giovedì 7 settembre 2017

Veruno 2 days prog + 1 - 3 Settembre 2017 (recensione)


Sono ormai 3 anni che, almeno per un giorno, faccio il possibile per essere presente a questo magnifico festival. Sia perchè sono "di zona", ma anche perchè organizzazione, luogo e band scelte sono sempre di alto livello. Certo poi alcune band possono piacere meno di altre, ma di gusti si tratta e nient'altro.

Quest'anno ho finalmente avuto l'occasione di portarci anche la mia ragazza, ed il motivo principale per andarci erano, ovviamente, i Procol Harum: band che entrambi adoriamo. Ovviamente non potevamo perderci anche le band che suonavano prima, sarebbe stato stupido visto il prezzo del biglietto (gratis, per chi non lo sapesse).

Quindi arriviamo nel primo pomeriggio, riusciamo a "beccare" i Procol Harum fare il soundcheck, ascoltiamo un paio di pezzi dei Cellar Noise all'auditorium lì vicino (molto bravi i ragazzi), e poi ci avviamo in piazza a curiosare tra le bancarelle, fare acquisti, mangiare qualcosa, il solito insomma. E sempre in un'atmosfera che solo al festival di Veruno si può trovare.



Tutto questo mentre iniziano gli Ingranaggi della Valle. Purtroppo, a causa della nostra necessità di nutrirci con (almeno) un paio di ottimi panini, non abbiamo potuto prestare attenzione all'intero set, ma da quello che abbiamo potuto sentire posso dire che questi ragazzi hanno davvero le carte in regola per essere molto interessanti; con un suono in bilico tra i King Crimson "epoca Larks" e alcune melodie quasi canterburiane nel cantato, oltre alla presenza del violino ed in generale una buona varietà nella strumentazione che difficilmente può lasciare indifferenti.

Il primo set che seguiamo per bene è quello di Sophya Baccini's Aradia, di cui ammetto che non conoscevo nulla. E che sorpresa è stata! A parte la magnifica voce su cui credo non ci sia nulla da aggiungere, mi sono proprio piaciuti i pezzi! Alcuni dei quali mi sono pure rimasti in testa spingendomi a cercarli in giro nei giorni successivi (molti tratti dall'album Big Red Dragon nel caso vogliate anche voi cercare qualcosa). Poi mi è piaciuto il coinvolgimento che c'è stato, la presenza scenica, tutte cose che spesso nel prog vengono un po' lasciate in secondo piano, in favore di tecnicismi strumentali vari spesso suonati a testa bassa. Ovviamente la presenza di Christian Decamps è stato un grande valore aggiunto. Sicuramente uno dei picchi della serata (l'intera esibizione ovviamente).





A seguire arrivano gli inglesi Frost*, altro gruppo di cui conoscevo poco o niente. E, sarà stata la resa sonora dalla prima fila (che penalizzava tastiere e voci in favore di batteria, basso e chitarra) sarà che il loro suono forse non fa molto per me, ma è l'unico gruppo della serata che mi ha (quasi) annoiato. Nulla da dire ovviamente sulle loro capacità, per di più sono stato felice di sentire Craig Blundell alla batteria (che suona anche con Steven Wilson) che sa essere veramente impressionante. Poi sono stati molto simpatici tutti, addirittura facendo finta di dormire sul palco durante l'assolo di batteria. Hanno suonato per intero il loro ultimo album Falling Satellites ed hanno poi concluso con una manciata di brani dai loro lavori precedenti. Però mi è sembrata un'ora e mezza (o quanto hanno suonato) di muro di suono quasi impenetrabile con solamente qualche melodia afferrabile qua e là. Bravissimi tutti per carità, ma forse non fanno troppo per me. Sarò vecchio ahah.



E finalmente arriva il momento che stavamo aspettando. I Procol Harum salgono sul palco e attaccano con I Told On You dall'ultimo album Novum. Grande potenza sonora e voce di Gary Brooker intatta e sempre impressionante nonostante l'età. Da rimanere a bocca aperta! Il set è sostanzialmente un'alternanza tra brani dal nuovo album (la già citata I Told On You, le più "rockeggianti" Businessman e Can't Say That, la divertente Neighbour e la commovente e classicheggiante Sunday Morning) e classici che tutti conosciamo. In particolare mi è rimasta impressa la magnifica performance di Whaling Stories, uno dei brani più puramente prog della loro discografia. Ammetto che avevo dubbi su questo brano, perchè le uniche versioni live che ho ascoltato avevano orchestra e coro; quindi non sapevo se senza tutto questo avrebbe mantenuto la potenza a tratti drammatica che la contraddistingue. Ebbene c'era tutto, e anche di più! Poi Pandora's Box, Homburg, Simple Sister, A Salty Dog, il gran finale con A Whiter Shade Of Pale introdotta da citazioni a When a Man Loves a Woman e No Woman No Cry (a scherzare sull'abuso della sequenza ad accordi discendenti ahah). Un'esibizione di gran classe da parte di un pezzo importante della storia della musica.



Insomma una bellissima serata come ogni anno, in un festival che può vantare un'atmosfera unica e un'organizzazione sempre impeccabile. Cosa chiedere di più?

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