domenica 6 maggio 2018

The Who - La storia di Lifehouse

La storia di Lifehouse non è poi tanto diversa da quella di Smile dei Beach Boys: in entrambi i casi c'è un'idea forse troppo avanzata per i tempi, che fatica ad essere capita da chiunque intorno al suo ideatore, e finisce quindi per essere scartata e/o ridimensionata. C'è sempre stato un alone di mistero e confusione intorno all'intero progetto, la storia, le fasi di lavorazione, quali canzoni ne avrebbero fatto parte...
Dal progetto originale ne uscì il singolo album Who's Next nel 1971, e Pete Townshend ne pubblicò una sua versione notevolmente ampliata nel 2000, chiamata Lifehouse Chronicles, ma si rivelò essere un progetto un po' diverso. In questo articolo cercherò, raccogliendo e confrontando più fonti possibili (tra cui la magnifica autobiografia di Pete Townshend, Who I Am, altri libri sugli Who, i libretti dei vari CD, documentari, interviste e la fida Wikipedia), di fornire una panoramica sull'intero progetto.
Ho suddiviso la mia analisi in più parti per cercare di rendere il tutto più scorrevole e comprensibile:

  1. La storia
  2. Riflessioni e curiosità sulla storia
  3. Fasi di lavorazione
  4. The Lifehouse Chronicles
  5. Riferimenti a Lifehouse in altre opere di Pete Townshend
  6. La musica e le canzoni

Quindi, nel 1970, dopo Tommy, Pete Townshend concepì qualcosa di infinitamente più complesso: una storia ambientata in un futuro distopico che finisce in sostanza per prevedere anche alcuni aspetti importanti che oggi sono realtà, ma ci arriveremo. Townshend iniziò a buttare giù le prime idee nell'estate del 1970, appena dopo l'esibizione all'isola di Wight, ad iniziare dalla storia che farà da filo conduttore. Qui ho cercato, come anticipato sopra, di condensare insieme più fonti per cercare di scrivere una versione comprensibile e relativamente completa della storia. Ovviamente ci sono varie incongruenze tra le varie versioni, ma ne parlerò poi successivamente.


1 - La storia

  • L'ambientazione è un futuro in cui il disastro ambientale inevitabile ha ridotto gran parte della popolazione a vivere in ambienti protetti ed all'interno di "bozzoli", o "suits". I governi di tutto il mondo si sono alleati e hanno convinto la popolazione a vivere una sorta di letargo all'interno di questi bozzoli fino a che la situazione non sarebbe migliorata. La vita delle persone viene di fatto controllata da dei computer collegati a questi bozzoli, che non solo provvedono a fornire alimentazione e tutto il necessario per vivere, ma anche intrattenimento. Infatti il tutto è collegato alla cosiddetta "griglia" (the grid, controllata da un tale Jumbo), che permette alle persone di vivere esperienze virtuali grazie alla tecnologia. La musica, in quanto non approvata dalla griglia, è fuori legge. Non tutte le persone vivono in questi bozzoli; esistono infatti gruppi di persone che vivono vite "normali" in luoghi meno inquinati. Un personaggio che viene descritto come The Hacker, oppure chiamato Bobby a seconda delle versioni, è convinto che per superare questa situazione serva ciò che è stato bandito: la musica rock. Musica che lui trasmette in un suo programma radio chiamato Trad, principalmente classic rock. Cerca quindi di organizzare un concerto insieme ad alcuni altri ribelli in un luogo chiamato Lifehouse, invitando tutti ad unirsi, da tutto il mondo, trasmettendo l'invito tramite radio anche a coloro che sono nel bozzolo.
    La storia si sposta poi ad una famiglia formata da Ray (che è anche il narratore di questa storia), Sally e la figlia Mary, anch'essi non parte della popolazione collegata alla griglia in quanto fuori dalla zona di rischio. Abitano in un caravan in Scozia insieme ad altri che vivono come comunità di contadini e producono il cibo che poi viene usato per alimentare le persone nel loro bozzolo. La figlia Mary viene a sapere dell'idea di questo grande concerto e scappa di casa per andarci. Il padre, Ray, la insegue. Mary incontra l'hacker Bobby, che è alla ricerca dell'unica nota, che è convinto sia in grado di liberare tutti dal bozzolo, e se ne innamora. Insieme si mettono in viaggio verso Londra, verso la Lifehouse. L'idea che sta alla base di questo concerto è quella di creare una sorta di complesso feedback tra pubblico e musicisti, raccogliendo informazioni personali di ognuno e convertendole in musica, in modo da far nascere musica personalizzata per ognuno. La combinazione di tutta questa musica avrebbe quindi creato quella "sola nota perfetta". Anche Ray a questo punto li raggiunge. Quando però le autorità prendono d'assalto la Lifehouse, in quanto questo concerto è illegale, tutte le persone, sia quelle presenti sul luogo, sia quelle nei loro bozzoli che avevano assistito alla trasmissione del concerto, scompaiono in un nirvana musicale.


