sabato 25 gennaio 2020

Elton John with Ray Cooper - Live From Moscow 1979 (2020) Recensione

A 41 anni dagli storici concerti in Russia di Elton John e Ray Cooper, finalmente le registrazioni della celebre ultima data vedono un'uscita ufficiale. In realtà già lo scorso anno, per il quarantesimo anniversario, questo stesso album fu pubblicato in edizione limitata in vinile per il Record Store Day, ma solo ora ce lo si può godere anche in CD e sui siti di streaming.
Il concerto in questione, l'ultimo del tour in Russia, è leggendario sia per il suo valore storico (stiamo pur sempre parlando dell'Unione Sovietica nel 1979 che accoglieva un artista che si era dichiarato gay appena un paio di anni prima) che per l'effettiva performance dei due, i quali pur senza il supporto di una intera band riescono a coinvolgere come pochi. Il tutto fu trasmesso ai tempi dalla BBC e negli anni è diventato, di conseguenza, uno dei più famosi bootleg. Nella prima metà del concerto troviamo il solo Elton al piano (sia acustico che elettrico) e alla voce, nel pieno del suo apice espressivo in entrambi i ruoli, mentre nella seconda metà, introdotta da Funeral For A Friend, ecco quel mattacchione di Ray Cooper entrare ed intrattenere tutti con il suo eclettico approccio alle percussioni e, talvolta, anche al piano. La scaletta copre molti dei successi degli anni '70 senza però farsi troppi problemi a ripescare qualche vecchia chicca, proponendo una cover mozzafiato di I Heard It Through The Grapevine che sfiora i 12 minuti e concludendo il tutto con un lungo medley frenetico di Saturday Night's Alright For Fighting, Pinball Wizard, Crocodile Rock, Get Back e Back In The U.S.S.R.
Un concerto che senza dubbio si conferma essere tra i migliori della carriera di Elton John e che è un piacere veder pubblicato ufficialmente.
Ora veniamo alle note dolenti. Questo album contiene 16 canzoni e dura un'ora e trentasette minuti. Il concerto originale, come di conseguenza il broadcast radiofonico ed il bootleg, contava invece 27 canzoni per una durata che andava ben oltre le due ore e un quarto. Non ci sono cambi repentini di qualità di registrazione (tra l'altro qui rimasterizzata da Bob Ludwig e con una resa certamente più piacevole all'ascolto ma non certo radicalmente diversa dal bootleg) che possano aver spinto qualcuno a tagliare questo o quel brano. Se poi vediamo i brani esclusi si può pure capire i casi in cui tale decisione ha colpito brani non certo famosi come Ego, Roy Rogers e I Think I'm Going To Kill Myself, ma il tutto diventa incomprensibile quando si nota l'esclusione dell'apertura del concerto con Your Song o la frenetica Part Time Love con un carichissimo Ray Cooper.
Anzi, facciamo così, eccovi nel dettaglio tutti i brani esclusi:
Your Song, Sixty Years On, Roy Rogers, Ego, Where To Now St.Peter, He'll Have To Go, Idol, I Think I'm Gonna Kill Myself, I Feel Like A Bullet, Part Time Love, Song For Guy. Insomma molti dei più interessanti suonati quella sera.
Detto questo, uno potrebbe chiedersi il perchè di questa decisione, e ahimè credo sia presto detto: il vinile. Come detto precedentemente, questo Live From Moscow ha visto la luce lo scorso anno in edizione limitata per il Record Store Day in vinile, e se si considera una durata media dai 40 ai massimo 50 minuti per disco, la si moltiplica per due, si ha proprio l'ora e 37 minuti di durata di questo album. Insomma quelli che erano limiti di spazio decenni fa e che si erano finalmente superati grazie all'avvento dei CD, ecco che ritornano per adattarsi all'insensata moda di questi anni che ha sancito il ritorno di questi abnormi oggetti. La cosa curiosa è che se ciò poteva aver senso per il Record Store Day (anche se un vinile tirplo poteva risolvere ogni problema), ora che l'album esce anche in CD e sulle piattaforme streaming, perchè mantenere quello stesso formato? Forse per non far sentire "truffati" coloro che lo acquistarono nel suddetto giorno? Beh ma guardate che far uscire qualcosa in edizione limitata e poi farlo di nuovo uscire un anno dopo normalmente può comunque far sentire un tantino truffati... Ma d'altronde se compri le uscite del RSD un pochino te la cerchi anche, dai.
E la cosa che più mi fa imbestialire è che tra chi ha recensito questo album NESSUNO ha parlato dei grossi tagli, con l'apice di uDiscover che addirittura parla del "broadcast di 16 brani", in un impeto di revisionismo e paraculaggine atto ad elogiare questa uscita senza se e senza ma. E poi magari si vuole anche far credere che il mondo della critica musicale abbia ancora qualche ruolo oltre a quello della più piatta promozione, ovviamente pagata.
Questo concerto meriterebbe molto di più. Meriterebbe innanzitutto di essere pubblicato rimasterizzato per intero, e poi, perchè no, magari inserirlo all'interno di un cofanetto con il famoso video To Russia With Elton, possibilmente rimasterizzato a sua volta e, se possibile, ampliato. Chiedo troppo in tempi in cui diversamente i cofanetti escono a ritmi insostenibili?
Così com'è, Live From Moscow è una bella occasione sprecata, oltre che vittima dei limiti del vinile, cosa inconcepibile nel 2020.
E fu così che si tornò ad ascoltare i bootleg (che tra l'altro linko qui sotto)...


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