sabato 9 giugno 2018

The Beach Boys With The Royal Philharmonic Orchestra (recensione)

Questo tipo di operazioni di ri-arrangiamento oscillano spesso tra l'inutile e la blasfemia, e per molti anche questo album ricadrà in queste definizioni, ma per me non totalmente.
C'è da dire che il repertorio qui affrontato è già in partenza tendente al "sinfonico" grazie ai magnifici arrangiamenti di Brian Wilson nelle versioni originali, ma qui ovviamente il tutto è ulteriormente amplificato dalla presenza della Royal Philharmonic Orchestra, con risultati a volte sublimi, altre volte un po' forzati.

L'album è introdotto da California Suite, che poi altro non è che una classica introduzione di tipo orchestrale che qui è promossa a traccia a sé, a differenza delle altre introduzioni presenti in quasi ogni altro brano (o intermezzi, a seconda dei punti di vista, tenendo anche conto del fatto che in alcuni casi non hanno nulla in comune con il brano che introducono). Importante dire che qui non si tratta di brani dei Beach Boys interamente ri-suonati dall'orchestra; infatti siamo di fronte a tracce originali, spesso remixate, con l'aggiunta di orchestra. E proprio qui si può notare uno dei punti forti di questa operazione: il remix fatto su alcune di queste tracce fa sì che esse suonino più chiare e nitide che mai, ben più delle versioni sugli album veri e propri. Già solo un album con remix di questa qualità sarebbe di interesse, ma con l'orchestra come rendono? Diciamo che i brani possono essere suddivisi in tre grandi gruppi: ottimi, inutili, discutibili.

Quelli discutibili sono ovviamente soggetti a pareri puramente personali, ed infatti ho letto di critiche su Sloop John B e Fun Fun Fun ad esempio, dove l'orchestra è in primissimo piano e stravolge l'arrangiamento originale. Qui ovviamente è un terreno scivoloso, ma io personalmente ho apprezzato il coraggio. Quelli inutili non lo sono in senso strettamente negativo, mi spiego meglio: come detto all'inizio, questi brani hanno già un che di sinfonico, quindi l'orchestra che ruolo può avere? Beh, ascoltando brani come Wouldn't It Be Nice, God Only Knows (a parte la coda che è magnifica), California Girls e via dicendo si nota benissimo come l'orchestra potrebbe tranquillamente anche non esserci, tanto è dedita a ricalcare fedelmente gli arrangiamenti originali.
Insomma ci sono brani, certamente immancabili in ogni album celebrativo di questa band, sui quali sembra quasi che sia stato fatto "il compitino" tanto per poterli inserire nell'album. Ciò non significa che non siano belli da ascoltare, ma solo che noto pochissime differenze con gli originali.

Il valore del progetto invece viene fuori in modo dirompente in Disney Girl, nettamente superiore all'originale sotto ogni aspetto, in Here Today, dove l'orchestra mostra un po' più di audacia e aggiunge ottime parti specialmente nell'intermezzo strumentale, in Don't Worry Baby, anche qui quasi meglio dell'originale, nei brani più lenti come In My Room, The Warmth Of The Sun e You Still Believe In Me, molto adatti ad essere accolti da un letto d'archi... Insomma ci sono alti e bassi, e forse brani come Heroes And Villains e Good Vibrations avrebbero meritato un po' più di coraggio negli arrangiamenti (specialmente la prima, che in Good Vibrations ci sono comunque delle ottime parti). A mio personalissimo parere, se solo avessero usato un approccio simile a quello di Disney Girls e Here Today, dando letteralmente nuova vita a brani non propriamente famosi, l'album ne avrebbe guadagnato immensamente. Che so, magari lasciando fuori qualche brano che non guadagna molto dalla presenza dell'orchestra e sostituirlo con altri, oppure raddoppiare il progetto suddividendolo in due parti, magari la prima con le "hits" e la seconda con brani più "di nicchia".
Perchè sentendo il risultato raggiunto con quei due brani in particolare, l'immaginazione poi vaga e arriva a pensare a cosa sarebbero potuti diventare brani come 'Till I Die, Forever, Surf's Up, Don't Talk, I'm Waiting For The Day... Non certo Kokomo. Ma è ovvio che si tratti anche e soprattutto di una celebrazione della loro musica, quindi, comprensibilmente, c'è un occhio di riguardo per i brani più famosi. Un po' un peccato secondo me.

Certo è che, critiche a parte, si tratta di un gran bell'ascolto; complice anche il remix delle vecchie tracce usate, molti brani suonano decisamente più freschi, e l'orchestra aggiunge quel tocco in più che giustifica l'esistenza di questo album. Un voto? Molto difficile: alcuni brani li adoro letteralmente, altri mi lasciano indifferente, ed è pur sempre musica sentita e stra-sentita...
Dai, un 7,5. Perchè un album del genere non può non mettere di buon umore ed essere una perfetta colonna sonora estiva.
Vi lascio un link a Spotify se volete ascoltarlo.

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