2 - Riflessioni e curiosità sulla storia

  • C'è un po' di confusione sul concetto dei bozzoli o suits in cui vive gran parte della popolazione: che mentre nel primo caso è facile immaginare delle capsule, nel secondo ci si avvicina di più a delle tute. Se di base il loro funzionamento è uguale, la loro forma è difficile da definire con certezza.
  • Altra cosa che ho notato è come in molti casi ci si soffermi sull'ambientazione e la situazione che sta alla base di questa storia quasi dimenticando la parte riguardante la famiglia di Ray, Sally e Mary, e il rapporto che poi si instaura tra Mary e Bobby. Cosa alquanto curiosa visto che ad esempio Ray dovrebbe essere il narratore, e più di una canzone facente parte del progetto iniziale parla proprio dei rapporti umani tra queste persone. 
  • La figura dell'hacker Bobby sembra essere ricorrente in gran parte delle versioni, ma in una in particolare, su Wikipedia, si cita invece una sorta di vecchio guru che ricorda i tempi in cui la musica non era bandita, e ne enfatizza l'importanza invogliando poi i suoi "seguaci" ad organizzare questo concerto.
  • Raramente è specificato, e anche Townshend nell'autobiografia non ne fa menzione, ma a quanto pare la band che suona al concerto alla Lifehouse, e che di fatto crea questo feedback con il pubblico che porta all'unica nota e alla risoluzione della storia, teoricamente avrebbero dovuto essere proprio gli Who.
  • Alcune fonti citano una vera e propria lotta nel momento in cui le autorità entrano nella Lifehouse, altre addirittura che Bobby venga ucciso da un colpo di pistola, e solo in quel momento tutti svaniscono. Altre invece collocano la sparizione collettiva proprio nel momento dell'irruzione.
  • Altro concetto molto importante è la cosiddetta "grid", traducibile in "griglia". Essenzialmente si tratta di un collegamento tra tutti gli esseri umani nei loro bozzoli tramite la tecnologia. Fornisce cibo, aria, intrattenimento, permette di vivere innumerevoli esperienze virtuali come sostitute alla vita vera e propria. Insomma è molto simile ad un primordiale concetto di Internet, nel 1970. Senza contare i riferimenti, stando ad alcune fonti, ad una primordiale idea di collegamenti wireless, uno dei principali punti su cui specialmente Roger Daltrey faticava a seguire Townshend. 
  • Nella versione radiofonica del 1999 (scorrere alla parte dedicata a Lifehouse Chronicles per saperne di più) Ray, mentre è alla ricerca della figlia Mary, incontra se stesso da bambino, Rayboy, ed il suo amico immaginario, "the caretaker": elementi che pare non fossero presenti nella versione originale.
  • Il concetto dell'unica nota perfetta, dice Townshend, gli è stato ispirato da "Il misticismo del suono", un libro degli anni venti di Inayat Han, musicista e poi maestro sufi. E l'idea base era che ognuno di noi è in grado di creare musica se solo fossimo capaci di ascoltare davvero.
Pete Townshend all'epoca scriveva per il Melody Maker, e in un'articolo di quel periodo scrisse:
  • "Ecco l'idea, c'è una nota, una nota musicale che in qualche modo è alla base della vita. I mistici direbbero che è l'OM, ma io sto parlando di una nota MUSICALE. [...] La sentite? Penso di si, in particolare coloro tra voi che leggono "Melody Maker" e presumo facciano musica. Probabilmente tutti i musicisti e gli appassionati di musica, vale a dire le persone con l'orecchio più allenato. Tutti loro che la sentono. I musicisti devono imparare ad ascoltare prima di imparare a suonare. Penso che sia la parte più difficile, la parte in cui si ascolta. Forse è per questo che molti di coloro che sono coinvolti nella musica fumano erba volentieri: perchè aiuta ad ascoltare."
Nello stesso periodo tenne anche una lezione al Winchester Art College, a cui assistette anche un giovane Brian Eno. E lì parlò dell'utilizzo dei registratori a nastro da parte dei non musicisti. Ciò tra l'altro ispirò Eno convincendolo che non era necessario essere grandi musicisti per creare musica. E Townshend era convinto che il nascente mondo dei sintetizzatori avrebbe aiutato ancora di più in quel senso. Voleva coinvolgere più persone possibile nella creazione di musica, anche, appunto, non musicisti. Estendendo di fatto il concetto di "musica personalizzata", alla base della storia di Lifehouse, alla realtà. 
  • Interessante notare oltretutto come molti brani, specialmente quelli poi utilizzati in Who's Next, siano in grado di stare in piedi autonomamente grazie ai testi particolarmente universali e non esclusivamente legati alla storia. Basti pensare al conflitto interiore di Behind Blue Eyes e la componente religioso-spirituale di Bargain.

