martedì 7 agosto 2018

Genesis - Live (1973) Recensione

Il primo live ufficiale dei Genesis è stato registrato nel bel mezzo del tour di Foxtrot, e si tratta senza dubbio di uno dei più veritieri documenti di questa band dal vivo. Sì, perchè tutti i successivi live, seppur validi quando non ottimi, sono indubbiamente stati rimaneggiati in qualche modo, come era ed è tutt'ora usanza molto diffusa nelle pubblicazioni dal vivo. Già Seconds Out ad esempio combina serate diverse, e non escludo qualche "correzione" in studio, mentre altri casi come Rainbow '73 o The Lamb dal vivo pubblicati nell'Archive 1967-1975 sono forse una delle più grandi tragedie che io abbia mai ascoltato: con tracce ri-registrate addirittura venticinque anni dopo (con un Gabriel dalla voce che all'improvviso diventa più "matura", un Hackett che in Firth Of Fifth ha un suono che non ha nulla degli anni '70, e storie di un Tony Banks che ri-registra l'assolo di The Cinema Show in studio negli anni '90 a velocità dimezzata per poi essere raddoppiata dopo). Sarà che sono un fanatico dei bootleg (ed in tal senso consiglio qualche ricerca a riguardo se si vogliono ascoltare concerti come effettivamente furono suonati), ma di un live perfetto ed aggiustato non so proprio che farmene... Soprattutto quando poi, parlando della versione live di The Lamb, ascoltando l'ottimo bootleg allo Shrine Auditorium (da cui è stato tratto il live ufficiale), proprio non si capisce la necessità di aggiunte e correzioni, oltre a poter constatare l'effettiva esistenza di It, che stando ai Genesis non era invece stata registrata ed è quindi sostituita da un inutile remix in studio nella release ufficiale (oltre che dei bis, direttamente eliminati dall'album con la medesima scusa).

Ma torniamo all'album in questione. Gran parte delle tracce furono registrate alla De Montford Hall di Leicester da Alan Perkins usando lo studio mobile Pye Mobile Recording Unit, ad eccezione di The Return Of The Giant Hogweed, registrata il giorno prima alla Free Trade Hall di Manchester.  Effettivamente questo live, se non fosse stato pubblicato ufficialmente, sarebbe molto probabilmente diventato un bootleg. Sì, perchè esso fu registrato per la trasmissione radiofonica King Bisquit Flower Hour (anche se non fu mai trasmesso), ed i bootleg di altre band tratti da analoghe registrazioni non si contano... Certo, la qualità audio ed il mix non sono dei migliori, ma non siamo neanche al livello di Earthbound dei King Crimson, ad esempio. Indubbiamente il difetto più grande è però l'assenza di Supper's Ready, brano certamente suonato ma scartato per motivi di spazio. In realtà alcune copie promozionali con Supper's Ready inclusa furono stampate in formato a doppio disco, ed immagino siano ormai praticamente introvabili o comunque pezzi dal valore inestimabile. Ciò che abbiamo è una scaletta comunque molto equilibrata, che ben rappresenta il lavoro dei Genesis fino a Foxtrot. Ed infatti fin dall'inizio viene dato spazio all'allora ultimo album con la doppietta Watcher Of The Skies e Get 'Em Out By Friday. Versioni molto fedeli alle originali, dove forse le uniche differenze riscontrabili sono nel ritmo rallentato di Watcher (immagino per facilitare Gabriel vista la velocità del cantato), e qualche piccola differenza nell'interpretazione da parte di Gabriel dei vari personaggi in Get 'Em Out, enfatizzando ulteriormente la sua natura teatrale. Tutti gli altri fanno il loro molto diligentemente, anche se mi sento di citare in particolare un Phil Collins innegabilmente più libero che in studio, che non si fa mancare passaggi improvvisati mai fuori posto.
The Return Of The Giant Hogweed invece ci mostra per la prima volta i Genesis con un marcia in più, specialmente nell'epico finale, qui ancora più devastante che in Nursery Cryme. Un discorso simile si può fare per The Musical Box, dove la sua natura fatta di contrasti è qui ancora più evidente grazie alla gran carica con cui vengono affrontate le parti più "ritmate". Dove però i Genesis superano sé stessi, a mio parere, è nella conclusiva The Knife. Già l'originale spiccava all'interno di Trespass, ma qui, complice sicuramente l'esperienza accumulata dopo averla suonata per praticamente tre anni, si raggiunge un livello ancora più alto. E gran parte del merito va senza dubbio a Steve Hackett che, senza nulla togliere al mai abbastanza celebrato Anthony Phillips, si lascia andare in un assolo lancinante che sembra quasi essere stato partorito da un Jimmy Page pre-eroina particolarmente ispirato.
Se devo essere sincero, questo è uno dei casi in cui i tanto criticati remix del 2007 migliorano non di poco la resa. Certo, bisognerà mandare giù l'inutile presenza di una manciata di tracce bonus dal vivo dal The Lamb rimaneggiato di cui sopra inserite a forza (soprattutto vista l'occasione mancata di aggiungere la tanto agognata Supper's Ready, ora che su CD di spazio ne hanno da vendere), ma di certo il suono ora è più definito, chiaro e potente.
Interessante ricordare la presenza, sul retro della copertina del disco in questione, di una bizzarra storia ad opera di Gabriel che attirò l'attenzione nientemeno che di William Friedkin, famoso per aver diretto L'esorcista. Friedkin infatti contattò poi Gabriel nel 1974, chiedendogli se fosse disposto a collaborare in un suo lavoro futuro, causando poi discussioni e problemi all'interno della band che fecero di fatto saltare tutto, oltre a creare una prima, significativa spaccatura fra Peter ed il resto della band che finirà per allargarsi nel tempo. Altra curiosità è la dedica a Richard MacPhail, amico della band e tour manager fino a quel punto, momento nel quale decise di rinunciare all'incarico. I Genesis quindi decisero di fargli una dedica sul retro dell'album, senza pensare che ai meno informati potesse sembrare una dedica ad un amico che se ne era andato. Nel senso più drastico del termine.
Quindi, concludendo, un live forse un po' sottovalutato e "perso" in mezzo a monumentali vinili multipli contemporanei (Yessongs, Welcome Back My Friends...), facendo quasi la fine del già citato Earthbound dei King Crimson, senza però suonare così tanto male. Personalmente ci sono affezionato, e se dovessi dargli un voto sarebbe intorno al 7,5. Arriverebbe all'8 abbondante se avesse anche Supper's Ready.



1 commento:

  1. caro simone ercole ti seguo da diverso tempo e ti ritengo degno di massima attenzione,io ho seguito i genesis fin da trespass come e'difficile oggi esprimere quello che vivevamo all'epoca c'era ciao 2001 non c'era il web ma c'era la musica i genesis erano giovanissimi gabriel aveva 20 anni.i suoi testi visionari i costumi decisamente originali e un orchestra i genesis ad accompagnarlo fior di musicisti.li ho ascoltati dal vivo nel 73 presentavano selling england con supper's ready che l'unico video decemente in giro immortala.poi il 74 con lunica data drammatica a torino presentarono the lamb meravigliosi.la tua recensione e' bellissima equilibrata bravo simone

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