L'idea di base era di basare l'album in un futuro di profonda crisi, in cui l'ascesa di tale Dr. Righteous (ispirato ai tipici predicatori religiosi americani ed interpretato da James Young), leader del MMM (Majority for Musical Morality) ha portato all'arresto di tutte le rockstar con l'accusa di essere la causa di tutto il degrado, morale e sociale. Ovvio il riferimento all'accusa da parte di certe associazioni religiose nei confronti degli Styx per dei supposti messaggi satanici nascosti nel brano Snowblind del precedente album. Tra le rockstar arrestate c'è Kilroy, interpretato da DeYoung, e tutti questi personaggi vengono rinchiusi in carceri controllate da robot giapponesi. Kilroy riesce a fuggire travestendosi da robot, ed incontra un ribelle chiamato Jonathan Chance (interpretato da Tommy Shaw) con cui trama di riportare alla ribalta il rock. Insomma una trama semplice che però non viene raccontata nel migliore dei modi, lasciando tra l'altro anche un finale non chiarissimo in cui non si capisce se il rock trionfa o semplicemente è un modo di dire "continueremo a lottare"; di fatto facendo intendere che la storia si sia fermata subito dopo la presentazione dei personaggi, non avendo altri elementi narrativi veri e proprio oltre alla fuga di Kilroy dal carcere e all'incontro con Chance.
Volendo c'è un elemento più riflessivo sul come la storia si ripeta, in Haven't We Been Here Before, appena prima del finale, ma a parte questo il resto lascia un po' il tempo che trova, guadagnando giusto un po' in sede live grazie ad un filmato introduttivo e alla rappresentazione visiva di alcuni brani. Spettacoli, quelli live, con un forte elemento teatrale che portò la band ad una crisi interna ed il pubblico a non comprendere né tanto meno apprezzare ciò che si trovavano davanti.
Volendo c'è un elemento più riflessivo sul come la storia si ripeta, in Haven't We Been Here Before, appena prima del finale, ma a parte questo il resto lascia un po' il tempo che trova, guadagnando giusto un po' in sede live grazie ad un filmato introduttivo e alla rappresentazione visiva di alcuni brani. Spettacoli, quelli live, con un forte elemento teatrale che portò la band ad una crisi interna ed il pubblico a non comprendere né tanto meno apprezzare ciò che si trovavano davanti.
Ma la musica com'è? Beh, non è il loro album più riuscito senza dubbio. L'apertura di Mr. Roboto, checché se ne dica, la trovo ottima, rivelandosi una delle cose migliori dell'album. Un synth pop con un tono teatrale ed una cantabilità invidiabile e contagiosa: un piccolo capolavoro del pop anni '80. Discorso simile anche se ridimensionato per Don't Let It End, che seppur piacevole rimane in quel terreno più consueto delle ballate tipiche da Cornerstone in poi. Divertente poi la teatrale Heavy Metal Poisoning, il pezzo del Dr. Righteous con tanto di perculante introduzione al contrario in latino ed il magnifico duetto tra DeYoung e Shaw in Haven't We Been Here Before. Il resto effettivamente lascia un po' il tempo che trova, con una Cold War che nonostante il potenziale sembra non andare da nessuna parte (migliorerà nella versione estesa in concerto), e due brani più trascurabili come High Time e Double Life e la pur divertente reprise di Don't Let It End. Nel mezzo c'è Just Get Through This Night, che si trova idealmente in bilico tra le due categorie di brani visti finora, risultando comunque un brano atmosferico ed apprezzabile.
Insomma un bel tonfo dopo l'altissima qualità di Paradise Theatre, che dimostra come la band a quel punto manchi di una direzione generale e condivisa, con DeYoung che tira da una parte e gli altri che tentano di tirare dall'altra senza però offrire valide alternative. Della serie: "non mi piace questa cosa che stiamo facendo" "ok, cosa proponi di fare?" "eh non lo so".
Insomma, non un album brutto, ma un prodotto ben al di sotto delle aspettative, oltre che lontano da quello che avrebbe potuto essere viste le idee messe sul tavolo. Risulta quindi essere un piacevole album pop e niente di più, con i suoi alti e bassi, meritandosi quindi un 6,5 come voto.
Insomma, non un album brutto, ma un prodotto ben al di sotto delle aspettative, oltre che lontano da quello che avrebbe potuto essere viste le idee messe sul tavolo. Risulta quindi essere un piacevole album pop e niente di più, con i suoi alti e bassi, meritandosi quindi un 6,5 come voto.
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