venerdì 16 novembre 2018

Morgan - Nova Solis (1972) Recensione

Tra le innumerevoli band definibili “minori”, puramente in termini di fama, nei proficui anni '70, questi Morgan sono meritevoli di attenzione. I Morgan pubblicarono solamente due album, il secondo dei quali, con non pochi problemi, ben tre anni dopo la sa registrazione.
Questo Nova Solis, il loro primo album, fu registrato con l'allora avveniristico metodo a 16 traccce, negli studi RCA di Roma. Il nome della band deriva ovviamente dal nome del tastierista Morgan Fisher, di fatto anche leader e compositore principale della band, aiutato dal cantante Tim Staffel che si occupò invece dei testi. Interessante notare che Staffel precedentemente faceva parte degli Smile insieme a Brian May e Roger Taylor, i quali dopo il suo abbandono presero a bordo il giovane Freddie Mercury e cambiarono il nome in Queen. 
I Morgan non hanno molto in comune con gli Smile (a parte un altro piccolo particolare che vedremo più avanti), rientrando senza troppa fatica nel filone del progressive rock tanto in voga nel periodo, facendo della sovrabbondanza di tastiere una delle caratteristiche più evidenti del loro suono. Facile quindi tracciare paralleli con altre band “keyboard-driven”, e nomi come ELP fanno presto ad affiorare; ma in realtà il suono dei Morgan affonda le radici tanto nel progressive quanto in una sorta di psichedelia spaziale, non molto presente in band come ELP o Triumvirat.
Non è raro infatti notare effetti sonori e scelte timbriche dei sintetizzatori che forse oggi possono sembrare un po' ingenui ed antiquati, ma che allora ben davano l'idea di modernità, atmosfere futuristiche ed, appunto, spaziali. Il ring modulator applicato alla voce di Staffel nel brano di apertura, Samarkhand The Golden, ne è un esempio. Questo brano ben presenta il suono della band, condito con i consueti cambi di tempo, assoli e tastiere strabordanti che ritroveremo in gran parte dell'album. C'è da dire però che la varietà di tastiere usate è davvero notevole, e crea una certa ricchezza timbrica indubbiamente piacevole. Ovviamente chi prova odio profondo nei confronti dei sintetizzatori farà meglio ad evitare questa band. Alone, ad opera di Staffel, alleggerisce il tutto con i suoi toni acustici prima della più pesante ed oscura War Games. Quest'ultima mostra bene le notevoli parti di basso di Bob Sapsed e sfodera di nuovo tutte le caratteristiche più progressive del loro suono. L'intera seconda metà dell'album è occupata dalla massiccia title track, dove Fisher utilizza al meglio il suo intero arsenale tastieristico e accompagna l'ascoltatore in un viaggio spaziale in un futuro dove la Terra è stata distrutta. Tra citazioni a Jupiter di Gustav Holst, arie sinfoniche, sezioni puramente rumoristiche, ballate acustiche con il tipico gusto melodico di Staffel, la suite Nova Solis è indubbiamente una delle migliori parentesi dei Morgan. Curioso notare la presenza di una sezione, a circa metà suite, dal nome Earth. Si tratta di un brano composto da Tim Staffel e già registrato con gli Smile qualche anno prima, qui ripreso e modificato nell'arrangiamento. La suite e l'album si chiudono con una reprise, come è giusto che sia in questi ambiti.
I Morgan realizzeranno un secondo album stilisticamente non distante da Nova Solis, The Sleeper Wakes, registrato nel 1973 ma pubblicato solo nel 1976 per problemi contrattuali. La band si sciolse di lì a poco, e Morgan Fisher, dopo parentesi con la Third Ear Band e i Mott The Hoople, finì ironicamente a suonare le tastiere nel tour europeo dei Queen del 1982. Lo si può infatti vedere nel live Queen On Fire: Live At The Bowl in uno stravagante completo rosa.
Come voto questo album si merita un 7,5 generosamente arrotondato ad 8.

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