martedì 29 gennaio 2019

Styx - Cornerstone (1979) Recensione

Forse una delle parentesi più criticate della carriera degli Styx insieme al già affrontato Kilroy Was Here. Un album che sicuramente ha portato questa band alle orecchie di molte persone che prima ne ignoravano l'esistenza, e che ha contribuito pesantemente ad un'affermazione che avverrà definitivamente con il successivo Paradise Theatre. Ciò che però viene criticato a questo Cornerstone è la modalità con cui ha contribuito ad affermare la band, e cioè tramite "hit" da classifica tranquillamente definibili pop ed indubbiamente più leggere di gran parte della loro produzione precedente. Indubbiamente l'album fu trainato dall'enorme successo del brano Babe, ad opera di Dennis DeYoung. Questa smielata ballata romantica che fu un po' un prototipo di innumerevoli altri brani di simile natura che vedranno la luce nel decennio successivo (non solo degli Styx), si tratta in realtà di un demo che non fu inteso per gli Styx, ma realizzato da DeYoung come dedica alla moglie; ovviamente la casa discografica fiutò odor di danaro e costrinse la band a realizzarne una versione presentabile, che è poi ciò che tutt'ora è nell'album. Ciò spiega la peculiare minima presenza di chitarre ed i cori del solo DeYoung. Questo filone parve proseguire con la simile First Time, letteralmente odiata, ancor più di Babe, dai compagni di band e da alcuni fan, che però conferma la versatilità di una band all'epoca in grado di suonare veramente di tutto. Versatilità perfettamente dimostrata dall'unica altra "hit" dell'album, Boat On The River, ballata acustica con un che di est europeo dato dalla presenza di mandolino e fisarmonica. Un brano ad opera di Tommy Shaw che lo stesso DeYoung spinse per averlo nell'album, indipendentemente da quanto rappresentativo fosse dello stile tipico degli Styx.
Intuizione più che giusta visto l'enorme successo di questo brano, forse anche superiore a Babe. Il resto dell'album potrebbe scendere in secondo piano, ma in realtà combatte duramente per catturare l'attenzione, come dimostrato dall'efficace e solare apertura di Lights, altro perfetto esempio di come si possano combinare melodie e ritmi che più pop non si può con strutture e cambi che di solito non trovano spazio nella limitativa rappresentazione del suddetto genere nel mainstream. Why Me continua su simili approcci cantabili, dando però più spazio al funk e a continui stacchi che lo rendono un pezzo molto interessante e godibile. E se brani come Never Say Never e Borrowed Time si attestano su un più comune pop rock non lontano da ciò che stavano facendo i Boston nello stesso periodo, Eddie e la conclusiva Love In The Midnight sembrano essere quasi gli unici richiami allo stile tipico della band fino all'album precedente, con il loro andamento leggermente più pesante e le sempre ottime armonie vocali.
Insomma si può criticare quanto si vuole, si può certamente dire che non è all'altezza né dei precedenti e né del successivo Paradise Theatre, ma questo non nega il fatto che si tratti di un onesto album pop rock che se da un lato è facile additare come esempio della fine del "periodo d'oro" della musica e dell'inizio dei decadenti anni '80, dall'altro dimostra che gli Styx seppero reinventarsi e sopravvivere egregiamente al cambio dei tempi. Poi si può parlare di "svendersi" o di "tradire" un qualsivoglia ideale, cercando di convincersi che chi fa musica di professione non punti alla sopravvivenza sia artistica che economica\commerciale, sia che si tratti di grandi numeri o di piccole nicchie (vero cari gruppi prog che fate sempre le stesse cose che tanto sapete che i fan se le berranno?), ad ognuno il suo.
A me Cornerstone piace, e non poco, in quanto sono fermamente convinto che non ci sia nulla di male nel pop, anzi. Si merita un 7,5 come voto, non più alto solo perchè oggettivamente non raggiunge il livello dei loro lavori.

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