lunedì 15 ottobre 2018

Fruupp - Future Legends (1973) Recensione

I Fruupp sono un interessante gruppo proveniente dall'Irlanda del Nord, caratterizzato da una forte componente "classica" nel loro suono, a causa del background di alcuni componenti della band. Non è raro infatti incontrare strumenti come l'oboe e archi di vario tipo nei loro album. Purtroppo non ebbero molta fortuna in termini di fama, e finirono per pubblicare solamente quattro album in poco più di due anni. Questo Future Legends è il loro primo lavoro, e si dimostra essere forse quello più coinvolgente e a fuoco. In altri loro album infatti il suono è decisamente più disteso, dilatato, con solamente qualche "scossa" ogni tanto, specialmente il loro secondo album Seven Secrets.
Future Legends invece è un album decisamente denso di suoni e idee, e ciò si nota fin da subito nel primo brano vero e proprio: Decision. Dopo una breve introduzione classicheggiante, entra il gruppo in modo dirompente con una cavalcata sonora molto coinvolgente, spezzata poi dall'entrata della voce su di una base che strizza l'occhio al jazz, creando un bel contrasto che continua fino al bellissimo assolo di chitarra supportato da dei magnifici archi ritmici. Purtroppo si può subito notare come la qualità sonora dell'album non sia delle migliori, sicuramente a causa di fondi economici non certo abbondanti, ed il che fa forse rendere il tutto meno di quanto potrebbe, ma è un "ostacolo" facilmente superabile a mio parere. Segue l'apparentemente più calma As Day Breaks, con bellissime parti di pianoforte presto spazzate via da un'altra entrata della band su un ritmo decisamente più spinto e serrato, di nuovo giocando su contrasti ed alternanze "piano - forte" per tutta la lunghezza del brano.
Altro gran bel pezzo è Graveyard Epistle, con uno spettacolare basso nell'introduzione, strofe sospese e sognanti, ritornello più spinto e minaccioso, intermezzo quasi orientaleggiante. Insomma, arrivati a questo punto si nota come la band non si faccia problemi nel mostrare i muscoli ogni tanto con parti strumentali più intricate non distanti da certe cose di musica classica, da cui indubbiamente la band si ispira e pesca a piene mani, senza però (cosa di fondamentale importanza) citare apertamente brani classici. Cosa molto in voga tra le band di quell'epoca, anche i Fruupp ci "cascheranno" in un brano dell'album successivo, Faced With Shekinah, dove un breve frammento di un brano di Purcell fa capolino.
Lo stile che già si è dimostrato piuttosto chiaro finora continua nei brani successivi, con punte particolarmente ambiziose e riuscite in Lord Of The Incubus, corredata da stacchi e cambi di tempo più in linea con il progressive classico, e nella spettacolare Song For A Thought, forse uno dei brani migliori di Future Legends, il cui crescendo finale vale quasi da solo l'intero album. Nel mezzo troviamo Olde Tyme Future, schiacciata tra due pezzi di altissima qualità, riesce comunque a dire la sua con la sua introduzione strumentale di nuovo classicheggiante e una sezione cantata più ritmata, che anche senza raggiungere le vette dei brani sopra citati, si fa comunque decisamente apprezzare. L'album si chiude con la brevissima title track, un brano corale quasi a cappella che, personalmente, non mi sarebbe dispiaciuto se fosse stato un po' più lungo.
Gli album successivi hanno indubbiamente ottime cose (penso ad uno dei miei brani preferiti in assoluto, Elizabeth, ad esempio), ma a mio parere non riescono a raggiungere la notevole densità di idee presenti in questo Future Legends, che quindi si rivela essere il mio album preferito dei Fruupp, band che avrebbe meritato decisamente più fortuna.
Un 8 come voto.

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