Dopo un'odissea durata due anni fatta di ritardi, dubbi e chissà quant'altro, finalmente uno dei cofanetti più attesi da molti ha visto la luce. Quando si parla dei Beach Boys di solito si tende a pensare alla loro prima fase surf, magari a PET SOUNDS, al massimo a SMILE, ma il periodo immediatamente successivo tende ad essere ignorato, a torto, dalla stragrande maggioranza della gente. La fase, in un certo senso, DIY formata da SMILEY SMILE, WILD HONEY e FRIENDS dimostra come la band stesse tentando altre vie in modo estremamente personale e, sotto vari aspetti, innovativo. Brian Wilson era tutt'altro che un eremita in quegli anni, ma è anche vero che il crescente contributo dei compagni di band ha fatto sì che il leader indiscusso fino a quel momento diventasse quasi semplicemente "un altro membro dei Beach Boys". Dennis Wilson sbocciò inaspettatamente come compositore, lo stesso, seppur in misura minore, successe per il fratello Carl, che contribuì molto anche come produttore, più spazio venne dato a Bruce Johnston, e anche Al Jardine e Mike Love non rimasero indietro. 20/20 nel 1969 fu un album di gruppo più di ogni altro prima, e questa tendenza proseguì, con risultati ancora migliori, in SUNFLOWER.
Dopo un complicato periodo caratterizzato dal passaggio dalla Capitol alla Warner, da un cambio di manager, da una serie di album rifiutati e da chissà quant'altro, questa fase della band è forse la più sottovalutata in assoluto (consiglio, se interessati, la lettura del mio libro The Beach Boys & Brian Wilson - Le Opere Perdute, in cui scendo più nel dettaglio anche su questo periodo, seppur parte del contenuto risulti ora un po' obsoleto alla luce delle rivelazioni di questo boxset). SUNFLOWER fu un fallimento commerciale, mentre il successivo SURF'S UP suscitò un po' più di interesse, se non altro per l'inclusione dell'omonimo brano proveniente dalle session di SMILE; ma ciò non toglie il fatto che questi due album furono irreperibili per interi decenni, in quanto non considerati degni d'interesse abbastanza da esser tenuti in vendita.
Questo criminale errore di valutazione, per fortuna, è stato rettificato negli anni, fino ad oggi, con questo FEEL FLOWS che celebra degnamente questa fase della storia dei Beach Boys.
Premessa: non posseggo il cofanetto fisico, quindi parlerò del contenuto musicale così come appare nei siti di streaming.
Ulteriore premessa: non recensirò gli album SUNFLOWER e SURF'S UP in quanto presumo che chi legge questo articolo già li conosca e, soprattutto, perché meriterebbero eventualmente più spazio individualmente.
Dunque, il contenuto è suddiviso in cinque dischi, andiamo a vederli ad uno ad uno.
DISCO 1
DISCO 2
Come nel primo, troviamo innanzitutto la versione rimasterizzata di SURF'S UP, poi qualche traccia live e altre bonus. In questo caso il nuovo master non è brillante come quello di SUNFLOWER, ed il che è un'ottima cosa. Le tracce live sono di nuovo ottime, e spiccano senza dubbio una energica versione di Long Promised Road datata 1972 ed una inaspettatamente fedele Surf's Up datata 1973 (a riprova della spettacolare veste live della band in quegli anni, che speriamo venga adeguatamente celebrata nel prossimo cofanetto). Tra le bonus è benvenuta la prima versione di Big Sur (poi rielaborata in HOLLAND) finalmente in ottima qualità, la particolare Sweet And Bitter, la esilarante ed oscura My Solution, e poi il trittico di composizioni di Dennis Wilson 4th of July, Sound Of Free e Lady (Fallin' In Love), primo esempio del suo sottovalutatissimo (in questa fase) talento. Su questo ultimo punto vorrei far notare che in SUNFLOWER ci sono quattro brani di Dennis, in SURF'S UP nessuno, ma come iniziamo a vedere qui e vedremo anche più avanti, il materiale non mancava affatto.
DISCO 3
In questo CD troviamo una lunga serie di estratti dalle session di SUNFLOWER e relative tracce bonus. Quindi via a versioni alternative, strumentali, a cappella, primordiali, false partenze, e chi più ne ha più ne metta. Impossibile scendere nel dettaglio, ma basti dire che il disco offre un affascinante ed inedito punto di vista sull'album. Le session di Forever, la sezione archi isolata di Our Sweet Love, la versione estesa di This Whole World, tutti gli estratti delle armonie vocali, c'è veramente tanto di cui gioire.
DISCO 4
Stesso discorso, questa volta per SURF'S UP. Particolarmente interessante rivalutare brani come Don't Go Near The Water e Take A Load Off Your Feet grazie a queste versioni dove si possono apprezzare strumenti e voci separatamente, mentre la versione estesa di 'Till I Die, seppur non raggiunga l'originale, è uno spettacolo, e vanta oltretutto anche un inedito testo alternativo. In questo disco trovano spazio anche una manciata di ulteriori tracce bonus, come il capolavoro (Wouldn't It Be Nice To) Live Again in versione estesa a quasi 7 minuti, brano di Dennis che inizialmente avrebbe dovuto chiudere l'album, poi scartato in favore di Surf's Up, la curiosa e briosa I Just Got My Pay, Walkin' (uno dei primi esempi della fissazione di Brian Wilson per il brano Shortenin' Bread) e la bellissima Awake.
DISCO 5
Insomma la carne sul fuoco è tanta, e posso solo immaginare il contenuto del libro allegato al cofanetto fisico, ma si sa, ormai la musica passa dall'essere gratuita all'esser bene di lusso senza praticamente nulla nel mezzo. Detto ciò, veder finalmente degnamente celebrate fasi da sempre ignorate e terribilmente sottovalutate della carriera dai Beach Boys non può che render felice un fan come il sottoscritto, e se da un lato ho comunque la certezza che ad interessarsi saranno principalmente gli appassionati che già conoscono molte di queste cose, dall'altro una piccola parte di me spera che qualcun altro possa finalmente scoprire quanto questa band aveva da offrire ai tempi. Quindi, non posso che consigliare l'ascolto a chiunque, fan e non; e ora aspettiamo di vedere cosa accadrà con la fase successiva.
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