venerdì 5 gennaio 2018

Pink Floyd - The Early Years 1965-1972 (recensione)

Nella storia dei Pink Floyd c'è sempre stato un significativo "buco" per quanto riguarda la parte live. Per decenni ufficialmente si passava dal disco live di Ummagumma del 1969 a Delicate Sound Of Thunder nel 1989, per il resto bisognava ricorrere a bootleg di varia provenienza. E si che per alcune cose è ancora oggi così; ma lo scorso anno, con la pubblicazione del monumentale The Early Years, si tentò di "tappare" in modo piuttosto efficace il buco sopra citato. Un cofanetto che parte dagli esordi dei Floyd nel lontano 1965, quando ancora si chiavano The Tea Set, e si conclude sostanzialmente appena prima di The Dark Side Of The Moon: insomma gli anni più psichedelici, sperimentali, interessanti anche. Troviamo quindi molti dischi tra CD, DVD e BluRay (in questi ultimi 2 formati i contenuti molto spesso si ripetono, ovviamente in qualità e definizione diversa), innumerevoli memorabilia come poster e biglietti, ed infine i primi singoli della band in vinile. Insomma, tanta roba, troppa forse. Ma andiamo per gradi analizzando i singoli volumi in cui è suddiviso (tra l'altro in vendita anche singolarmente).

Volume 1: 1965-1967: Cambridge St/ation

Nella parte audio troviamo innanzitutto le primissime registrazioni del 1965: cose come Lucy Leave, I'm A King Bee, Walk With Me Sydney... Non certo capolavori, ma interessanti indubbiamente a livello storico. Subito dopo ecco i soliti singoli e relativi lati B, seguiti da bei remix di Jugband Blues e Matilda Mother (quest'ultima proprio una take diversa, con testo alternativo e intermezzo e finale più lunghi), l'inedito strumentale In The Beechwoods, gran mistero finalmente rivelato dopo decenni. Ed infine le classiche Vegetable Man e Scream Thy Last Scream in versione remixata e ripulita, che se da un lato suonano molto pulite e definite, a mio parere ne risente l'alone di mistero e psichedelia malata che permeava dalle vecchie versioni da bootleg. Ma qui si tratta di gusti ovviamente. 
Il secondo CD ci offre una delle cose più interessanti in assoluto di questo boxset: un intero live con Syd Barrett, registrato a Stoccolma nel Settembre 1967. La pecca più evidente è, purtroppo, la totale assenza di voci, presumo per l'inadeguatezza dell'impianto di amplificazione. Ma quando ci si trova di fronte un documento simile, tra l'altro in una qualità impressionante se si considera la provenienza e il periodo, si può sorvolare su tante cose. Veramente una delle cose più interessanti che ho avuto il piacere di ascoltare in questo set. A seguire c'è un'altra rarità: le John Latham sessions. Non ho mai capito il motivo di queste registrazioni, ma quello che si ha è sostanzialmente mezz'ora di improvvisazione libera suddivisa in parti, registrata nell'Ottobre 1967, molto rumoristica, quasi a livello dei primi AMM. Interessante come curiosità, ma alla fine diciamo "poco ascoltabile" forse.
La parte video raccoglie tutte le testimonianze dei Pink Floyd con Syd. Dai video di Scarecrow e Arnold Layne (tutti in ottima qualità), alle apparizioni televisive + interviste di Astronomy Domine e Apples And Oranges, Jugband Blues, un paio di versioni di Interstellar Overdrive.... Insomma un'oretta di puro godimento Barrettiano in ottima qualità.

Volume 2: 1968: Germin/ation

L'anno del cambio importante, con Gilmour al posto di Barrett in un periodo di transizione comunque carico di fascino. La parte audio di questo volume inizia con i rimanenti singoli It Would Be So Nice e Point e At The Sky, con relativi lati B (Julia Dream e Careful With That Axe Eugene), per poi arrivare a 2 interessantissimi inediti di cui non sapevo nulla. La prima è Song 1, che inizia come una versione embrionale di Cymbaline però in 7/8, per poi virare su territori sconosciuti che non avrebbero sfigurato in More o Zabriskie Point. Roger's Boogie invece è la cosa più strana che io abbia mai sentito dai Pink Floyd: inizia con un coro di voci ed una linea vocale che ricorda molto i Moody Blues per poi finire in territori più familiari e spettrali dominati dall'organo di Wright. Veramente una chicca che non mi aspettavo. A seguire una serie di registrazioni alla BBC di qualità variabile, comunque godibili ed interessanti, peccato per il mancato "upgrade" sonoro che affligge queste e molte altre registrazioni sparse qua e là.
La parte video è molto sostanziosa e raccoglie parecchie apparizioni televisive in Belgio e Francia, molte in playback, tante ripetizioni ma alcune perle. Soprattutto la prima sezione alla tv belga in qualità eccelsa, ed il famoso video al Bouton Rouge dal vivo ripulito. Godibile nonostante le già citate ripetizioni.