3 - Fasi di lavorazione

Pete Townshend scrisse la storia di Lifehouse nell'arco di tre giorni, dal 28 al 30 Settembre 1970. Cercò di buttare giù una sorta di scaletta ed un elenco di requisiti tra strumenti, sistemi audio, materiale necessario per raccogliere informazioni dal pubblico e realizzare idee musicali e le riprese cinematografiche per un possibile film. L'idea quindi era di realizzare un album, o una Rock Opera, dei concerti interattivi ed un film basato su tutto questo. La scaletta, stando all'autobiografia di Townshend, Who I Am, è questa:
  • OVERTURE: Gli Agricoltori, Vita, Bellezza, Festa. LIFEHOUSE: La Città, Rock, I giovani contro la finanza, I singoli che lavorano per il tutto. GLORIFICAZIONE: Scompaiono, trionfano, lasciandosi tutto dietro. 
Gli Who all'epoca erano in tour e Townshend iniziò a proporre loro Lifehouse, scontrandosi fin da subito con una notevole difficoltà. E non erano gli unici. Townshend ancora oggi lamenta la concezione sbagliata dell'unica nota, spesso incolpata come la principale causa dell'impossibilità di realizzare Lifehouse. Molti infatti la collegavano all'idea hippy dell'accordo universale, cosa che Townshend non aveva mai citato e che trovava lontana dalla sua idea.
Lui però non si fece abbattere e continuò a cercare di convincere i loro manager della validità dell'idea. Venne così fuori l'idea che l'unico modo per realizzare qualcosa di simile era affittando un teatro, in modo da permettere a Townshend di tenere dei seminari aperti. Si decise di optare per lo Young Vic, aperto da poco.
Verso la fine del 1970 gran parte di Lifehouse era pronto, e Townshend registrò molti demo casalinghi tra Gennaio e Febbraio 1971 suonando tutti gli strumenti. In un successivo articolo sul Melody Maker scrisse:
  • Lo Young Vic Theatre diventa Lifehouse, gli Who diventano musicisti e il pubblico partecipa a quest'opera di fantasia. Abbiamo creato l'opera nella nostra mente, pensando a un ideale che ora vogliamo mutare in realtà. Vogliamo sentire la musica che abbiamo sognato, concretizzare l'armonia volatile che abbiamo solo percepito, eternarla nel Rock e accorgerci che quanto stiamo facendo potrà CAMBIARE il volto del Rock e poi, forse, anche delle persone.
I seminari allo Young Vic si rivelarono essere un fallimento. Poche persone si presentarono (tra l'altro si svolgevano alla mattina), e a loro non fu concesso accedere agli strumenti di alcun tipo. Gli Who suonarono qualche pezzo su basi pre-registrate ma la cosa era ovvio che non funzionava. L'ultimo giorno suonarono un set di vecchi successi e la cosa morì lì, con grandissima delusione di Townshend.
Kit Lambert, manager e produttore all'epoca e gran catalizzatore delle idee di Townshend in passato, propose loro di volare a New York e di registrare i nuovi brani nei nuovi studi Record Plant. Questi studi si rivelarono essere ottimi, e le registrazioni procedettero bene. Molti brani vennero registrati in quel periodo, grazie anche al fatto di esser già stati provati allo Young Vic: Won't Get Fooled Again, Behind Blue Eyes, Baba O' Riley, Love Ain't For Keeping, Let's See Action, Getting In Tune, Bargain, Pure And Easy, Going Mobile, Greyhound Girl, The Song Is Over, Teenage Wasteland, Mary, Too Much Of Anything e Time Is Passing.
Townshend però era comprensibilmente in completa confusione e arrivò alla conclusione che era necessario ridimensionare il progetto, eliminando quindi anche la parte cinematografica, e limitandosi a chiedere una mano a Kit Lambert nell'organizzare una sequenza coerente di brani per un album. Mentre si avviava da Kit per proporre l'idea, Townshend lo sentì parlare non bene di lui, e fu la goccia che fece traboccare il vaso. Townshend si sentì tradito, e comunicò ai compagni di band che abbandonava le registrazioni. Ciò alimentò ulteriormente la sua crisi, visto anche che erano passati ben due anni da Tommy, e all'epoca era tanto, troppo tempo senza un album.

