lunedì 23 ottobre 2017

Genesis - Abacab (recensione)

Ho deciso di parlare di quest'album principalmente perchè lo vedo criticato ovunque, specialmente nel "mondo prog", mentre secondo me dei meriti li ha, e l'idea che se ne fa la gente è filtrata attraverso l'ottica del "tradimento del prog, colpa di Phil Collins, si sono svenduti" e via discorrendo. Cerchiamo di contestualizzare un attimo: siamo nel 1981, il prog è "roba superata", chiunque ne è rimasto ancorato si è visto il gruppo sciogliersi come ghiaccioli al sole sotto i colpi di punk e new wave. E fu così che gruppi come Gentle Giant, e ELP, fra chi tentò invano la strada della semplificazione e chi rinunciò prima, la morte fu comunque inevitabile. In sostanza, non è mai facile reinventarsi, ed è ancora più difficile farlo e acquistare nuovo pubblico! Si perchè anche i già citati Gentle Giant ci hanno provato a fare alcune cose pop, ma non hanno fatto certo i soldi (a dimostrazione del fatto che, a differenza di come molta gente ignorante crede, semplificare la propria musica non equivale ad avere facile successo). E poi ci furono i Genesis, orfani di coloro che, a torto, vengono tutt'ora definiti come i principali artefici del "suono Genesis" (Gabriel e Hackett), che già stavano mietendo ben più successo che in passato, e che ora si preparano a fare il grande salto. Ma quale sarebbe questo grande salto? No cari miei, non si tratta di lasciare carta bianca al signor Collins dalla brillante carriera solista nascente, quanto piuttosto di consolidare i loro metodi democratici (assenti negli anni '70 ironicamente), e di fare un conscio passo avanti stilisticamente. Quindi, come è ben documentato, via tutte le cose che "suonano come i vecchi Genesis", via i lunghi strumentali atmosferici e romantici, e spazio a ritmi squadrati e composizioni più concise in linea con i tempi. E sfido chiunque a fare un passo del genere e riuscirci. E fu così che l'unica suite, composta (nelle intenzioni iniziali) da Dodo, Lurker, Submarine e Naminanu, rimane orfana delle ultime 2 parti (uscite nei vari singoli) e si trasforma in un pur ottimo compromesso tra epicità genesiana e sonorità moderne. Tendenza evidente anche nella lunga Abacab, in cui la struttura e le sonorità spigolose fanno da padrone. Entrano i fiati in No Reply At All, cosa che molti progsters trovano insopportabile, ma andate a sentirvi le parti di basso del buon Rutherford in quel pezzo. Poi altri pezzi solidi come Me And Sarah Jane, Like It Or Not... Ovvio che una volta arrivati a Keep It Dark e, soprattutto, Who Dunnit? il vecchio fan toglie definitivamente il disco. Ma una volta il progressive non significava progredire? No perchè mentre i celebrati Marillion e IQ (che ovviamente adoro in ogni caso) facevano evidenti passi indietro segnando il primo revival della storia prog (creando in sostanza un genere che è un ossimoro vivente), i tanto odiati Genesis NON guidati da Phil Collins (ci torno dopo su questo) tentavano strade nuove. Ma poi dai, per una volta, riuscite a farvela una risata? A togliervi un po' la scopa dal deretano e godervi l'assurdità voluta di Who Dunnit? No? Volete il mellotron e la suite? Ok, contenti voi... Per me gli unici pezzi un po' debolucci sono Man On The Corner e Another Record, sopratutto quest'ultima. Quindi insomma, 2 pezzi su 9 non è poi malaccio no?
Altra cosa importante, visto che leggo ovunque che è colpa di Phil Collins, che è artefice del cambio di direzione e altre amenità simili; leggetevi i crediti dell'album. Anzi sai cosa? Visto che siete pigri, ve li copio io qui sotto:

Abacab (Banks/Collins/Rutherford) - 6:56
No Reply at All (Banks/Collins/Rutherford) - 4:37
Me and Sarah Jane (Banks) - 5:58
Keep It Dark (Banks/Collins/Rutherford) - 4:29
Dodo / Lurker (Banks/Collins/Rutherford) - 7:27
Who Dunnit? (Banks/Collins/Rutherford)- 3:23
Man on the Corner (Collins) - 4:23
Like It or Not (Rutherford) - 4:51
Another Record (Banks/Collins/Rutherford) - 4:20

Solo io noto una perfetta divisione in 3 parti? Tutti pezzi "di gruppo" e uno a testa individuale. Dai, dite ancora che sono la Phil Collins band!
Per me Abacab è un discreto album, non un capolavoro ovviamente, ma comunque più che valido se contestualizzato nei tempi in cui uscì (e oltretutto se preso come album pop ed affiancato ad uno qualunque considerabile pop oggi beh, sapete cosa voglio dire...). Ed in tal senso anche la copertina la trovo perfetta. Rappresentativa, riconoscibile, sicuramente più originale di molte copertine di album prog degli ultimi 20 anni.
Aggiungo che fu proprio grazie a Phil Collins che io scoprii il prog. Si, avete letto bene! Avevo delle cassette di album suoi solisti da piccolo, che mi portarono a scoprire i Genesis con lui alla voce e poi, di conseguenza, a quelli con Gabriel. Ironico vero? O forse ha fatto si che io veda in modo diverso certi album. Il che spiegherebbe molte cose. Certamente ha contribuito al fatto che io ammiri gli artisti che si sanno rinnovare e trovi noioso e ridondante chi va avanti a "more of the same", che è un po' ciò che è diventato negli anni il prog (motivo per cui ascolto ben più volentieri un Abacab di un Genesis Revisited del buon Hackett di cui sono fan, quando però fa album nuovi e non cover). Quindi è ovvio che chi apprezza quel tipo di cose odierà tutt'ora Abacab, così come i loro album successivi, ed è un gran peccato a mio modesto parere. Ma immagino che il mondo sia bello in quanto vario. L'importante è non permettere a limiti mentali auto-imposti di condizionare i nostri gusti.
Per me un solido 7.

1 commento:

  1. Non solo sottoscrivo in pieno la tua opinione ma mi spingo a dire che Abacab è il disco che ha goduto della produzione più “moderna” in termini di sonorità (Hugh Padgham), tant’è che è forse l’unico dei Genesis che non suoni ‘anacronistico’ alle mie orecchie anche ascoltato oggi.

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