Volume 3: 1969: Dramatis/ation
Forse l'anno più sperimentale dei Pink Floyd, decisamente ben rappresentato qui. Iniziamo con una manciata di scarti da More tra cui una versione diversa del Main Theme e una Seabirds che non è la Seabirds che tutti si aspettavano (risultando il solito pezzo d'atmosfera alla Quicksilver). Il tutto seguito da Embryo nella sua versione in studio sostanzialmente acustica, varie registrazioni alla BBC e un live da una quarantina di minuti registrato ad Amsterdam. Caso curioso quest'ultimo essendo interamente strumentale a causa di, se non ricordo male, un problema ai microfoni. Questo portò a ritentare una seconda registrazione qualche mese dopo con ben altri risultati. Ed infatti la troviamo nel secondo CD questa registrazione, e se la prima volta la scaletta era praticamente quella del disco live di Ummagumma, questa volta ecco che i Floyd ci deliziano con The Man e The Journey. Non sto a spiegare di cosa si tratta nel dettaglio, basti sapere che sono due lunghe suite tematiche (la prima su una giornata tipo di un uomo e la seconda su un non meglio specificato viaggio) formate da singoli brani un po' inediti, un po' improvvisati, e un po' presi da lavori precedenti e riarrangiati (Pow. R. Toc. H, Grantchester Meadow e il finale di Saucerful of Secrets ad esempio). Curiosa la presenza di Afternoon, in sostanza la Biding My Time di Relics; dico curiosa perchè questa traccia nella versione di Relics non è presente in questo boxset. E no, non è perchè c'è anche in Relics, altrimenti non avremmo avuto Arnold Layne e altre... Curioso.
La parte video è molto interessante stavolta. Dopo una partenza in sordina con le quasi imbarazzanti esibizioni in playback di Set The Controls e Saucerful, ecco finalmente le prove di The Man e The Journey alla Royal Festival Hall; filmato che gira da anni ma mai in questa qualità. A seguire una manciata di pezzi all' Essener Pop and Blues Festival in qualità non altissima purtroppo; e a seguire la chicca per eccellenza, più per valore storico che altro: il festival Actuel Amougies in Belgio, con tanto di video in ottima qualità della loro esibizione con Frank Zappa! Neanche sapevo dell'esistenza di questo video; decisamente una bella sorpresa! 

Volume 4: 1970: Devi/ation
L'anno di Atom Heart Mother ma non solo. Il primo CD si apre infatti proprio con una versione live senza orchestra del suddetto brano, registrata a Montreux. Bellissima versione tratta da un bootleg piuttosto noto, lascia l'amaro in bocca l'assenza del resto del concerto, ma non si può avere tutto suppongo. Segue l'intera esibizione alla BBC del 1970, quindi con una delle migliori versioni di Embryo, stravolta rispetto alla versione in studio, la rarità If, e di nuovo Atom Heart Mother ma stavolta con ottoni e coro. La qualità qui è la stessa del bootleg, ma non ci si può lamentare. Il secondo CD sfodera una sequenza di scarti dalla colonna sonora di Zabriskie Point, che nonostante la miriade di bootleg negli anni, riescono comunque ad essere inediti! Molto interessante la versione in maggiore di Careful With That Axe Eugene (Explosion). Il Cd si chiude con un'altra Atom Heart Mother, stavolta una versione primordiale in studio con solo la band a suonare. 
La parte video è probabilmente la più sostanziosa del set, contenendo il filmato di un'ora alla KQED a San Francisco, il live a San Tropez, l'improvvisazione in studio che per anni girava col titolo Corrosion, e una versione live di Atom con orchestra e coro, video di bassa qualità ma di immenso interesse.

Volume 5: 1971: Reverber/ation
Il CD si apre con Nothing part 14, frammento "work in progress" di Echoes discretamente interessante. Per poi portarci di nuovo alla BBC per un'altra ora, stavolta sfoderando perle come Echoes, One Of These Days (la prima volta dal vivo se non sbaglio), di nuovo Embryo, ed infine la magnifica Fat Old Sun in una versione da 14 minuti. Immensa. Peccato non avere questa session alla BBC in stereo, come gira in bootleg da anni. Non che in mono suoni male, però insomma...
La parte video è un po' caotica, piena di frammenti. La cosa più interessante è forse il famoso live nella Abbaye de Rouyamont in qualità altissima. 