Di ritorno a Londra, si pensò di ingaggiare il tecnico Glyn Jones, con l'intenzione di farlo lavorare con Kit alla realizzazione di un album, cosa che lui rifiutò non volendo lavorare con Lambert. Townshend aveva ancora una sottile speranza di poter almeno realizzare un doppio album, aveva abbastanza canzoni per farlo, magari con una copertina apribile con all'interno il suo manifesto di Lifehouse. Glyn ascoltò le tracce registrate ai Record Plant e disse che erano buone, ma che si poteva fare di meglio; così si riprese a registrare agli Olympic Studios. Pete tentò di spiegare il concetto di Lifehouse anche a Glyn Jones, che però non nascose il fatto di non averci capito nulla.
Proprio durante l'inizio delle registrazioni, gli Who dovettero esibirsi un'ultima volta allo Young Vic, il 26 Aprile: la registrazione di quel concerto, o perlomeno gran parte di essa, finì nel secondo CD della versione Deluxe di Who's Next decenni dopo, con una scaletta in grandissima parte incentrata sui brani di Lifehouse. Durante le prove fu ovvia l'impossibilità di usare sintetizzatori sul palco, rendendo quindi necessario l'uso estensivo di basi pre-registrate, e lo stesso Townshend si rivelò stupito di come Keith Moon fosse in grado di suonarci sopra facilmente, in tempi in cui avere una base in cuffia per i batteristi non era certo usanza comune.
Le registrazioni con Glyn Jones continuarono, e lui fu in grado di organizzare una tracklist molto efficace condensando il tutto in un singolo album, chiamato "Who's Next". Townshend fu molto deluso da tutto questo, anche dalla copertina, ma fu comunque in grado di dare merito a Jones per aver letteralmente compiuto un miracolo nel riuscire a far uscire un album vero e proprio, viste le circostanze. E che album! Finirà per comprendere:

  1. Baba O' Riley
  2. Bargain
  3. Love Ain't For Keeping
  4. My Wife (brano di Entwistle non parte di Lifehouse)
  5. The Song Is Over (comprendente una reprise di Pure And Easy sul finale, brano non compreso nell'album)
  6. Getting In Tune
  7. Goin' Mobile
  8. Behind Blue Eyes
  9. Won't Get Fooled Again

Tra i brani inutilizzati, ma presenti nelle session:

  • Let's See Action uscì come singolo nell'Aprile 1971.
  • I Don't Even Know Myself uscì come lato B del singolo Won't Get Fooled Again nel 1971
  • Water (suonata in quel periodo ma difficilmente parte di Lifehouse) uscì come lato B di 5:15 e Love Reign O'er Me nel 1973.
  • Pure And Easy, Too Much Of Anything, Put The Money Down e Naked Eye (queste ultime non è sicuro al 100% che fossero parte di Lifehouse, ma è comunque probabile) finirono nella raccolta Odds And Sods del 1974. Nella rimasterizzazione del 1998 vennero aggiunte Time Is Passing, una versione di Love Ain't For Keeping cantata da Pete Townshend e Water.
  • I demo di Townshend di Pure And Easy, Time Is Passing e Let's See Action finirono nel suo album solista Who Came First nel 1972.
  • Molti di questi brani vennero poi aggiunti nella versione rimasterizzata di Who's Next.
  • A creare ulteriore confusione, è importante notare che di molti brani esistono i demo di Townshend, le versioni al Record Plant e quelle all'Olympic; è normale quindi scoprire versioni alternative di brani familiari (ad esempio in Odds And Sods c'è una versione di Pure And Easy che è diversa da quella di Who's Next rimasterizzato).

