questa epoca pubblicati tra Collectors' Club ed il cofanetto di Larks', in quanto furono registrati dal pubblico (oh ironia).
Il suono quindi si può dire che sia buono, seppur a tratti altalenante (ad esempio all'inizio c'è molta distorsione, ed in generale è presente del fruscio), ma finalmente si può ascoltare nel dettaglio cosa era in grado di fare questa formazione.
La scaletta è interamente dedicata a Larks' Tongues In Aspic, con l'album suonato per intero in ordine ma interrotto da un paio di improvvisazioni.
Abituati alle versioni live a quartetto, l'attacco di Larks' parte uno, se si riesce ad andare oltre distorsioni varie, è veramente devastante. La presenza di Muir si rivela essenziale nella sua follia controllata, e soprattutto si può notare una band che seppur non perfetta nell'esecuzione, risulta sicuramente più coesa e "rodata" se confrontata con l'esibizione di due mesi prima al Beat Club.
Una bella e precisa versione di Book Of Saturday poi scivola lentamente nella prima delle due improvvisazioni. L'inizio è sereno e piuttosto leggero, con un Fripp in primo piano in un assolo dal gusto jazzato, ma ben presto Bruford e Wetton introducono una sezione decisamente più nervosa, su cui Fripp tira fuori uno dei suoi assoli più creativi e taglienti, tanto da meritarsi varie esclamazioni entusiastiche di Muir, che a sua volta è costantemente presente e dimostra una creatività ed inventiva impressionante. Una sezione più caotica in cui anche Cross ha la sua parte solista chiude l'improvvisazione che sfuma in una bella versione di Exiles, purtroppo un po' martoriata dal fruscio. Wetton è impeccabile alla voce, ed il brano prosegue senza troppe sorprese. Easy Money è invece probabilmente una delle versioni preferite di chi scrive, sia per i sempre originali interventi di Muir, ma anche e soprattutto per la sezione centrale, dove Fripp si lascia andare totalmente in uno dei suoi migliori assoli in assoluto. Segue la seconda improvvisazione, a parere di chi scrive un po' meno riuscita della prima, con la prima metà interamente lasciata a Bruford e Muir, fino all'entrata di un inquietante Mellotron suonato da Fripp su cui poi pian piano si aggiungono tutti e Cross improvvisa un assolo di violino. Dopo quella che probabilmente è la sezione più riuscita, il tutto si "perde" in un'ultima parte più rumoristica ai limiti dell'ambient, con l'utilità però di portare la band al silenzio quasi totale prima del lungo ed inarrestabile crescendo di una The Talking Drum al cardiopalma. Poco da dire su questo brano, che di nuovo guadagna tantissimo dalla presenza di Muir, e che nonostante le varie formazioni allargate degli anni successivi (dal double trio anni '90 in avanti) raramente riuscirà a raggiungere la potenza della versione di questa lineup.
Larks' Tongues In Aspic Part Two chiude la registrazione interrompendosi appena dopo gli stacchi che precedono l'assolo di Cross, e a giudicare da ciò che si può ascoltare è davvero un grandissimo peccato. Altra grandissima versione seppur parziale.
In conclusione, i live dei King Crimson è vero che sono tanti, forse troppi, ma questo Live In Newcastle non si può assolutamente ignorare. Siamo di fronte ad un tassello importantissimo per comprendere l'evoluzione del suono della band in quell'epoca, e soprattutto all'unica testimonianza quasi integrale della formazione a cinque, e non è cosa da poco. Certamente chi ha le cosiddette "orecchie da bootleg" sarà in grado di godersi questo live molto più di un audiofilo, ma credo sia un onesto prezzo da pagare per godersi un piccolo capolavoro, oltretutto una volta tanto senza dover spendere centinaia di Euro per comprarsi un intero cofanetto.

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