venerdì 6 luglio 2018

The Beatles - Yellow Submarine (1968) Recensione

Trarre un film d'animazione da una semplice canzone che è quasi una filastrocca? Evidentemente si può, o meglio si è potuto fare, e con ottimi risultati. Siamo nel 1968, esattamente 50 anni fa, e l'idea era quella di realizzare un terzo film con i Beatles, dopo A Hard Day's Night e Help.
Con la regia di George Dunning ed una storia scritta da Lee Minoff basata, appunto, sulla canzone Yellow Submarine, l'idea di realizzarne un film d'animazione piuttosto che un film vero e proprio fu apprezzata anche dagli stessi Beatles, non pienamente soddisfatti dal precedente Help. Essi non contribuirono attivamente al film, ma scrissero nuove canzoni e fecero un cameo finale. Le loro controparti animate furono quindi doppiate da altri attori, e se da una parte il che può un po' deludere, dall'altra ammetto che il lavoro fatto è davvero notevole, e contribuisce a dar loro una personalità a tratti caricaturale perfetta per il contesto. Il film inizia a Pepperland, luogo felice dove la musica regna sovrana, che tutto d'un tratto viene attaccato dai Blue Meanies (Biechi Blu in italiano) che odiano la musica e finiscono per pietrificare tutto e tutti tramite frecce e mele (riferimento alla Apple Corps). Il Lord Mayor, prima di essere a sua volta pietrificato, manda Old Fred alla ricerca di aiuto, usando il sottomarino giallo.
Old Fred finisce a Liverpool dove incontra man mano i Beatles. Meritevole di una citazione la scena in casa dei Beatles, una struttura surreale piena di porte e stanze dove i Fab Four vengono presentati uno ad uno: Ringo fin da fuori casa, con il suo umore tetro, il suo essere insicuro, solitario... John subito dopo, che si rivela subito sotto forma di mostro di Frankenstein per poi trasformarsi in sé stesso tramite una pozione, e si dimostra subito essere quello "strambo". Paul esce da una porta dietro cui sembra esserci una festa, e ovviamente viene rappresentato come il belloccio elegante. E poi George, che tra note di sitar di Love You To viene rappresentato in cima ad una montagna e ricordato principalmente per la frase ricorrente durante il film "It's all in the mind y'know?" presa dal Goon Show.
Tutti partono quindi per un lungo viaggio che li porterà attraverso i vari "mari" (sea of time, sea of silence, sea of monsters...). Meritevole di menzione l'incontro con Jeremy Hillary Boob, personaggio perfettamente in bilico tra il comico, l'adorabile e l'irritante che i Beatles incontrano nel Sea of Nothing. Personaggio impegnato in mille diverse mansioni ("eminent physicist, polyglot classicist, prize-winning botanist, hard-biting satirist, talented pianist, good dentist too") che parla sempre e solo in rima, e presentato sulle note di Nowhere Man.
Una sorta di presa in giro degli intellettuali insomma. Ovviamente, dopo aver aggiustato il motore del sottomarino guasto, viene invitato ad unirsi al viaggio. Dopo varie vicissitudini arrivano a Pepperland, e in un tripudio di musica e momenti comici (Hey Bulldog) liberano questa terra dai Blue Meanies, unendosi tra l'altro alle loro controparti che erano state intrappolate ad inizio film, la Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band.
All'interno di tutto questo ci sono tanti particolari, troppi da citare qui. Dalla spettacolare sezione animata di Liverpool a inizio film con come sottofondo Eleanor Rigby, all'uso di When I'm 64 nel Sea Of Time, con anche una appropriata conta fino a 64 con ogni numero disegnato in uno stile diverso; alla psichedelia pura di Only A Northern Song nel Sea Of Science e Lucy In The Sky With Diamonds più avanti, tutte animate in uno stile sempre diverso. Ed è proprio questo uno dei punti di forza di questo film a mio parere: il fatto che ci sia ovviamente uno stile predominante, ma che di tanto in tanto appaiano sezioni con uno stile grafico e di animazione totalmente diverso, ed in certi versi spiazzante. Una cosa non comune indubbiamente.
Le nuove canzoni dei Beatles qui sono Only A Northern Song, All Together Now (ripetuta due volte: appena saliti sul sottomarino e nei titoli di coda), Hey Bulldog e It's All Too Much. Tutte le altre sono pescate da altri lavori: Yellow Submarine, Eleanor Rigby, When I'm 64, Lucy In The Sky With Diamonds, Sgt. Peppers Lonely Hearts Club Band, All You Need Is Love e frammenti di Baby You're a Rich Man, Love You Too e A Day In The Life. C'è da dire che le quattro canzoni "nuove" erano in sostanza scarti riutilizzati qui, ma insieme al resto diciamo che non sfigurano. Una parte importante la fa anche George Martin ovviamente, che qui si occupa di una serie di brani orchestrali che affiorano a tratti durante il film, e che andranno ad occupare la seconda metà dell'album\colonna sonora.
Insomma un film d'animazione che dimostra come anche questo settore si sia ridimensionato nel tempo in termini di inventiva ed ambizioni. Oltre a farci notare come questo mezzo di espressione non sia sempre e solo rivolto ad un pubblico infantile, ma può avere caratteristiche universali; e non per niente siamo qui oggi, cinquant'anni esatti dopo, ad assistere alla sua ri-programmazione nei cinema.
Piccolo appunto finale al doppiaggio italiano che ho il piacere di avere compreso nel DVD di cui sono in possesso: tenendo conto dei lavori disastrosi che si facevano a quei tempi in termini di ridoppiaggi in Italia, Yellow Submarine devo dire che mi piace. Certo, uno può storcere il naso nell'ascoltare Old Fred con l'accento genovese o Paul McCartney che balbetta, ma tutto sommato si lascia apprezzare.
Che aggiungere? Non l'avete mai visto? Recuperate! Uno dei film d'animazione che preferisco in assoluto, sicuramente condizionato dal mio essere fan dei Beatles, ma tant'è... Un 9 per me.


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