Townshend però non abbandonò mai del tutto l'idea di Lifehouse, ed è difficile però dire con certezza come e quando l'idea fu seriamente riconsiderata. Si ipotizza che brani come Relay, Join Together e la già citata Put The Money Down, di poco successivi, siano correlati. Così come Slip Kid, da The Who By Numbers del 1975. Tutti questi brani furono inseriti in Lifehouse Chronicles di Townshend nel 2000, facendo quindi intendere che in qualche modo possano essere collegati ad un'idea, magari successiva, del progetto.
Ciò che si sa è che il tutto fu ripreso un po' più seriamente e coerentemente poco prima dell'album Who Are You, nel 1978. Si dice infatti che l'intenzione fosse quella di basare presumibilmente un album su di una storia simile a quella del Lifehouse originale, ma ambientata 200 anni dopo, dove si tenta sostanzialmente di ricreare quel concerto. Si pensa che alcune canzoni, poi parte dell'album Who Are You, fossero intese per quel progetto, e che parlino di musica e scrittura come metafora della vita. Non per niente in Lifehouse Chronicles ritroveremo Who Are You, Sister Disco e Music Must Change.
Nel 1980 Townshend, insieme ad Entwistle, tentò di realizzare un copione per un film basato su Lifehouse, ma a quanto pare non se ne fece nulla a causa del fatto che Townshend si innamorò della compagna di colui che sarebbe dovuto essere il regista (si dice che il brano Athena, da It's Hard del 1982, sia dedicato a lei).

4 - The Lifehouse Chronicles


Dopo tutti questi tentativi falliti, finalmente nel 1998 la BBC approcciò Townshend con l'idea di realizzare una sorta di "radio play" basato su Lifehouse, usando musica orchestrale con composizioni sia sue che di compositori barocchi come Henry Purcell, il tutto orchestrato dalla futura moglie Rachel Fuller . Ne venne fuori un'opera di circa 2 ore che venne trasmessa su BBC Radio 3 il 5 Dicembre 1999. Le reazioni non furono entusiasmanti, ma si decise di ampliare il progetto ulteriormente, tanto da far uscire un cofanetto di 6 CD il 17 Febbraio 2000. Esso era disponibile solamente tramite il sito ufficiale di Townshend e ai suoi concerti. Al suo interno si poteva trovare l'intera radio play, i brani orchestrali, vari esperimenti sonori di Townshend, versioni live e ri-registrate di brani del progetto, ma soprattutto i demo originali. I primi 2 Cd infatti contenevano demo di varie epoche, anche di brani non suonati dagli Who, e ci permettono quindi di goderci una versione completa, anche se revisionata, di Lifehouse. O di quello che avrebbe potuto essere, perchè sempre di demo si tratta. La scaletta è la seguente:

CD 1
  1. Teenage Wasteland
  2. Going Mobile
  3. Baba O' Riley
  4. Time Is Passing
  5. Love Ain't For Keeping
  6. Bargain
  7. Too Much Of Anything
  8. Music Must Change
  9. Greyhound Girl
  10. Mary 
  11. Behind Blue Eyes
  12. Baba O' Riley (instrumental)
  13. Sister Disco
CD 2
  1. I Don't Even Know Myself
  2. Put The Money Down
  3. Pure And Easy
  4. Getting In Tune
  5. Let's See Action
  6. Slip Kid
  7. Relay
  8. Who Are You
  9. Join Togehter
  10. Won't Get Fooled Again
  11. The Song Is Over
Poco dopo la pubblicazione si tennero una manciata di concerti dedicati a Lifehouse Chronicles, con orchestra e band allargata. Il più noto fu quello a Sadler's Wells, pubblicato poi in DVD nel 2002 con il titolo Music From Lifehouse. 
Quindi, capitolo chiuso? Per quanto riguarda la storia di Lifehouse forse si, ma per alcuni concetti di base non proprio.


