sabato 10 novembre 2018

Eagles - The Broadcast Collection '74-'94 (2017) Recensione

Gli Eagles sono stati senza dubbio tra i primi ascolti quando ero bambino. Tra varie cassette dei Queen, dei Supertramp, di Phil Collins, c'era una loro raccolta con i soliti pezzi noti che conoscono anche le pietre. Pian piano iniziai ad acquistare i singoli album e ad adorarli, in particolar modo Desperado. Non fui particolarmente colpito quando uscì Long Road Out Of Eden nel 2007, pur avendo brani di tutto rispetto, e mi limitai ad ascoltare i loro lavori pre-scioglimento, fino a The Long Run. Quello di cui però sentivo un po' la mancanza era una buona testimonianza live di quegli anni. Certo, Eagles Live è pur sempre ottimo, con brani pescati tra il 1976 ed il 1980, ma penalizzato dalla sua relativa brevità e dalle ovvie correzioni fatte in studio. Fino a che, qualche giorno fa, per puro caso ho trovato questo cofanetto da 7 CD contenente 4 concerti di epoche diverse. Ovviamente si tratta sostanzialmente di bootleg, ma d'altronde ho sempre detto che se solo certi bootleg fossero venduti a prezzi decenti e con confezioni carine potrei considerare l'acquisto in alcuni casi (magari per concerti particolarmente belli e importanti, o antologie come questa, per il resto si scarica senza pietà perchè tanto la band di soldi non ne vede comunque), e così è stato. In sostanza si tratta di concerti trasmessi per radio, quindi di registrazioni provenienti direttamente dal mixer, ed il che già ci toglie il dubbio sulla qualità. Qualità che comunque si rivela essere altalenante, ma mai inascoltabile al livello di un bootleg registrato dal pubblico.

Il primo CD è interamente dedicato al Don Kirshner's Rock Concert al Beacon Theater di New York, del 14 Marzo 1974, di cui esiste anche il video. Qui troviamo gli Eagles all'epoca del loro terzo album, On The Border, e freschi dell'aggiunta di Don Felder alle chitarre. Questo concerto si tratta forse della miglior rappresentazione della loro anima country, condita dalla presenza di ospiti come Jackson Browne e Linda Ronstadt (gli Eagles si formarono proprio come backing band di Linda agli inizi). Entrambi gli ospiti cantano due loro brani accompagnati dagli Eagles, e se la sezione di Jackson Browne è forse un po' troppo lenta e poco coinvolgente, la parte della Ronstadt è l'opposto. Oltre ai suoi due pezzi infatti si cimenta in una interpretazione da applausi di Desperado, dimostrandosi forse l'unica altra interprete degna di questo brano. I brani degli Eagles invece spaziano tra i primi tre album, con soliti sospetti tipo Take It Easy e Peaceful Easy Feeling, una notevole versione di Already Gone, un magnifico intermezzo bluegrass con Midnight Flyer e Twenty One, per poi arrivare ad una delle vette dell'intero cofanetto: un medley da 8 minuti con Doolin Dalton, Doolin Dalton Reprise e Desperado Reprise. Insomma quasi una mini-suite country di unica bellezza. Il suono di questo CD è piuttosto chiuso, confuso, ma tutto sommato godibile. L'unica altra pecca, a voler essere pignoli, è la lunga versione di Take It Easy, che tanto mi puzza di artificiosa, con un copia e incolla della stessa sezione più volte per farla sembrare più lunga di quanto in realtà fosse. Ma si tratta di una cosa presente fin dalla fonte originale, quindi non è da incolpare a questo cofanetto.

Il secondo ed il terzo CD contengono il concerto al Summit di Houston del 6 Novembre 1976. Gli Eagles sono in procinto di pubblicare il loro Hotel California, e già un paio di brani (la title track e Wasted Time) fanno capolino in scaletta. L'uscita di Bernie Leadon e l'entrata in formazione di Joe Walsh ha spostato il suono del gruppo verso territori più rock e, man mano, sempre meno country. Tendenza comunque già evidente in One Of These Nights, e che forse ha proprio causato l'allontanamento di Leadon. La scaletta è un po' strana e sbilanciata, dopo il consueto inizio con Hotel California si "perde" in una lunga sequenza di brani più pacati che è strano trovare ad inizio concerto (Lyin' Eyes, Wasted Time, una Take It To The Limit spettacolare e Desperado), per poi riprendersi con Turn To Stone. Questo brano, il primo in scaletta ad opera dell'ultimo arrivato Wash, è senza dubbio tra le cose migliori mai suonate dagli Eagles dal vivo, specialmente nella seconda metà con Walsh e Felder che duellano (e non duettano, in quanto sembrano davvero "combattere" per prendere il sopravvento) in modo magistrale. Più avanti Walsh conquisterà ulteriore spazio con Funk 49, Rocky Mountain Way e Walk Away, dimostrando non solo il suo talento e la ventata di novità nel suono degli Eagles, ma anche quanto gli altri membri ai tempi puntassero sulla sua presenza. Nel mezzo di tutto questo c'è il vecchio classico Witchy Woman, qui notevolmente estesa da un'introduzione improvvisata dove, di nuovo, i due chitarristi duellano portando il brano su ben altri livelli rispetto all'originale. Curiosa la scelta di chiudere con la pacata Tequila Sunrise dopo cotanta tracotante carica, ma è solo un altro esempio di come sia strana questa scaletta. Nel mezzo ovviamente ci sono anche altri brani come Already Gone, One Of These Nights, Midnight Flyer e Good Day In Hell. Il suono è forse l'esatto opposto del concerto precedente, mostrandosi fin troppo brillante a tratti, ma di nuovo niente di particolarmente inascoltabile, anzi.