Volume 6: 1972: Obfusc/ation
Arrivati a questo punto pare ovvio che il meglio si sia ormai visto. Infatti qui si trova una neanche tanto sensata o indispensabile nuova versione remixata di Obscured By Clouds. Scelta che ancora ora non so spiegarmi. Tra l'altro frutto di disguidi perchè all'uscita al posto del disco di Obscured molti si trovarono il CD di Live At Pompeii, che visto lo spazio mancante nel set immagino non dovesse neanche essere pubblicato. Costringendoli quindi ad aggiungere all'ultimo momento una bustina con il disco di Obscured da aggiungere. No comment. Il remix di Obscured è ascoltabile ma fin troppo freddo, con troppa enfasi sulle frequenze alte, perlomeno il suono è chiaro e pulito. Il mix di Pompeii invece è tutto questo ma peggio. Neanche sembra più un live, niente rumori ambientali, niente riverbero di alcun tipo, tutto secco, freddo, innaturale. Un'occasione sprecata insomma. Ovviamente è presente anche in video, e se da una parte è bello averlo finalmente in tonalità originale, è curioso\discutibile\quello che volete avere Echoes intera e non divisa, totalmente insensato rimuovere Madamoiselle Nobs, scellerata la scelta di usare solo il director's cut con tutti quegli effetti in cgi raccapriccianti, e come se non bastasse, abbiamo il già citato mix audio. Insomma un pastrocchio. Per fortuna ci sono dei bellissimi frammenti del Roland Petit Ballet e i 2 pezzi filmati a Brighton nel '72 a riscattare il tutto.

Volume 7: 1967/1972: Continu/ation
In esclusiva per chi acquista il boxset intero, quindi non disponibile in vendita singolarmente, c'è questo ultimo volume. Una sorta di bonus insomma, con materiale di varia provenienza. Un buon 90% del primo CD è composto da registrazioni alla BBC mancanti nei volumi precedenti, molte del '67 con ancora Syd Barrett. Interessantissime, niente da dire, il problema però è che da anni girano versioni in qualità molto più alta in bootleg. Qui sono a malapena ascoltabili. La domanda è perchè? Discorso simile per Moonhead, ed in coda, quasi a caso, una versione live di Echoes del 1974! Ma il set non arrivava fino al '72? Già, ma quando hanno rimasterizzato gli album nel 2011, hanno preso un concerto del '74, l'hanno spezzato in 2 parti, hanno inserito la parte con tutto Dark Side Of The Moon come bonus del suddetto album, e l'altra metà, con Shine On, Raving And Drooling e Gotta Be Crazy come bonus in Wish You Were Here. E già sta cosa è stata discutibile. E qui cosa ci troviamo? Il bis di quello stesso concerto! Io non ho parole... Certo, bella da sentire e curiosa per l'uso delle coriste e il sax, ma pubblicarlo intero questo concerto no?
Anche qui c'è una parte video. Con una versione alternativa di Arnold Layne, la famosa Corporal Clegg con lancio di cibo, e forse la cosa più interessante: ben 35 minuti filmati in bianco e nero ad Amsterdam nel 1972. Chiude il film The Committee, in cui i Floyd contribuirono alla colonna sonora. Come ulteriore bonus ci sono anche i film More e La Vallèe.

Insomma, tanto, troppo. E neanche ho citato Atom Heart Mother in 4.0 e il famoso caso Meddle in 5.1 nascosto in un BluRay da estrarre manualmente! Il problema qui è che con una tale mole di materiale è facile farsi sfuggire qualcosa, e stupisce una a volte scarsa cura dei dettagli in un prodotto targato Pink Floyd. Insomma, trovare tracce o anche video in bassa qualità in un boxset da centinaia di euro, e poi trovare le stesse identiche cose in qualità migliore in bootleg, ci si può chiedere quante ricerche siano state effettivamente fatte, e che forse un confronto con i fan al posto del lavorare in gran segreto avrebbe portato ad un risultato migliore.
Ma pignolerie a parte, è un'operazione da prendere come esempio per molti. Piuttosto di infinite rimasterizzazioni senza fine che raramente sono in grado di giustificare la propria esistenza, aprire gli archivi ogni tanto, anche per operazioni più piccole di questa, non può che essere una gran cosa. 
Voto? 9 per il contenuto. 7,5 per la realizzazione. Arrotondato un 8,5 perchè sono buono. 
 

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