martedì 3 gennaio 2023

Meat Loaf - Bat Out Of Hell III: The Monster Is Loose (2006) Recensione


Indubbiamente BAT OUT OF HELL è l'album che più di ogni altro ha spinto e caratterizzato l'intera carriera sia del cantante Meat Loaf che del compositore Jim Steinman fin dalla sua uscita nel 1977. Quel suo misto di rock'n'roll, teatro, musical, grandiosità "wagneriane", interpretato dall'enorme Meat Loaf, sia come voce che come presenza, con quella sua produzione tanto potente quanto sporca e caotica ad opera di Todd Rundgren, era qualcosa di unico ed irripetibile, ed infatti per tutti gli anni '80, per via di varie vicissitudini che non sto a raccontare qui, l'album non ebbe un vero e proprio seguito (anche se BAD FOR GOOD del solo Steinman e DEAD RINGER di Meat Loaf sono forse quelli che più si avvicinano), e il duo, di fatto, si separò fino alla fine del decennio. Proprio allora, infatti, nacque l'idea di tirare fuori un successore, che però vide la luce solamente nel 1993. 

BAT OUT OF HELL II: BACK INTO HELL è un altro capolavoro, seppur la sua natura sia un po' diversa dal primo capitolo: Steinman per tutti gli anni '80 si affermò come compositore per artisti come Bonnie Tyler, ed il suo stile si allontanò via via da quel contrasto fra enfatiche ballate e frenetico rock'n'roll del primo BAT, avvicinandosi più ad una sorta di rock da stadio, sempre molto teatrale ed esagerato, forse ancora di più che in passato, con brani lunghissimi e pieni di cambi, anche quelli che sembrano più semplici in superficie. BAT II è tanto un album unico quanto fermamente piantato nei primissimi anni '90, almeno quanto il primo lo fu negli anni '70, come sonorità, produzione (in quest'ultimo caso ad opera dello stesso Steinman) ed estetica generale. Il successo fu enorme, ma, di nuovo, il duo si separò per il resto del decennio.

Siamo quindi nei primi anni 2000, e finalmente si riprende in mano l'ormai leggendario titolo e si pensa a concludere la saga con un terzo ed ultimo capitolo, ma questa volta le cose non vanno lisce quanto in passato. Per motivi non ancora ben noti (da una parte si citano problemi di salute di Steinman, dall'altra problemi legali), dopo un po' di tempo in cui i lavori procedevano molto lentamente, Meat Loaf decise di continuare a lavorare a BAT III senza l'aiuto di Steinman, avvalendosi invece dell'importante contributo, sia come compositore che, soprattutto, come produttore, di Desmond Child. In molti, in luce di ciò, non riescono a considerare BAT III al livello dei primi due capitoli, proprio perché la mente dietro ai precedenti non è presente, e anche se metà dei brani nell'album sono di sua composizione, si tratta di cover e "scarti" da progetti poi non andati in porto, la mancanza di voce in capitolo di Steinman è, per molti, imperdonabile. Ma tolto questo aspetto, alla fine, la musica com'è? Davvero è così lontana dai precedenti? Sì e no.

Innanzitutto bisogna soffermarsi sull'elefante nella stanza: Desmond Child. Nel primo decennio dei 2000 in particolare, Child fu uno dei produttori e compositori più presenti in certo rock commerciale, dai Bon Jovi agli Scorpions, con il suo stile estremamente moderno e spesso caratterizzato da toni epici e grandiosi, e proprio questo suo stile caratterizza il sound di BAT III. Quindi, come anticipato, se il primo BAT suonava molto anni '70 ed il secondo era perfettamente inserito negli anni '90, il terzo acquisisce pregi e difetti di una certa produzione molto in voga negli anni 2000, quindi, in fondo, Steinman o no, sotto questo aspetto permane un senso di continuità nella natura del progetto. 

In BAT III Child mette mano a circa metà dei brani in qualità di compositore, spesso insieme ad altri (da John 5 a Nikki Sixx fino a Diane Warren), cercando di combinare il suo tipico stile moderno dell'epoca con una sorta di "imitazione" dello stile di Steinman, di cui Child è indubbiamente fan. Fin dalla prima traccia, The Monster Is Loose si mette bene in mostra un sound piuttosto pesante, quasi metal, con aggiunte tinte elettroniche ed orchestrali, ed un Meat Loaf ancora in ottima forma, aggressivo e carico come sempre e forse anche di più. Questo sound duro tornerà solamente in un altro caso, curiosamente in un brano di Steinman, In The Land Of The Pig, The Butcher Is King, composto per un musical su Batman poi cancellato, un altro brano aggressivo, a tratti quasi violento, certamente tra i migliori dell'album. Diversamente troviamo invece un vasto assortimento di ballate dai toni epici, dall'ottima Blind As A Bat di Child alla nuova versione, qui in duetto con Marion Raven, del classico di Steinman It's All Coming Back To Me Now (ottima l'idea del duetto, come ottima è l'interpretazione di Meat Loaf, tuttavia non convince troppo il sottoscritto il ruolo di Raven). Alive è forse la migliore approssimazione dello stile di Steinman in un brano di Child, seguito a ruota dall'ottimo duetto con Patti Russo in What About Love, mentre brani come If God Could Talk e Cry Over Me, seppur apprezzabili, lasciano un po' il tempo che trovano. Trova spazio anche il vecchio classico Bad For Good di Steinman, seppur in una versione accorciata (manca la sezione "Godspeed"), ottimamente interpretata da Meat Loaf, così come l'epico trittico conclusivo di Seize The Night (lungo brano orchestrale estratto dal musical Tanz der Vampire), The Future Ain't What It Used To Be (da ORIGINAL SIN del progetto Pandora's Box) e Cry To Heaven, tre ottimi brani, di nuovo ad opera di Steinman, che chiudono nel modo migliore l'album. 


Tutti i brani sono decorati ulteriormente dalla presenza di musicisti aggiunti come Brian May, Steve Vai, e dal ritorno, seppur solo su tre brani, di Todd Rundgren nel ruolo di direttore dei cori. Il tutto è caratterizzato dalla già citata produzione piuttosto moderna di Child, sempre molto "spinta", compressa e senza troppa dinamica, atta a far sembra tutto più "forte" e "potente" senza però riuscirci sempre del tutto, se a questo poi aggiungiamo una delle prime incursioni del maledetto Autotune (per fortuna usato poco e con molto tatto), si può capire perché questo terzo capitolo è considerato il peggiore della trilogia. I brani di Steinman sono, come sempre, ottimi, ma nessuno è stato scritto apposta per l'album, mentre i brani di Child sono perlopiù buoni e adatti allo stile di Meat Loaf, e sono convinto che se l'album non fosse uscito con un titolo così ingombrante, sarebbe stato accolto decisamente meglio. 

Perché in fondo BAT III è un ottimo album di Meat Loaf, tra i suoi più solidi, forse l'ultimo in cui lo si può sentire ancora in possesso della quasi totalità della sua iconica ed inimitabile voce, e l'assenza di Steinman, onestamente, pesa fino ad un certo punto, basti ascoltare il più recente BRAVER THAN WE ARE per capire quanto la totale collaborazione tra i due non fosse sempre sinonimo di indiscutibile qualità. 
BAT III è il BAT dei 2000: esagerato, moderno, sopra le righe, forse più serio (e anche qui, ciò è coerente con i tempi più moderni, ahimè), e quindi, nonostante tutto, è esattamente quello che doveva essere. 

Nessun commento:

Posta un commento