Il quarto ed il quinto CD ci portano nel 1980, al Forum di Inglewood il 4 Marzo. Gli Eagles hanno perso un ulteriore membro, Randy Meisner, sostituito da Timothy B. Schmit, e dopo ben tre anni dal precedente Hotel California pubblicano The Long Run. Si tratta dell'ultimo album e tour prima dello scioglimento, e gran parte dell'album Eagles Live è tratto da questo tour. Se però lì sono presenti anche tracce dal 1976/77 in modo da avere una sorta di "greatest hits live", il concerto qui presente è invece più in linea con l'idea di promozione dell'ultimo album. In scaletta sono infatti presenti ottimi brani come In The City, King Of Hollywood, The Sad Cafè e Those Shoes, insieme alla title track, I Can't Tell You Why e Heartache Tonight, presenti anche in Eagles Live. Ottima in particolare la performance di Those Shoes, ed è un peccato che non abbia trovato spazio nel live ufficiale. Joe Walsh si prende di nuovo il suo spazio con una Turn To Stone dove il tastierista aggiunto David Sanborn è molto presente, anche in un assolo di flauto molto "JethroTulliano", e con il classicone Life's Been Good, entrambe ottime performance. Il concerto in generale è di nuovo ottimo, ed il suono è ancora meglio che nei precedenti, purtroppo però la registrazione si interrompe ad appena un minuto dall'inizio dei bis, ma di nuovo si tratta di un problema della fonte originale.
Curioso notare come nell'album Eagles Live pare abbiano usato molte correzioni e sovraincisioni in studio, mentre ascoltando questi concerti è palese che non ce ne fosse affatto bisogno.

Gli ultimi due CD ci portano avanti di 14 anni, ai tempi della reunion del 1994. L'album Hell Freezes Over conteneva una manciata di brani nuovi registrati in studio ed una selezione di pezzi live, di cui alcuni riarrangiati in modo acustico. La corrispettiva versione video ampliava la scaletta del CD e ci mostrava i brani nuovi in sede live, ed entrambi erano una sorta di compilation di due serate ai Warner Brothers Studios di Burbank. In questi ultimi CD troviamo la seconda delle due serate, quella del 25 Aprile, nella sua interezza. Un concerto molto più lungo di quello pubblicato ufficialmente, sfiorando le 2 ore e un quarto, e frutto della moda dei tempi dell'unplugged. La scaletta infatti inizia in modo acustico e pian piano si muove verso l'elettrico passando per una sezione con orchestra. Molti brani sono noti a chi conosce Hell Freezes Over, ma già l'apertura con una magnifica Peaceful Easy Feeling ci fa capire che qui siamo di fronte a qualcosa di molto più interessante dell'album ufficiale, se non altro per la presenza di molti brani in più. Notevole il ruolo dell'orchestra in New York Minute, Wasted Time e The Last Resort, e divertente ascoltare la band che sbaglia l'inizio di In The City e Get Over It per poi fermarsi e ripartire. Dopotutto se in un concerto normale l'errore si maschera e si cerca di continuare, non si può fare lo stesso in una serata fatta apposta per essere filmata e registrata! Ottime performance da parte di tutti, oltretutto con una qualità audio che rivaleggia con l'uscita ufficiale, rimanendo un gradino sotto solamente per l'ovvia natura "pre-mix", che quindi può comportare alcuni casi in cui i volumi di voci e strumenti non siano perfettamente bilanciati. Ma si tratta di piccolezze in un live nettamente superiore a Hell Freezes Over.

La confezione di questo cofanetto è certamente piuttosto economica, con buste individuali per ogni CD ed un libretto comunque relativamente sostanzioso con articoli ed interviste a grandi linee dei periodi dei concerti qui contenuti. Esistono altri cofanetti in un certo senso analoghi, come Transmission Impossible e Dark Desert Highway, ma a grandi linee hanno contenuti simili (a parte la presenza di Voorburg '73 in Transmission Impossible, qui non presente) e spesso sono incompleti, a differenza di questo The Broadcast Collection.
Insomma, se siete fan degli Eagles e vi piacciono gli album live anche se non di altissima qualità audio e pulizia, è un acquisto consigliatissimo, visto anche che con appena 20 Euro avrete 7 CD e più di 6 ore e mezza di materiale. Difficile dare un voto, quindi lo spezzo in 3 parti: contenuto 10, qualità 7,5 e confezione 7.





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