Inizio oggi da quello che si può considerare come l'ultimo album in studio dei King Crimson: The Power To Believe, risalente al 2003. Per chi non ha seguito la storia dei King Crimson, è importante sapere che negli anni hanno cambiato spesso formazione e suono, pur senza scontrarsi con orde di fan al grido di "cambiate nome", a differenza di altri gruppi con nomi biblici, per fortuna loro. Comprai quest'album quando avevo circa 16/17 anni, non ricordo esattamente, ma ricordo che poco prima comprai In The Court Of The Crimson King: primo mitico album che ho adorato tanto da spingermi, appunto, ad acquistarne altri a nome Re Cremisi. Siccome ero ancora in una fase della mia vita priva di internet e di qualsivoglia informazione se non sui libri, quando vidi questo "The Power To Believe" non mi feci troppi problemi ad acquistarlo.
Ora, cercate di immaginare la mia reazione quando, arrivando da un album carico di Mellotron e Sax, mi ritrovo davanti un misto tra riffoni tendenti al metal, ritmi e suoni a tratti elettronici ed una strana voce che non era certo Greg Lake! Se e questo aggiungiamo il fatto che ero ancora nella fase di rifiuto verso l'elettronica (sapete, quella fase "eh, la musica si suona con gli strumenti veri" che poi ho superato arrivando a capire che l'importante sono le idee ed il risultato, non i mezzi... E dire che pensavo fosse una cosa puramente adolescenziale, ma a quanto pare, leggendo in giro, non è propriamente così.) e la frittata è fatta. Ovviamente lo ascoltai molte volte, perchè forse oggi non è così comune, ma non avendo internet la musica che ascoltavo era quella che compravo, quindi spesso mi ritrovavo ad ascoltare un album a forza pur di farmelo piacere, perchè l'avevo pagato! Ma non ci fu molto da fare. Oggi ovviamente la penso quasi totalmente al contrario, considerando The Power To Believe come una sorta di sintesi dei King Crimson anni '90/2000, contenendo gran parte degli elementi di quella fase in un album ben bilanciato, vario e non troppo pesante. Insomma, non un monolite come The ConstruKction Of Light! Qui troviamo i soliti riff alla Larks' Tongues In Aspic in Level Five (che in realtà sarebbe dovuta essere Larks' 5), la canonica ballata Eyes Wide Open, il quasi metal recitato di Facts Of Life, i contrasti tra soundscapes e parti decisamente più pesanti nelle varie sezioni della title track, condite dalla spettrale voce modificata di Belew, l'inarrestabile crescendo di Dangerous Curve e la geniale Happy With What You Have To Be Happy With. Insomma c'è tanta carne al fuoco!
Ovviamente pecca un po' di originalità, soprattutto se confrontato con gli album precedenti, e abbonda di suoni moderni ed industriali; quindi se mal sopportate queste cose è difficile apprezzarlo. Però trovo che questa formazione dei King Crimson sia tra le più equilibrate: il contrasto tra le chitarre di Fripp e Belew è cosa appurata (metodico e schematico il primo, folle ed imprevedibile il secondo), ma apprezzo anche l'uso della Warr Guitar di Trey Gunn al posto del basso (cosa comunque che già faceva l'inarrivabile Tony Levin con il simile ma diverso Stick) ed il drumming molto quadrato di Pat Mastelotto, che ovviamente non vale un Bruford, ma qui il batterista dalla grande B sarebbe stato totalmente fuori posto in ogni caso. Cosa mi ha fatto cambiare idea? Ah, saperlo! Immagino che crescendo i gusti si evolvano, e come c'è chi si mette ad ascoltare indie e jazz pensando di essere alternativo, ci sarà chi ogni tanto apprezza uscire dal confortevole guscio fatto di produzione spectoriana e strumenti analogici. Non troppo spesso però eh!
All'epoca probabilmente non avrei dato la sufficienza a quest'album, ma ora si merita un bell'8.
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