lunedì 21 agosto 2017

Deep Purple - Infinite (recensione)

Ho atteso molto quest'album, specialmente visti i risultati del precedente Now What nel 2013, un album che ha letteralmente risollevato una carriera che ormai era in un'inesorabile fase calante. Now What era un album fresco, ben radicato nel suono tipico della band ma prodotto con gran classe da nientemeno che Bob Ezrin. Leggere quindi della sua riconferma come produttore per questo Infinite mi ha dato molta fiducia.

L'album fu preceduto da 2 singoli, Time For Bedlam e All I Got Is You, che si confermano come 2 tra i picchi dell'album. La prima è introdotta da un'inquietante sezione recitata con voce metallica da Ian Gillan, per poi trasformarsi in un magnifico pezzo alla Pictures Of Home impreziosito da degli assoli davvero ben riusciti da parte di Steve Morse e Don Airey. Mentre All I Got Is You parte come pezzo più leggero, per poi diventare un brano davvero ben costruito e ben cantato come non se ne sentivano da tanto tempo dai Deep Purple. Quindi dopo 2 singoli del genere potete immaginare il mio stato d'animo! Comprai poi l'album all'uscita e capii che non era Now What. Anche vero che qualunque tipo di album avrebbe sofferto il confronto, però qui ci sono alcune cose ed alcuni aspetti che danno l'idea di un lavoro un po' più frettoloso rispetto al precedente.
Mi spiego meglio. L'album ha dei brani che Now What si sogna, nello specifico i 2 singoli già citati, e poi The Surprising e Birds Of Prey. Queste ultime in particolare sono pezzi che hanno un che di epico, brani che se fossero stati parte di un Machine Head o di un Perfect Strangers sarebbero tutt'ora celebrati. Brani in grado di emozionare, crescere, evolversi verso picchi da brivido sia strumentali (l'intermezzo si The Surprising e il lunghissimo assolo di Morse sul finale di Birds Of Prey) sia cantati (la parte appena prima del finale di Birds Of Prey ed in generale The Surprising), oltretutto da un Gillan conscio dei limiti dettati dall'età, e che quindi esplora tonalità più basse ma sempre cariche di espressività ed emozione. E qui si arriva al "problema" (tra moooolte virgolette). Il resto dell'album è composto da pezzi rock più "canonici", alcuni molto buoni, altri un pochino meno, ma che per forza di cose quando affiancati ai 4 brani citati sfigurano un po'. Certo Hip Boots è un ottimo ed onesto rock blues, Johnny's Band una strizzatina d'occhio ad un rock pop più melodico (che tra l'altro, a parte tutto, a me piace molto), One Night In Vegas si muove quasi verso il rock and roll e Get Me Outta Here è qualcosa di una potenza devastante che travolge tutto. Però è come se qui ci fossero 2 album ben distinti mescolati tra loro, ed il tutto a volte scorre in modo poco fluido... Per di più in chiusura si trova una cover di Roadhouse Blues dei Doors che, seppur apprezzabile nelle intenzioni quasi ludiche con cui è stata approcciata, viene da chiedersi perchè, dopo l'epicità di Birds Of Prey, l'album si debba chiudere così, quasi in sordina... Specialmente considerando il fatto che potrebbe trattarsi del loro ultimo album.
Quindi il mio giudizio non è negativo, anzi! Solo che alcuni brani, sia in questo contesto, che se confrontati con il precedente Now What, colpiscono meno di quanto mi sarei aspettato. C'è da dire che da parte di una band con membri che oscillano tra i 60 e i 70 anni e oltre, avere tra le mani un album del genere c'è altro che da far festa! Perchè nonostante tutto qui c'è una gran classe, anche i brani meno interessanti sono concepiti e suonati in modo impeccabile, l'unico brano che veramente posso quasi dire che non mi piace è On Top Of The World (la parte parlata la trovo piuttosto fuori luogo personalmente). Ovviamente da parte mia c'è la speranza di ascoltare altra nuova musica da parte loro, perchè con Infinite e Now What hanno dimostrato di avere ancora molte frecce nel loro arco, nonostante gli acciacchi fisici (in particolare Steve Morse, che in quest'album suona in modo molto più misurato a causa dei problemi alla mano destra, ma riesce comunque a fare un figurone, forse anche più che in alcuni album precedenti) ed in generale l'età anagrafica. Se dovessi dare un voto credo che staremmo sul 7,5, quasi 8 a seconda dello stato d'animo con cui ascolto l'album.

Qui sotto vi lascio una manciata di video dei singoli estratti dall'album, ma se volete ascoltare tutto l'album, come al solito, è disponibile su Spotify.


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