domenica 3 dicembre 2017
Peter Hammill - From The Trees (recensione)
Eccomi finalmente a parlare dell'ultimo album di Peter Hammill, From The Trees, uscito ormai quasi un mese fa. Per la prima volta nella sua carriera, che io sappia, l'album è stato anticipato da un ep contenente 5 canzoni registrate dal vivo, dal titolo V. Canzoni allora in versione embrionale, poi rivedute e corrette in studio e presenti in questo From The Trees. Innanzitutto quello che si può subito notare all'ascolto è che, cori e sovraincisioni vocali a parte, i brani sono molto essenziali a livello di arrangiamento, come se fossero pensati per essere eseguiti poi in concerto senza troppe modifiche. Il che ovviamente è un po' un rischio, è molto facile partorire un lavoro piuttosto piatto con queste premesse. Ma è di Hammill che stiamo parlando! Ed infatti ci troviamo di fronte un album si molto pacato nei toni, ma assolutamente carico di fascino. Tutti i pezzi sono sorretti da piano o chitarra, con pochissime aggiunte ed ornamenti di archi sintetizzati e poco altro; il tutto suonato da Hammill ovviamente. A livello vocale è ormai noto che negli ultimi anni in studio è difficile che si lasci andare a performance alla Arrow o a qualche reminiscenza del signor Nadir. Infatti anche in quest'album l'interpretazione dei brani è quasi sempre pacata, a tratti sussurrata, mai urlata (stupisce infatti sentire le sue convincenti prestazioni nell'ultimo tour italiano, dove sembrava ringiovanito di 20 anni). Quello che però può non essere evidente al primo ascolto è l'enorme lavoro fatto alle voci secondarie, quasi sempre presenti. Si perchè non si tratta di semplici intrecci o armonie vocali, ma di vere e proprie tele fittissime di voci che interagiscono e si accompagnano in modo eccelso, pur con il rischio di sembrare "troppo" a tratti, ma qui entrano in gioco i gusti. C'è ovviamente chi avrebbe magari preferito interpretazioni con solo una linea vocale come si possono ascoltare ai suoi concerti; ma intanto 5 dei 10 brani si trovano già in V in versione live, e per gli altri chissà che non ci scappi un intero album dal tour appena ultimato... E poi non fa mai male averne versioni alternative, no?
Non è certo mia intenzione andare ad analizzare i testi di quest'album, non ne sarei minimamente in grado. Posso però dire che le tematiche presenti sono familiari nella produzione più o meno recente di Hammill, come la vecchiaia, la fama e la relazione artista-pubblico ad esempio; tutto trattato con la consueta classe e poesia. Personalmente sono stato colpito fin da subito da Milked e la conclusiva The Descent: due magnifici brani che sicuramente lasceranno il segno nella usa sterminata produzione. Pian piano ho potuto notare egual bellezza in brani come Torpor, What Lies Ahead, il bel valzer di Reputation, e nella non troppo evidente complessità di Girl To The North Country.
Ammetto di non conoscere (ancora) ogni suo album, ma questo From The Trees, unito alla bellissima esperienza di vederlo in concerto a Milano (qui la recensione), lascerà sicuramente il segno. Così come fece Thin Air qualche anno addietro, il suo primo album solista che comprai. Per me è un solido album carico di classe che meriterebbe molto più di quanto, per forza di cose, otterrà. Come voto credo si aggiri sull'8 - 8,5.
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