5 - Riferimenti a Lifehouse in altre opere di Pete Townshend


Tolte le opere direttamente correlate, ci sono vari riferimenti a Lifehouse sparsi in giro. Uno dei primi fu nell'album Psychoderelict del 1993. Un album particolare perchè, nella sua versione originale, comprendeva parti recitate da attori tra le canzoni. Il che fu considerato un po' indigesto e ne fu poi pubblicata una versione "music only". Il punto però è che il protagonista, Ray High (curioso caso di omonimia con il Ray di Lifehouse con cui, però non pare avere collegamenti diretti), una rockstar di mezz'età in piena crisi creativa, con vari stratagemmi (su cui non sto a dilungarmi qui) ritorna in scena. Tra vari riferimenti auto-biografici, è curioso notare che uno dei più grandi rimpianti di Ray è quello di non esser stato in grado, da giovane, di portare a termine la sua grande opera "Gridlife". Impossibile non notare i riferimenti a Lifehouse quindi, accentuati anche da intermezzi strumentali che sono palesi riarrangiamenti di Baba O' Riley e Who Are You.

Il protagonista di Psychoderelict Ray High ritorna, invecchiato, in un'altra opera di Townshend: The Boy Who Heard Music. Inizialmente una novella, poi vera e propria suite che occupò gran parte di Endless Wire, album di ritorno degli Who del 2006. Se la storia in sé di nuovo non ha riferimenti a Lifehouse, è interessante notare come l'idea di base sia ancora presente nel metodo: infatti Townshend nel 2005 pubblica la novella sul suo sito aprendosi a discussioni e consigli con chiunque, permettendo così a più persone di contribuire. Successivamente, in contemporanea alla pubblicazione dell'album Endless Wire, Townshend inaugura il Lifehouse Method.
In sostanza si trattava di un software in grado di creare ritratti musicali. Ci si iscriveva online e si riceveva una password che permetteva poi di creare le proprie composizioni. Il team musicale dietro al sito avrebbe poi scelto alcuni di questi ritratti musicali e li avrebbe estesi in composizioni più grandi che sarebbero poi state presentate in un concerto o una serie di concerti, inviando poi una percentuale degli eventuali ricavi ai proprietari dei ritratti usati. Il sito generò circa 10.000 ritratti fino alla sua chiusura nel 2008. Purtroppo però fino ad oggi non c'è stato alcun concerto.
Il sistema di composizione che stava alla base del Lifehouse Method portò però ad un album di musica elettronica di Lawrence Ball, prodotto dallo stesso Townshend e Bob Lord, dal titolo Method Music, nel 2012.

6 - La musica e le canzoni


Se da un lato ci si potrebbe accontentare di Lifehouse Chronicles come rappresentazione definitiva di quello che sarebbe potuto essere Lifehouse, dall'altro si può fare di meglio. Il primo passo potrebbe essere quello di sostituire nella tracklist i demo di Townshend con le rispettive versioni degli Who (quando esistenti), recuperandole da Odds And Sods, Who's Missing e rimasterizzazioni varie. Ma anche facendo così, ci si ritroverebbe in mezzo canzoni successive al periodo di lavorazione sul progetto originale. Quindi, tenendo come base Lifehouse Chronicles, togliendo canzoni realizzate successivamente e dopo aver letto varie teorie a riguardo, qui cercherò di illustrare la musica che avrebbe composto il progetto originale e tenterò di organizzarne a grandi linee una sorta di tracklist.
O perlomeno fornire una guida per crearne una.

