Robert Wyatt è sicuramente un personaggio di cui non è facilissimo parlare, tanto è sfaccettata ed interessante la sua storia e la sua personalità. Certo, ne esistono documentari e pagine online che raccolgono informazioni di ogni tipo, ma una biografia esaustiva si rivela essere a mio parere fondamentale per capire al meglio sia l'artista che la persona. Questo Different Every Time a mio parere riesce pienamente nel compito di illustrare e raccontare la vita di Wyatt, andando a raccogliere testimonianze da praticamente tutte le persone che hanno avuto un ruolo in essa. Posso solo immaginare la mole di lavoro necessaria...
Ovviamente lo stesso Wyatt è stato interpellato su molte cose, donando quindi a questa biografia quel livello in più di legittimità ed interesse che la rende imprescindibile per i fan. Personalmente posso dire che mi ha aiutato molto a districarmi in una discografia certamente non oceanica per quanto riguarda gli album a suo nome, ma che diventa facilmente tale considerando le infinite collaborazioni, che spesso nascondono autentiche perle (come The Hapless Child di Michael Mantler, album che ho conosciuto proprio grazie a questo libro). Ed in tal senso ho trovato molto utile l'appendice finale dedicata proprio alla discografia, comprendente appunto anche le numerose collaborazioni. Nel libro si racconta ovviamente sia la vita artistica di Wyatt, ma anche quella più personale e quella politica. Elemento, quello politico, di primaria importanza se si vuole apprezzare e comprendere in particolar modo i suoi lavori degli anni '80 (i singoli della Rough Trade, Old Rottenhat, Dondestan...), ed in generale il suo interesse per culture musicali disparate (gli ultimi Cockooland e Comicopera ne sono un esempio). C'è ovviamente la parte dedicata alle sue prime esperienze musicali, ai Soft Machine, alla sua crescente insoddisfazione e distacco che lo portò ad esser poi praticamente cacciato dalla band, il conseguente trauma, i Matching Mole, la successiva caduta: tutto è raccontato in modo decisamente esaustivo.
Concludendo quindi, un libro che non posso non consigliare ai fan di Wyatt, ma anche e soprattutto a chi magari non è molto familiare con la sua figura ed i suoi lavori e vuole saperne di più; che poi è sostanzialmente il mio caso. Vi lascio con un estratto, riferito alla breve parentesi dei Soft Machine a sette elementi, ma che ben rappresenta un punto di vista che condivido totalmente.
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