domenica 21 gennaio 2018

Led Zeppelin - Copenhagen Warm Up Gigs (23-24/07/1979) (recensione bootleg)

Si sa, è credenza comune il fatto che i Led Zeppelin in sede live abbiano raggiunto il loro apice nella prima metà degli anni '70: c'è chi dice tra il '71 e il '72, chi si spinge fino alle date di The Song Remains The Same nel '73; pochi si spingono nel cercare date meritevoli successivamente, spesso penalizzate da un Plant ormai vocalmente calante e un Page spesso impreciso. Ma non è sempre così, tanto che Listen To This Eddie del 1977 è uno de miei bootleg preferiti. Oggi però voglio spingermi fino al 1979, l'anno dei due concerti a Knebworth: il primo discreto e il secondo piuttosto disastroso. Solo recentemente ho però scoperto l'esistenza di altre due date immediatamente precedenti, effettuate a Copenhagen. Ebbene si, perchè dopo due anni di assenza dai palchi dopo la tragica morte di Karac, il figlio di Plant, era alquanto azzardato buttarsi subito davanti a centinaia di migliaia di persone in quel di Knebworth! Si decise quindi di organizzare queste due date in un palazzetto di piccole dimensioni, poco pubblicizzate, con l'intento di fare una sorta di "prova finale" davanti ad un pubblico, in una situazione più tranquilla.
Quello che mi ha stupito ascoltando le registrazioni delle due serate è innanzitutto la qualità sonora. La serata del 23 molto probabilmente è stata registrata da davanti al palco, in basso, ed è infatti molto chiara e nitida. La seconda serata invece pare sia stata registrata da più in alto in una posizione laterale, quindi sempre con un suono ottimo vista la dimensione ridotta del luogo, ma un po' più confusa e carica di riverbero. Fatto sta che è raro trovare bootleg registrati dal pubblico in quegli anni con una qualità paragonabile a questa, a parte forse le famose registrazioni di Mike Millard in quel di Los Angeles e dintorni (magari ne parlerò in un' altra recensione).
L'altra cosa che mi ha stupito è l'effettiva performance da parte di tutti, specialmente Page. Perchè se Plant si sente che non è ancora totalmente coinvolto (e forse in questo senso nella prima serata a Knebworth, il 4 Agosto, è un pochino meglio), Page invece è insolitamente preciso, con un ottimo suono, non eccessivamente sottile come in molte date post '75. Certo, non è il Page dei primi anni, ma è comunque decisamente meglio della media di quel periodo. La prima serata, quella del 23 Luglio, è forse quella in cui è più evidente l'atmosfera da "prove": alcuni pezzi zoppicano un po', come ad esempio una Achilles Last Stand più lenta e con alcuni cambi sbagliati. Da segnalare però una Since I've Been Loving You tra le migliori in assoluto, non solo di quel periodo. La serata del 24 invece è decisamente più solida, si sente che suonano in modo più convinto e allo stesso tempo rilassato (è evidente infatti, secondo me, che il nervosismo a Knebworth a causa del numero di persone ed in generale della portata dell'evento, abbia influito non poco sul risultato finale).
Notevoli le versioni della già citata Achilles Last Stand, una delle migliori in assoluto specialmente perchè, nonostante sia suonata ad una velocità maggiore rispetto alla prima serata, è comunque lontana dall'esagerazione del tour del '77, dove la velocità elevata portava spesso ad esecuzioni piuttosto imprecise. Non per niente anche a Knebworth farà la sua bella figura in questa versione. C'è finalmente una Kashmir ben fatta, solida, senza incertezze. Merito anche del passaggio, da parte di John Paul Jones, alla Yamaha GX-1, enorme sintetizzatore certamente più stabile ed affidabile del pur inimitabile Mellotron.
Altro aspetto interessante è la scaletta. Se si guarda allo sviluppo delle scalette negli anni, si nota un progressivo aumento della durata di certi brani, principalmente a causa di assoli ed improvvisazioni. Nel '75 in particolare Dazed And Confused, No Quarter e Moby Dick spesso sfiorano e superano la mezz'ora (Dazed tocca i 45 minuti nell'ultima data del tour americano a Los Angeles), nel '77 un lungo assolo rumoristico di Page con l'archetto sostituisce l'esclusa Dazed, Moby Dick viene ancora ampliata ed introdotta da Out On The Tiles, mentre No Quarter si avvicina ai 40 minuti. Insomma, scalette dominate dall'eccesso, spesso anche scenico, con laser e fumi vari. Ecco, nel '79 si decide di, citando lo stesso Plant: "cut the waffle"; insomma tagliare l'eccesso, limitare le improvvisazioni per far spazio a più canzoni.
Scelta forse discutibile sotto certi aspetti, ma a mio parere azzeccata ed intelligente, in linea con il cambiare dei tempi. Quindi rimane l'assolo di Page, si ripescano vecchie conoscenze come White Summer e Black Mountain Side, Celebration Day, Misty Mountain Hop, The Rain Song (purtroppo divisa da The Song Remains The Same, a sua volta però perfetta come apertura), entrano Hot Dog e In The Evening. Ten Years Gone invece, grande brano sottovalutato qui forse nella sua versione migliore in sede live, è presente solamente nella seconda serata, a causa di un ritardo nell'inizio della prima a quanto pare per dei problemi alle luci (Plant si scusa più volte a riguardo).
No Quarter rimane facendo però un passo indietro, ritornando insomma alle più concise versioni del 1973 in termini di durata, il che non è necessariamente un male. Discorso simile per Whole Lotta Love (suonata solo il 24), che dopo il crescente medley culminato nel 1973 è stata ridotta a più o meno breve citazione in medley prima con Black Dog e poi con Rock And Roll nel '75 e nel '77, qui trova un nuovo arrangiamento privato della parte di Theremin centrale ma con nuovi riff azzeccati ed interessanti. Sostanzialmente la versione di Knebworth per intenderci. Moby Dick invece sparisce del tutto. E lo so che i fan di Bonham si saranno disperati di fronte a questa scelta (tra l'altro portata avanti anche a Knebworth e nel tour europeo del 1980), ma diciamocelo: con tutta l'ammirazione che anche io nutro per Bonham, il suo assolo è puntualmente la parte di bootleg che salto, così come molti altri assoli di batteria che tanto andavano di moda negli anni '70. Insomma, 5 minuti ci possono anche stare, ma mezz'ora no dai... E che non si creda che la sua esclusione sia stata a causa dello stato fisico di Bonham, perchè qui suona in modo più che ottimo!
Insomma, qui abbiamo 2 concerti che oscillano tra il più che buono e l'ottimo, entrambi in buona qualità audio. Consiglio l'ascolto a qualunque fan dei Led Zeppelin curioso di esplorare la loro storia andando oltre le pubblicazioni ufficiali; e credetemi, se siete fan ne vale la pena!
Meglio di Knebworth? In generale si, perchè se è vero che la manciata di tracce da Knebworth presenti nel DVD ufficiale del 2003 sono veramente impressionanti, lo stesso non si può propriamente dire dell'intero concerto non rimaneggiato... Entrambe le serate di Copenhagen sono valide, ma consiglio in particolare quella del 24 essendo in generale più solida e costante.
Voto? Un bell' 8,5.

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