  • Pare evidente che il primo brano non possa che essere Teenage Wasteland. Molto probabilmente ci sarebbe stata una sorta di introduzione, magari analoga a quella di Baba O' Riley o comunque simile, ma senza ombra di dubbio questa ballata con il protagonista Ray che parla in prima persona avrebbe introdotto perfettamente la storia. Interessante notare che non esiste una versione degli Who di questo brano.
  • Il secondo brano di fatto dipende da cosa si sarebbe fatto seguire nella storia a questo punto. In Lifehouse Chronicles abbiamo la vivace Going Mobile, a descrivere la vita in caravan della famiglia di Ray, Sally e Mary; mentre in alcune versioni si trova Time Is Passing, su cui torno successivamente.
  • In Lifehouse Chronicles a questo punto troviamo Baba O' Riley, ripresa in versione strumentale più avanti. Secondo me però non ha molto senso, avendo avuto poco prima Teenage Wasteland, e credo sia più sensato spostarla più avanti, al posto della versione strumentale, vedremo poi perchè.
  • Love Ain't For Keeping è più o meno sicuro che sia tra i primi brani in quanto canzone d'amore da parte di Ray per la moglie Sally, quindi prima della fuga di Mary. Di solito piazzata intorno a Going Mobile.
  • La gradevole Time Is Passing può essere piazzata un po' dove si vuole nel primo gruppo di brani, essendo una chiara presentazione del personaggio di Bobby l'hacker: di fatto dipende dalla scelta di voler focalizzarsi sulla famiglia di Ray, Sally e Mary all'inizio o di fare una carrellata di presentazioni anche di altri personaggi.
  • A questo punto alcune versioni (non in Lifehouse Chronicles) piazzano la cover di Baby Don't You Do It a rappresentare il brano che Mary sente alla radio, trasmesso nel programma di Bobby. Come detto non ve ne è traccia in Chronicles, ma può aver senso. Doveroso notare che nello stesso periodo suonarono live altre cover, (I'm A) Roadrunner e Bony Moronie, che non so se furono registrate ma potrebbe anche essere. 
  • La posizione di Baba O' Riley, come detto poco fa, poteva essere variabile, e potrebbe rappresentare la sperimentazione di Bobby sull'unica nota. Se interpretata così, si può piazzare in quasi qualunque punto nella prima parte della storia. D'altro canto però il testo in gran parte uguale a quello di Teenage Wasteland (in questo senso può anche essere una sorta di reprise) in cui era Ray a parlare, rende difficile pensare che qui sia Bobby a farlo. Insomma, è difficile dire con certezza il ruolo e la posizione di questo brano.
  • Il trittico Mary, I Don't Even Know Myself e Greyhound Girl è spesso posizionato a questo punto dell'album. Queste tre canzoni sono incentrate sul rapporto tra Mary e Bobby dopo la fuga da casa di lei ed il loro incontro, e anche se possono esser disposte in ordine diverso, può aver senso raggrupparle. A meno che, come in Lifehouse Chronicles, non si voglia intervallare il tutto con altri brani e parti di storia: lì sono scelte, ed è difficile dire quale possa essere stata la più realistica nel 1971.
  • Bargain, se interpretata in modo puramente letterale, è facile pensare che racconti il momento in cui il Ray decide di partire alla ricerca della figlia Mary. Quindi il suo posizionamento nella scaletta dipende esclusivamente da quando si vuole raccontare questo fatto particolare, se prima o dopo l'incontro fra Mary e Bobby.
  • Behind Blue Eyes è spesso indicata come la canzone che descrive Jumbo, colui che gestisce la griglia, e di fatto il principale antagonista della storia oltre al governo in generale. Di nuovo, il suo piazzamento in scaletta dipende da quando si vuole introdurre Jumbo, ma secondo me ha senso farlo all'arrivo di Bobby e Mary a Londra per il concerto, quindi certamente successivamente al loro incontro.
  • Too Much Of Anything in The Lifehouse Chronicles è piazzata molto prima nella tracklist, ma secondo me ben si adatta a descrivere l'esperienza di chi vive nei bozzoli o suits, dove grazie alla tecnologia possono vivere numerose esperienze virtuali, ben più che nella vita reale. Quindi anche qui, dipende da quando si vuole affrontare l'argomento in questione, e a mio parere l'arrivo in città è un ottimo momento per farlo.
  • A questo punto è praticamente appurato che Let's See Action e Getting In Tune siano consecutive, anche se è da discutere in che ordine. La prima può rappresentare l'arrivo sul luogo del concerto e gli ultimi preparativi, mentre la seconda può essere il brano introduttivo del concerto, avendo riferimenti più strettamente musicali della prima: "Sto cantando questa nota perchè si adatta bene agli accordi che sto suonando". 
  • Pure And Easy è il brano manifesto dell'intero progetto, quello in cui si parla apertamente del concetto di unica nota perfetta. Il suo piazzamento è molto incerto: in Lifehouse Chronicles la troviamo prima di Let's See Action e Getting In Tune, mentre in altre versioni non ufficiali la troviamo dopo. Si può quasi certamente dire che questo brano rappresenta il momento in cui Bobby espone l'idea dell'unica nota prima o durante il concerto ai presenti, quindi a grandi linee il suo piazzamento nella tracklist è sicuramente vicino ai due brani citati sopra.
  • A questo punto in Lifehouse Chronicles troviamo una serie di brani all'epoca non ancora composti: Slip Kid, Relay, Who Are You e Join Together. O meglio, Slip Kid e Who Are You sono indubbiamente successive, mentre per Relay e Join Together non è esclusa la possibilità che fossero state scritte proprio all'epoca di Lifehouse. Il fatto però è che furono registrate solamente nel 1972, quindi è difficile pensare che potessero far parte di una tracklist del 1971, anche se a livello di storia potevano avere un senso.
  • A questo punto si arriva forzatamente a Won't Get Fooled Again, in corrispondenza del momento in cui l'armata di Jumbo entra con la forza nella Lifehouse e l'unica nota viene suonata facendo sparire tutti.
  • The Song Is Over chiude perfettamente l'album, sia a livello di testo, sia per la reprise di Pure And Easy sul finale sfumato; un finale molto suggestivo.
  • Una nota a margine riguarda Put The Money Down, Water e Naked Eye, brani di quel periodo che però non si sa bene se e come avrebbero potuto far parte della storia. Si sa però che almeno Naked Eye fu registrata agli Olympic Studios contemporaneamente agli altri brani, quindi non è da escludere la sua possibile inclusione. Dove di preciso nella tracklist è difficile a dirsi; l'unica versione che ho visto includerla la posiziona all'arrivo di Mary e Bobby in città, prima di Behind Blue Eyes.




