Probabilmente uno degli album più controversi dei Pink Floyd, adorato da alcuni, snobbato da altri, probabilmente in quanto uscito tra due album estremamente famosi come WISH YOU WERE HERE e THE WALL, ma in un certo senso unico nella loro discografia. Siamo nel pieno dell'epoca punk, e per tanto che si cerchi di vedere le sonorità di questo album, tendenzialmente più dure rispetto ai loro lavori precedenti, come una reazione al suddetto movimento, di fatto ben più di metà album già veniva suonato in tour dal 1974 (per chi non lo sapesse, Dogs era You Gotta Be Crazy e Sheep invece Raving And Drooling), per poi essere leggermente rivisto e rielaborato con testi parzialmente nuovi, che con l'aggiunta di Pigs (Three Different Ones) andarono a suddividere l'umanità in cani, maiali e pecore, su ispirazione della Fattoria Degli Animali di Orwell. Certo, c'erano le due parti di Pigs On The Wing a introdurre e concludere l'album, che con i loro toni acustici intimistici alleggerivano in parte i toni, ma in generale l'album si attestava su un'atmosfera cupa, violenta, inquieta, nervosa, dominata forse per la prima volta quasi totalmente dall'identità di Roger Waters, quasi come una prova generale per THE WALL (il cui concetto base fu ispirato proprio dalla triste esperienza di Waters nel tour degli stadi che seguì in promozione ad ANIMALS).
Questa atmosfera non era solo creata dai testi, tutt'altro che ottimistici e solari (seppur il finale di Sheep dava un tocco di speranza assente nel romanzo da cui Waters si era ispirato), ma anche dalla resa sonora dell'album, che, probabilmente, essendo stato il loro primo lavoro registrato negli allora neonati studi personali della band, i Britannia Row, risultava lontano dalla cristallina pulizia degli album precedenti, ma anche dalla pomposità data da Bob Ezrin al successivo THE WALL. Il suono era certamente più caldo, ma anche più opaco, come offuscato da qualche nuvola (pun intended), e se ciò ha di certo dato un carattere tutto particolare all'album, di fatto non lo ha aiutato a fare breccia nel cuore del grande pubblico quanto altri (poi la mancanza di potenziali brani radiofonici di certo non ha aiutato a sua volta), portando quindi ANIMALS ad essere, negli anni, più un album per appassionati e fan che un lavoro universale quanto un THE DARK SIDE OF THE MOON, senza, tuttavia, mai raggiungere totalmente lo status di "album di nicchia", sia ben chiaro.
Forse proprio per questo qualche anno fa fu commissionato a James Guthrie (già al fianco della band dai tempi di THE WALL in poi come tecnico del suono) un remix, inizialmente previsto per il 2018, poi rimandato per anni fino ad ora, principalmente per problemi tra Waters e Gilmour riguardanti la presenza, o meno, di liner notes nel libretto (l'avrà vinta Gilmour, quindi niente note storiche nel libretto, che Waters ha, tuttavia, condiviso sulla sua pagina Facebook). L'idea di base, suppongo, sia simile a quella dietro a molti remix di album storici, come ad esempio quelli recenti dei Beatles ad opera di Giles Martin, cioè quella di rendere il suono più "attuale", di svecchiarlo un po'.
Ovviamente, premetto, questo tipo di operazioni è sempre da prendere con le pinze, in quanto non si può e non si deve sostituire il lavoro originale (infatti i casi in cui ciò accade, si vedano i Genesis o gli Who, sono scandalosi), ma offrirne una visione alternativa, che, in quanto un mix non è mai scienza perfetta, avrà sicuramente pregi e difetti.
La prima cosa che si nota è un generale "asciugamento" del suono, togliendo gran parte del riverbero precedentemente presente soprattutto sulle voci (particolarmente evidente laddove le parti vocali sono più "isolate", come in Pigs On The Wing e l'inizio di Dogs), mentre le chitarre sono tendenzialmente più presenti e, a loro volta, nitide, sia l'acustica di Pigs On The Wing che le numerose parti di elettrica solista e in armonia di Gilmour in Dogs. Altro grande cambiamento si nota per la batteria di Mason, in quanto, a fronte di un mix generale (quindi di tutti gli strumenti e delle voci) generalmente più "stretto" nello spettro stereo rispetto all'originale, le iconiche rullate sui tom sono state distribuite in modo molto ampio, dando più chiarezza, oltre ad una generale resa più spinta sia sulle frequenze basse che alte, con un risultato finale meno "inscatolato". Simile trattamento è stato fatto ai numerosi effetti sonori presenti, dal latrato dei cani al grugnito dei maiali, fino al belato delle pecore, più presenti e meglio distribuiti nello stereo. Chi, però, ci guadagna di più è probabilmente Rick Wright, le cui parti di tastiere sono ora decisamente più enfatizzate, specialmente in Sheep (si ascoltino le parti di organo Hammond ora in primissimo piano, ad esempio), mentre un simile discorso lo si può e lo si deve fare anche per le magnifiche parti di basso di Pigs (Three Different Ones), in studio suonato da Gilmour, talmente spinto di volume che a tratti si sente la cordiera del rullante di Mason vibrare.
Generalmente ora sembra tutto più a fuoco, più presente, più nitido e "in faccia", laddove l'originale era più oscuro, ovattato, opaco: insomma due chiavi di lettura diverse ma altrettanto valide e supportate da due diversi artwork che perfettamente ne rappresentano il contenuto. Se infatti l'iconica foto originale della centrale Battersea con il maiale volante era carica di toni caldi, la più recente foto utilizzata nel remix è quasi in bianco e nero, fredda, con la centrale circondata da cantieri, e da un certo punto di vista si possono usare simili termini per descrivere rispettivamente il sound delle due versioni dell'album.
Il remix infatti è tendenzialmente più freddo, appunto moderno, non suona più totalmente come un album anni '70, ma come una versione che, a posteriori, si avvicina sì alla pulizia dei precedenti album, ma lo fa con un orecchio attuale, con la potenza del suono data da moderne compressioni ormai tipiche di ogni tipo di produzione, che, tuttavia, paradossalmente, tolgono un tocco di dinamica che donava un maggior impatto a sezioni come il finale di Dogs, ora un pelo più smorzate.
Quindi, in definitiva, vale la pena ascoltare questo remix? Tutto dipende da quanto siete fan dell'album originale, e da quanto vorreste sentirne una versione realizzata da un punto di vista diverso, che rivela dettagli apparentemente inediti, ma non sostituisce affatto l'originale. Si tratta di un buon remix? Assolutamente. Supererà mai lo status di "curiosità"? Ne dubito.
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