venerdì 14 febbraio 2020

The Who - Live at Leeds (1970) Recensione

Nei primi mesi del 1970, nel pieno del tour di supporto a Tommy iniziato nel maggio 1969 e che si concluderà nell'agosto dell'anno successivo, si decise di registrare un paio di concerti degli Who in vista di una pubblicazione live. La scelta cadde su due serate consecutive, il 14 ed il 15 febbraio, rispettivamente a Leeds e Hull. Per motivi di performance e qualità di registrazione alla fine si scelse la prima delle due date, e da essa prese vita uno dei più importanti e celebrati album live della storia della musica.
L'album uscì il 16 Maggio 1970 su vinile singolo, della durata di 37 minuti e con solamente 6 canzoni delle 33 suonate quella sera, in cui però gli Who sfoderano il meglio del loro lato più ruvido e roboante, con tanto spazio a cover e improvvisazioni. Tutto scorre a meraviglia, fin dall'apertura con il classico Young Man Blues, con i suoi devastanti stacchi e l'enfatica interpretazione di un Daltrey che finalmente trova la "sua voce", in una delle migliori versioni in assoluto. Fino ad arrivare all'inarrestabile crescendo di Magic Bus, che in quasi 8 minuti passa dal boogie con Moon ai legnetti ad uno scrosciante finale con assolo di armonica, sempre passando per gli spassosi botta e risposta che caratterizzano il brano. Nel mezzo troviamo altre potentissime cover di Summertime Blues, classico di Eddie Cochran diventato pezzo forte degli Who, e di Shakin' All Over, suonato per anni in coppia con il precedente. Curiosamente trova spazio anche una Substitute certamente superiore alla controparte in studio, ma forse un po' fuori posto in mezzo agli altri pezzi, specialmente considerando che nella scaletta completa era parte di un medley dedicato ai loro vecchi singoli, ed il che spiega la sua durata ridotta. Il picco però lo si raggiunge con My Generation, qui estesa fino a 13 minuti con una lunga improvvisazione finale che cita sezioni di Sparks, Underture e dell'allora ancora inedita Naked Eye, insieme ad innumerevoli altri riff introdotti da un incredibilmente creativo Pete Townshend inseguito dall'inimitabile duo Moon-Entwistle al massimo della forma.
Curiosamente Live At Leeds fu l'unico album live degli Who pubblicato mentre erano in attività nella loro formazione classica. La sua veste grafica essenziale è perfettamente in linea con le sonorità al suo interno, e oltretutto strizza l'occhio allo stile tipico dei bootleg che uscivano in quegli anni.
Si dovrà attendere fino al 1995 per ascoltare una versione estesa di questo concerto, con una spettacolare rimasterizzazione su CD che include l'intera scaletta tranne Tommy, da cui è presente solamente il duo Amazing Journey/Sparks. Ascoltando i brani esclusi dall'edizione originale viene da chiedersi perchè non si sia pensato ad un doppio album ai tempi, tanto sono magnifiche le performance di brani come Heaven And Hell, Happy Jack e A Quick One (While He's Away), per citarne alcune. Tutt'ora questa edizione è la preferita da molti fan, grazie anche ad una resa sonora indescrivibilmente potente e chiara. Nel 2011 vede la luce una Deluxe Edition su 2 CD comprendente l'intera scaletta, con la sezione dedicata a Tommy relegata al secondo CD, nonostante fosse stata suonata tra A Quick One e Summertime Blues. Se da un lato è indubbiamente interessante ascoltare la versione live di (gran parte di) Tommy, così profondamente diversa, più sporca e urgente della pulita ed in gran parte acustica versione in studio, dall'altro qualcosa deve essere andato storto in sede di remix e/o rimasterizzazione, e la resa audio non riesce a rivaleggiare con la precedente edizione del 1995. Bisognerà aspettare il 2014 per avere una versione veramente definitiva, con una resa audio perfetta e la scaletta in ordine, la quale però è disponibile solamente in download su iTunes.
Nel frattempo, però, dapprima nel 2010 come parte dell'edizione di Leeds del quarantennale, poi nel 2012 come album "standalone", ecco che a sorpresa esce l'altra data registrata ai tempi, quella del 15 Febbraio a Hull. Stessa scaletta a parte la mancata Magic Bus come bis, ottima resa sonora con Keith Moon in particolare ben presente nel mix, ed in generale un "more of the same" di quelli che si tollerano volentieri. Unico neo l'assenza del basso di Entwistle nei primi 5 brani per problemi tecnici, prontamente reinserito prendendolo dal concerto di Leeds.
Insomma una fase essenziale della carriera degli Who, che proprio in quel periodo si stavano risollevando grazie alla spinta di Tommy e alle leggendarie apparizioni sia a Woodstock che all'isola di Wight (sia nel '69 che nel '70), e si stavano avviando verso progetti ancor più grandi, che però, tristemente, dovranno essere ridimensionati. Il fatto che poi ciò diede comunque vita ad un capolavoro come Who's Next è un altro discorso...
Se volete sapere di più su Tommy e, di conseguenza, sul periodo di concerti a supporto, vi rimando a questo mio altro articolo.
Mentre se volete informazioni su ciò che successe dopo, cliccate qui.

Per i curiosi, la scaletta di quel 14 Febbraio 1970 è la seguente, con evidenziati i brani della prima, originale, edizione di Live at Leeds:

  • Heaven and Hell
  • I Can't Explain
  • Fortune Teller
  • Tattoo
  • Young Man Blues
  • Substitute
  • Happy Jack
  • I'm a Boy
  • A Quick One, While He's Away
  • Overture
  • It's a Boy
  • 1921
  • Amazing Journey
  • Sparks
  • Eyesight to the Blind
  • Christmas
  • The Acid Queen
  • Pinball Wizard
  • Do You Think It's Alright?
  • Fiddle About
  • Tommy Can You Hear Me?
  • There's a Doctor
  • Go to the Mirror!
  • Smash the Mirror
  • Miracle Cure
  • Sally Simpson
  • I'm Free
  • Tommy's Holiday Camp
  • We're Not Gonna Take It
  • Summertime Blues
  • Shakin' All Over
  • My Generation
  • Magic Bus


Nessun commento:

Posta un commento