Quindi, spero che questa analisi vi sia piaciuta e/o interessata. Il mio consiglio è perlomeno di ascoltare l'album Who's Next e gli altri brani di questo progetto, perchè al di là dell'importanza o della bellezza della storia di base, si tratta di ottimi brani. E spero anche che questa mia analisi possa aver dato un'idea della mente geniale di Pete Townshend, mai abbastanza celebrato, o perlomeno non per i motivi giusti.


2 commenti:

  1. Ciao Simone, grazie per questo post. Sto cercando informazioni su Lifehouse e devo dire che in rete questo tuo post contiene le informazioni più complete che ho trovato finora, includendo i siti in lingua inglese (in proposito, se non lo conosci ti suggerirei questo: http://albumsthatneverwere.blogspot.com/2016/09/the-who-lifehouse-upgrade.html)
    Qualche considerazione:
    - Naked Eye: come te, molti sono dubbiosi se faccia parte della storyline di Lifehouse, eppure a me il testo sembra che si inserisca bene. Almeno le prime due strofe penso possano essere una descrizione delle esperienze che vivono le persone che vivono nelle suits e ricevono intrattenimento “fittizio”. Cosa ne pensi?
    - Impressionante l’analogia tra la Grid e Matrix. Mi viene da chiedermi se i Wachowski non conoscessero Lifehouse. Va anche detto che non si tratta di un concetto completamente estraneo alla fantascienza.
    - Quali fonti hai usato per raccogliere tutte le informazioni? Casomai mi venisse voglia di approfondire.
    Grazie mille ancora!

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    1. Ciao e grazie mille per i complimenti! Conosco il blog che citi sugli album mai pubblicati, ed è effettivamente tra le fonti di informazioni qui usate, insieme all'autobiografia di Pete, il libro Pure And Easy di Eleonora Bagarotti sui testi degli Who, il libretto del CD di Who's Next (sia quello del 1996 che quello Deluxe con il secondo Cd allo Young Vic uscito nel 2003) e sicuramente svariate interviste e documentari che non saprei elencare nel dettaglio a distanza di tempo... Oltre alla stranamente ben fornita, in questo caso, Wikipedia! Per quanto riguarda Naked Eye, certamente può trovare un posto nell'album, nulla è veramente sicuro al 100% (anche se non siamo ai livelli di Smile dei Beach Boys in quanto a spazi per teorie ahahah), però diciamo che se la si interpreta come dici tu, che peraltro può aver senso, forse risulterebbe un po' ridondante visto che in sostanza l'argomento già lo si affronta in Too Much Of Anything se non vado errato. Poi ovvio, il bello di questo tipo di album è che ognuno potrebbe crearsene uno su misura! :) Per quanto riguarda Matrix purtroppo mi trovi poco preparato, in quanto non particolarmente conoscitore del cinema, ma da quel che so sicuramente i punti in comune ci sono eccome!

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